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| (Louis C. Montesquieu)  |  | HOMEPAGE | 
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   Se volete avere notizie su locali, concerti e musica a Roma |  " AL DI FUORI DI ROMA NON C'E' NULLA DI BELLO NEL MONDO" Johann Joachim Winckelmann, 1756 (archeologo e filologo, nonché massimo teorico mondiale dell'estetica neoclassica) "Non per guadagnar ma per amor del gioco" QUELLI CHE SIAMO * LA GIUSTA DISTANZA * NON DORMO * IO STO CON GLI ULTRAS | 
   Radio Città Aperta 88.90 FM tutte le maledette domeniche dalle 19 alle 21 | 
|  http://www.youtube.com/watch?v=uiskWM1hzL8&feature=related Clicca qui per tornare alla HOMEPAGE | 
 |  13576 | |||
|  Avevo un canale su Youtube dove postavo video per lo più musicali. Ogni tanto, però postavo anche qualche video che meritava di stare in rete. Bene, sono stato bannato da You Tube. Indovinate un po' per quale video? Ma per il video de "Le Iene" che restituivano alla signora inglese la macchina fotografica rapinatale nel settore ospiti dalla Polizia nel 2007, ovviamente! A questo punto, ecco qui il video. Diffondetelo voi su You tube, qui rimarrà sempre. |  |  | 
| salvo imprevisti. 
  LA ROMA SI', LA LAZIO NO | 
 "PERCHE' CONTESTATE LA TESSERA?" TRE ARTICOLI CHE LO FANNO CAPIRE ANCHE AL PIU' IDIOTA 
 Goethe 
 http://www.facebook.com/group.php?gid=107646622604574?ref=mf?v=info | 
|  proudly presents: L'ALBO NAZIONALE DEGLI STRISCIONI Serie A http://www.osservatoriosport.interno.gov.it/area%20tifosi/striscioni_serie_a.html Serie B http://www.osservatoriosport.interno.gov.it/area_tifosi/striscioni_serie_b.html Lega Pro http://www.osservatoriosport.interno.gov.it/area_tifosi/striscioni_lega_pro.html |  | 


la
          considerazione ultima quindi è che lo sport ormai non
          è altro che una droga sociale cui non se ne puo fare a
          meno, privati anche della nostra dignità di persone,
          costretti a elemosinare un posto di lavoro al pegior
          offerente, costretti a rincorrere un posto nella
          società che non troveremo mai, ci sentiamo grandi
          italiani quando gioca buffon cannavaro ieri e paolo rossi l
          altro ieri.... perchè..... perchè non se
          pò non tifà la nazionale! un pò come "io
          senza roma non so stà" ricordate????? tutta la merda che ci sommerge ce dovrebbe da la spinta a emerge e non a
              sguazzare nel letame.....  
    
"Ciao Lorenzo, tu (e non solo
          tu) dici "Se, quindi, uno dei punti cardine della
            battaglia contro la tessera del tifoso, era il concetto del
            “non si chiede il permesso alla questura per entrare in uno
            stadio”, già dal febbraio 2011 chi ha acquistato un
            solo biglietto lo ha fatto" ma non sono d'accordo, ti
          spiego perchè. Per fare la tessera del tifoso io avrei
          dovuto compilare un modulo per richiedere alla Questura il
          riconoscimento dello "status" di tifoso. Il concetto che ne
          era alla base era quello secondo cui quando succede qualsiasi
          cosa ci si affretta a dire "quelli non sono tifosi" (che per
          me è e resta una stupidaggine). Andando invece a fare
          il biglietto l'anno scorso (ora ho fatto il "Vaucher" o As
          Roma Club Home) semplicemente mi limitavo ad andare "dalla
          Roma" a chiedere se mi vendevano un biglietto, poi loro fanno
          dei controlli ma sono controlli che avrebbero pure potuto fare
          con calma prima dell'inizio del campionato, facendo il
          controllo tramite la questura-on-line si evita solo di pagare
          l'abbonamento e poi magari non poterlo utilizzare. Il
          problema, ormai, sono solo l'Art.9 e le trasferte libere per
          tutti. Forza Roma!"
"Ti pregherei di pubblicare questo mio sfogo personalissimo.
Mi sono ritovato a non vedere neanche una partita di questa nazionale. Perché non è questa una nazionale che mi rappresenta.
Se prende la parola Abete o Petrucci, io non voglio sentire. Prandelli poi: uomo sfortunato, al quale va tutta la mia (nostra) solidarietà di uomo, ma tecnico mediocre e schierato con il Palazzo. Che gli ha imposto il blocco Juventus. Siamo tornati indietro alla Juve di Trapattoni, dove dovevano giocare “quelli lì” per motivi extra calcistici.
Ho visto i gol della partita con la Germania e ho subito pensato ad una farsa (soprattutto il primo). Allora è evidente che l’Italia doveva andare in finale perché dietro c’è chissà quale discorso politico-economico (il momento in Europa è pesantuccio). Grande gruppo? Grande spirito? Magari servirebbe più un grande gioco. E poi: non voglio che De Rossi si abbracci con Chiellini, piuttosto che gli dia una stecca in faccia (metaforica). Amici de che? Con Balotelli poi? Lo stesso che si è permesso di prendere per il culo Totti appena un paio di anni fa. Uno così non giocherebbe nella mia nazionale. Così come uno che si gioca un milione e mezzo di € in scommesse. Non lo farei giocare mai. Puoi pensare che ognuno con i propri soldi ci faccia il c…o che vuole. Ma no! Tu, Buffon, no! Tu sei un professionista e nulla mi impedirà di pensar male delle tue scommesse.
Non tifo per il paese dove scoppia uno scandalo calcio ogni 4-5 anni!
Dove abbiamo ripreso a sfornare oriundi, peraltro di livello mediocre (Ogbonna? Thiago Motta?) e non giocano gli italiani (veri) Dove i soliti due club la fanno da padrone, non c'è purga che tenga, e agli altri solo le briciole.
Dove vige la tessera del tifoso, vero baluardo dell’anticostituzionalità, indegna di un paese civile.
La mia nazionale non è quella di tifosi e tifose (così tante uscite da chissà dove) con le facce dipinte che affollano le piazze della mia città. E almeno la metà di loro non sono neanche della mia città! Con il tricolore in mano e i cappelli da giullare, pronti a dimenticarsi del pallone già da stamattina. Come fosse stata, quella di ieri, solo una serata diversa.
Questa non è
        la mia nazionale.
        
Mi tengo la mia Roma, sperando che sia tutto più genuino. E che certa gente del Palazzo, della politica (è riuscito a parlare di calcio pure Capezzone…. e ho detto tutto) e dello spettacolo se ne tenga fuori. Che la piazza, quando sarà, sarà solo di romanisti, appassionati veri del pallone e del club.
Daje Roma Daje.
      
|  |  | 
| TESSERA,
                        VOUCHER O BIGLIETTO? QUESTO E’ IL PROBLEMA. Colgo l’occasione che mi fornisce l’articolo “Il buono, il
                    brutto e il Voucher” tratto da Sportpeople per
                  fornire alcuni chiarimenti sulla nota questione della
                  tessera del tifoso, chiarimenti peraltro già
                  forniti in seno all’altro articolo citato “Crescere,
                    evolversi e poi? Morire?” della stessa testata,
                  facilmente reperibile su internet. 
 Bene, operata questa premessa, già in
                  data 10 e 16 aprile 2011, e lo si può
                  controllare sugli aggiornamenti del mio sito, avevo
                  evidenziato una circostanza fondamentale a livello
                  ideologico: l’introduzione del sistema “Questura on
                  line”, avvenuto nel febbraio 2011, di fatto faceva
                  sì che qualsiasi persona acquistasse un
                  biglietto di ingresso per lo stadio venisse
                  automaticamente controllato dalla questura che dava
                  l’OK o il KO al rivenditore di biglietti in tempo
                  reale, in base all’art. 9 della legge Amato. 
 
 
 Ciò detto, la "guerra" contro la tessera
                  del tifoso nasce non appena ci si rende conto che con
                  la sua introduzione il Ministero dell’Interno avrebbe
                  potuto dare piena attuazione al famigerato articolo 9
                  della Legge Amato, che vieta la vendita di qualsiasi
                  titolo di accesso a chiunque abbia avuto un daspo,
                  anche in passato, e a chiunque sia stato condannato
                  per reati da stadio, anche solo in primo grado, in
                  ogni epoca. Una sorta di diffida a vita, quindi, che
                  avrebbe potuto portare alla decimazione del tifo
                  organizzato. 
 
 
 
 
 a)    
                    qual
                  è l’obiettivo dei gruppi organizzati? E qual
                  era l’obiettivo del Ministro Maroni e – in senso
                  più ampio – del Ministero degli Interni? Risposta semplice: per i primi, rimanere
                  all’interno degli stadi per sostenere le proprie
                  squadre senza eccessivi vincoli che potessero
                  snaturare la loro stessa essenza; per i secondi, basta
                  leggere le note di indirizzo del Ministro Maroni
                  dell’epoca che puntavano espressamente alla
                  “disarticolazione” e alla “distruzione” dei gruppi
                  organizzati. L’obiettivo della guerra, quindi, era per i
                  primi quello di non farsi eliminare dagli stadi, per i
                  secondi quello di eliminarli. Come in ogni classica
                  guerra, del resto: mors tua, vita mea. b)    
                    Quali
                  battaglie sono state condotte? La risposta è
                  troppo lunga e persino inutile.
                  Nell’impossibilità di avere una linea comune,
                  per differenze di mentalità, di categoria, di
                  ambiente, ognuno ha combattuto la propria: tutti con
                  striscioni e dimostrazioni di varia natura, meno con
                  azioni concrete andate bene o andate male a seconda
                  delle piazze e delle questure. La valutazione di
                  questo non spetta certo al sottoscritto, che cerca di
                  tratteggiare un quadro di insieme che possa consentire
                  di capire il perché di alcune scelte ed anche
                  quali scelte fare in futuro. Più giuridicamente
                  parlando, due battaglie sono state vinte, sul fronte
                  della privacy e per l’aspetto del legame commerciale
                  tra tessera del tifoso e carta di credito. La terza
                  battaglia, che comporterebbe la vittoria della guerra,
                  è invece ancora in corso ed è quella
                  contro l’art. 9. Una battaglia di questo tipo la si
                  può vincere in due modi diversi:
                  diplomaticamente o in un’aula di Tribunale. Lo stesso
                  Osservatorio, in due comunicati, ha evidenziato come
                  l’art. 9 sia ingiusto e vada modificato. La modifica
                  dell’art. 9 spetta al governo e l’unico governo che
                  potrebbe modificarlo potrebbe essere quello tecnico
                  attualmente in carica, ora che Maroni è tornato
                  alla sorgente del Po.     
                  Nel corso del tempo si è potuto anche
                  verificare che l’attuazione dell’art. 9 procede con
                  grande rilento e questo perché i dati della black list
                  vengono gestiti ed inseriti manualmente in un grande
                  sistema computerizzato collocato a Napoli: come anche
                  accade per le richieste di rilascio del passaporto,
                  l’inserimento dei dati nel cervellone avviene dopo
                  verifiche che debbono essere eseguite nei singoli
                  tribunali e quindi con grande lentezza. Questa
                  è la ragione per cui soggetti che –
                  teoricamente – non avrebbero potuto avere titoli di
                  accesso (anche se avevano già scontato la loro
                  diffida ma ad esempio perché condannati in
                  primo grado per reati da stadio) tuttora riescono a
                  comprare i biglietti. Attenzione tuttavia: pian piano
                  il sistema sta entrando in funzione. c)    
                    Quali
                  strategie adottare? La risposta dipende dal
                  comportamento del tuo avversario, avuto riguardo –
                  sempre – all’obiettivo finale di entrambi. Ed allora
                  nel corso di tre anni si deve ammettere che il
                  Ministro Maroni è riuscito, con la
                  complicità della Lega Serie A, B e Lega Pro a
                  varare un sistema del tutto illiberale ed indegno di
                  un Paese democratico e civile basato su un protocollo
                  che di fatto impedisce a chi non ha la tessera del
                  tifoso di entrare in qualsiasi settore. Là dove
                  i tifosi abbiano – del tutto legittimamente – tentato
                  comunque di entrare dotati di biglietto, hanno avuto
                  alterne fortune, in alcuni casi assistendo alla
                  partita, in altri venendo deportati o comunque
                  impediti persino a circolare nella città
                  ospitante. Nei casi peggiori, venendo provocati,
                  diffidati e denunciati, se non arrestati. Questa circostanza, parallelamente, ha portato
                  al calo di presenze negli stadi, perché nella
                  maggior parte dei casi i settori ospiti sono rimasti
                  deserti e ciò ha consentito di dimostrare per tabulas
                  che la farsa del progetto “famiglie allo stadio” era
                  ed è una grandissima buffonata. Parallelamente,
                  le tifoserie dotate di tessera che sono andate in
                  trasferta (vedi Hellas Verona, Nocerina, Inter, Milan
                  e Juventus) sono state le uniche protagoniste di
                  episodi di violenza fuori (e in qualche caso dentro)
                  gli stadi, a dimostrare che la tessera del tifoso non
                  serve assolutamente a nulla.  Tornando quindi alle prospettive di modifica
                  dell’art. 9, dobbiamo mettere in conto – ed è
                  l’ipotesi più realistica – che nonostante le
                  parole favorevoli dell’Osservatorio, sottobanco il
                  Governo non abbia alcuna volontà di modificare
                  l’art. 9, perché sa perfettamente che con tale
                  modifica le tifoserie si farebbero la tessera del
                  tifoso, ergo tornerebbero in trasferta e,
                  fisiologicamente, la violenza negli stadi non potrebbe
                  che aumentare. E quindi, in futuro, dovrebbero tornare
                  alla politica della limitazione, anche per i tesserati
                  del tifoso, cosa che dimostrerebbe il fallimento
                  totale della tessera, ora propinata al popolo italiano
                  come panacea per la violenza negli stadi, diminuita
                  unicamente per la diserzione volontaria dalle
                  trasferte della maggior parte delle tifoserie. Se,
                  quindi, il governo attuale non ha alcuna intenzione
                  reale di operare modifiche – e gli sono stati dati
                  tutti gli strumenti giuridici per farlo – è
                  evidente che la battaglia contro l’art. 9 non
                  può che continuare nelle aule giudiziarie, ed
                  è quindi necessario segnalare gli inserimenti
                  nella black
                    list in modo che si possa prendere il
                  caso-simbolo che, portato dinanzi a un giudice,
                  comporti la modifica futura dell’articolo 9 per via
                  giudiziaria in tempi più rapidi, visto che il
                  TAR Lazio ancora non fissa l’udienza relativa al
                  ricorso fatto tre anni fa contro il decreto
                  ministeriale che pose in opera l’art. 9. Resta a questo punto il nodo cruciale: chi
                  spinge per il carnet,
                  o chi sottoscrive il carnet (che
                  si può ottenere senza tessera del tifoso pur
                  avendone tutti i requisiti) è patetico o
                  masochista, come paventato nel primo dei due articoli
                  citati? Oppure è giunto il momento di
                  sottoscrivere la tessera del tifoso, visto che
                  è identica al carnet e –
                  ahimé – anche al singolo biglietto, per via di
                  quel vecchio discorso del “non si chiede il permesso
                  per entrare allo stadio” che se attuato pienamente e
                  senza passi indietro dovrebbe portare ciascuno di noi
                  a non entrare più in uno stadio? 
 
 E quando la Roma lo ha varato, per la stagione
                  2012/13, per tutte le partite, l’Osservatorio ha
                  cercato di limitarne la funzionalità a dieci
                  competizioni con la determinazione del 30 maggio 2012,
                  a dimostrazione del fatto che la dipartita di Maroni
                  non ha comportato sostanziali passi indietro e che
                  ogni fetta di libertà va guadagnata metro per
                  metro.  Ma la Roma non è tornata indietro, e
                  nonostante quanto detto dall’Osservatorio, allo stato
                  c’è un carnet
                  che vale 19 partite e l’ostinazione della Roma merita
                  di essere premiata. 
 Beh, potremmo dire che qui a Roma aspettiamo
                  che il Prefetto di Roma – a fronte di migliaia di
                  possessori del carnet
                  senza tessera del tifoso – vieti una partita ai non
                  possessori della tessera del tifoso per “ragioni di
                  sicurezza”: visto che il carnet
                  soddisfa esattamente gli stessi requisiti di sicurezza
                  della tessera del tifoso, sarebbe abbastanza facile
                  ricorrere al T.A.R. per scardinare, da un’altra porta
                  ancora, il sistema basato sull’ingiusto articolo 9
                  della Legge Amato, oltre a creare una evidente
                  situazione di impopolarità per chi dovesse
                  prendere una decisione del genere, che sarebbe del
                  tutto immotivata, al pari di quella di limitare il carnet a sole
                  dieci partite.  
 | 

ho letto e sentito radio e giornali che a gran voce invocano il nome di Zeman come la causa del "boom abbonamenti", il famoso fattore Zeman.
Grandissima stronzata, il famoso boom è perchè era possibile abbonarsi senza tessera del tifoso.
Come volevasi dimostrare una società paracula e disponibile ha ricevuto svariati euro da chi non voleva abbonarsi e tesserarsi negli ultimi 2 anni semplicemente venendosi incontro. Io e altri stoici 100 ragazzi abbiamo fatto la nottata al Roma Store di piazza Colonna e il 99% delle persone era lì esclusivamente perchè non occorreva la tessera... altro che fattore Zeman!""Sono 3 anni che non
        facevo l'abbonamento (ultimo curva sud stagione 2009 20010) a
        causa della tdf. Quest'anno mi sono deciso a rifarlo sia per
        l'avvento di Zeman (personalmente nemmeno allo scudetto mi sono
        così divertito rispetto a quando allenava lui la Roma)
        che soprattutto per la possibilità di aggirare la tessera
        con il voucher elettronico.
Sai benissimo che vengo
        da Napoli per cui le mie difficoltà sono maggiori
        rispetto a chi vive a Roma (ma migliori di chi abita ancora
        più lontano). Quindi il primo giorno di vendita libera
        (ieri 15.06.12) mi reco al punto più "vicino" (100 km) in
        Formia (con mio cugino che lo fa anche lui con suo figlio di 6
        anni) così come segnalato dal sito ufficiale (ti allego
        screen shoot)
Levataccia per arrivare
        lì presto (anche se iniziano dalle 12 pensavo di dover
        fare un po' di fila) e subito scopriamo che al numero 48 di via
        Vitruvio c'è un McDonalds !!!! Sorpresi e spaesati
        chiediamo info in loco e dopo una buona mezzora riusciamo a
        sapere che nel centro commerciale adiacente a quel civico al
        primo piano c'è un'agenzia di viaggi che "fa anche
        biglietti per concerti ed eventi". Corriamo lì e la
        signorina ci accoglie con queste testuali parole "Si siamo
        formalmente un centro "anche" lis lottomatica ma non possiamo
        emettere nessun tipo di biglietti in quanto la nostra
        società è in liquidazione....".
L'incredulità
        circa quanto appreso lascia ben presto il posto allo sconforto:
        ci tocca venire a Roma, sono già le 10:30 chissà
        quanto casino troveremo (traffico, siamo in auto, e persone
        già in fila ai roma store). Incazzati ma decisi a
        non mollare ci mettiamo in marcia verso la capitale (35 gradi
        appena) tentando invano di contattare telefonicamente qualche
        altro punto lottomatica segnalao dal sito ufficiale della AS
        ROMA: nada, nessuno risponde o al massimo c'è un fax.
Per mera buona sorte
        mio cugino ha conservato il contatto di un roma store a
        centocelle. L'operatrice ci risponde e ci dice che loro
        sono abilitati e per le 12 inizieranno vendita abbonamento ad
        orario continuato. Nel darci l'indirizzo completo (via Vincenzo
        Cesati 76) ci accorgiamo di un'incongruenza ulteriore ed
        incredibile: questo negozio/punto NON É AFFATTO
        NELL'ELENCO DI QUELLI AUTORIZZATI NEL SITO UFFICIALE
        !!!!!!!!!!!!!
Affannati, affaticati e
        sudati conquistiamo chilometri e giungiamo sul posto beccandoci
        il numero 147 (erano appena al 50). Fortunatamente c'era tutta
        gente paziente e tollerante che aspettava con cristiana
        pazienza, una guardia giurata che ci intratteneva con simpatici
        racconti di vita personale e soprattutto due operatrici nel
        negozio di una professionalità e rapidità unica,
        oltre che una gentilezza e disponiblità rare (hanno
        persino convinto mio cugino a non fare l'abbonamento per il
        figlio perchè dicono che lo fanno entrare gratis essendo
        così piccolo e sotto il metro...boh speriamo bene :) ).
É comprensibile
        o meglio meramente immaginabile che in un paese "civilizzato"
        una società per azioni di proprietà statunitense
        possa fornire informazioni errate (punto vendita formia)
        ometterne altre (punto vendita centocelle) costringendo 2
        persone a sprecare una giornata intera per sottoscrivere un
        semplice abbonamento con tutte i relativi nocumenti (economici,
        stanchezza, giornata di lavoro persa ecc.)?
La domanda è
        ovviamente retorica ma desideravo farti partecipe di questa
        odissea che nel 2012 ancora mi appare sovranaturale e
        letteralmente stupefacente!
E non voglio infierire
        aprendo un capitolo sulla possibilità di acquistare tutto
        via internet come è normale per tanti beni e servizi ben
        più "importanti" di un posto allo stadio, pagare
        elettronicamente (solo contanti accettavano, assurdo!) o vedere
        in diretta sulla rete i posti ancora disponibili in sud (come da
        almeno un decennio automatico per ogni concerto...).
 Mi
        sono ripromesso da lunedì appena avrò tempo di
        tempestare la società di reclami! 
Voglio
          comunque chiudere con una nota positiva che più si
          addice al mio carattere: un ringraziamento di cuore a tutti i
          ragazzi e ragazze con cui ci siamo tenuti compagnia per un'ora
          e mezza fuori dal roma store nonchè alle due signore
          all'interno la cui cortesia è stata capace di attenuare
          stanchezza ed arrabbiatura"
    
|  Questo è il voucher che si può sottoscrivere SENZA dover fare la tessera del tifoso e valido per 19 gare casalinghe | 
1) rimpicciolire lo sponsor Wind o almeno togliere
            lo sbaffo blu, che stona veramente con i colori della
            maglia; 
          2) togliere
              la scritta KAPPA e (visto che non se ne può fare a
              meno) mettere al posto il logo con i due omini, quanto
              più piccoli possibile.
            La forma del colletto /
              scollatura a V è gradevole, ma è un
              dettaglio del tutto secondario rispetto ai colori (quelli
              sì fondamentali).
Nulla da dire sui
            pantaloncini bianchi, anche se io preferivo la foggia di
            quelli anni Settanta, più corti e attillati rispetto
            a questi da zompafossi, che ormai tutte le squadre usano.
I calzettoni: non
            sono assolutamente d’accordo con Pierluigi da Aprilia, che
            sembra abbia in corso una sua personale guerra contro le
            calze giallo-rosse. Le calze nere non mi piacciono,
            perché non c’entrano nulla con i colori di Roma, e
            leggendo il relativo passo dell’atto costitutivo, si capisce
            che i Fondatori non avessero in mente altro che “li du’
            colori de Roma nostra” cioè oro vecchio e porpora
            scuro. Che la Roma abbia utilizzate le calze nere agli
            albori della sua storia è tutto da dimostrare,
            mentre è certa la sessantennale militanza con i
            calzettoni giallo-rossi. Che li abbia usati il Roman
            Football Club mi sembra improbabile, anche esaminando una
            foto di tale squadra dei primi del Novecento, pubblicata
            nella relativa scheda in Wikipedia (scheda che, in ogni
            caso, non menziona affatto il nero fra i colori sociali del
            Roman), ove si vedono le calze mezze chiare e mezze scure, e
            ciò esclude che fossero tutte nere.
Speriamo che le
            maglie bianche siano sobrie e rispettose della tradizione,
            mentre la terza maglia, irredimibile degenerazione della
            contemporaneità calcistica, direi che va ignorata.
Ritengo anch’io, come
            Alessandro, che la presentazione con Totti o De Rossi, con
            sullo sfondo l’Ara Pacis si sarebbe potuta mediaticamente
            ‘vendere’ meglio, per quanto la cosa possa interessare noi
            tifosi.
per quanto rigurda i calzettoni penso che non sia centrale il tema del qual è stato il colore più usato (i 60 anni di calzettoni rossi con bordo giallo) ma piuttosto credo che bisognerebbe regolarsi o guardando alla prima casacca(le divise le lasciamo ad altri),e quindi il calzettone deve essere nero con banda giallorossa,oppure,visto che il colore come dici tu è stato scelto per motivi diversi da quelli della tradizione di Roma,si potrebbe prendere atto dell'errore fatto inizialmente ed accettare i calzettoni rossi con bordo giallo (GIALLO non arancione,e senza scritte dentro come mi è sembrato di vedere). Stesso discorso a questo punto vale anche per il colletto,bellissimo,ma quello della prima casacca non era così,ma va bhe; la prima cosa da cambiare st'altranno è evidentemente il solito arancione.
per quanto riguarda i calciatori che presenti negli ultimi 2 anni alla presentazione delle maglie , non c'è dubbio che ultimamente in campo siano stati di gran lunga più degni i ragazzi della pimavera quindi bene cosìper quanto riguarda
        il colore dei calzettoni, invece, penso  la questione non si a
        poi tanto contraddittoria perchè se così fosse la
        stragrande maggioranza delle 
        società calcistiche dovrebbe adottare dei
        calzettoni neri come alle origini. il  discorso è
        essenzialmente questa: il nero (o grigio?) usato dalla Roma,
        così co me da un'infinità di squadre a
        praticamente tutte le latitudini non nulla a che vedere con il
        concetto di origini, inteso come origini societaria, ma
        piuttosto con quello di origini inteso come albori del calcio;
        per riprendere quanto già d etto da te i calzettoni non
        avevano una benchè minima pretesa nei primissimi ann i
        della storia societaria di rappresentare un'emblema invece
        sintetizzato dalla maglia; a tal proposito, per pura
        osservazione "storica", farei un parallelo con  il colore degli stessi
        calzoncini, immaginando la pioggia di pareri contrastant i
        (magari, perchè anche e soprattutto tramite il confronto
        e eventualmente parer i accesi si mantiene vivo l'interesse e il
        rispetto della tradizione). infatti l a Roma ha giocato fino al
        finire degli anni 70 quasi sempre con calzoncini bianc hi salvo
        eccezioni in cui erano rossi o più sporadiche addirittura
        neri (i primi ssimi anni 50, se non erro). ma il punto è
        che come la Roma un numero infinito d i società
        calcistiche almeno nella sola italia ha  seguito questa usanza
        per poi  uniformarli
        (che parola de m...a, però penso che rende) ai veri e
        propri colori  sociali
        che erano quelli della sola maglia, eccetto in genere squadre
        che prese ntano nel loro stemma almeno in parte il bianco stesso
        
PS (mo giuro che la chiudo!): ho visto da immagini apparse su internet, per quan to riguarda la versione a maniche lunghe (ma magari è solo un prototipo), un par ticolare che se fosse come sembra per me rappresenterebbe un'involuzione: la SCOMPARSA DEI BORDI (ma 'na vorta nun se usavano i polsini?...,vabbè pur'io so de coccio!) GIALLI, presenti per fortuna (o meglio, come deve essere) nel versione a maniche corte.
non so come la
        giudichi, ma per me, ripeto, rappresenterebbe un'involuzione e
        in  quanto tale
        grave, specialmente per quanto riguarda e, non mi
        stancherò mai di dirlo, una cosa che per centinaia di
        migliaia di persone rappresenta un simbolo del proprio modo di
        essere.
        P.S.: qua ndo intendevo che se ti sta bene ok e se no non rompi
        il c...o non era riferito a questa maglia ma a un'ipotetica (si
        fa per dire visto che per me sarebbe la no rmalità)
        situazione in cui chi disegna la maglia (parlo al singolare
        perchè a me  interessa
        praticamente zero di eventuali seconde/terze maglie) rispetti le
        esig enze di noi tifosi che altro non sono se non l'applicazione
        alla lettere della t radizione societaria di cui prima
        perchè discutere sulla Roma squadra/società o su
        questioni riguardanti il tifo (e purtroppo, ormai il parallelo
        d'obbligo,sull e politiche di repressione ad esso legato)
        può essere anche pesante ma costrutti vo ma personalmente
        mi sono fracassato gli attributi a dover ogni anno assistere  a dibattiti su un
        qualcosa che per me, e penso di poter di dire per tutti noi,
        rappresenta semplicemente un'ovvietà! rispetto per la
        tradizione".
"Ciao Lorenzo, premesso che i nostri colori (quelli di Roma) sono giallo oro e rosso pompeiano, con le esatte gradazioni da te postate sul sito, volevo sollevare la questione che
anche il nostro simbolo, oltre alla maglia, necessiterebbe di una rivisitazione cromatica, senza sponsor che possano interferire!
e' ora di riprenderci i nostri colori, quelli della citta', e farlo per sempre!
solo cosi' facendo si potranno evitare confusioni che poi vengono assimilate dai meno esperti e cultori della storia della nostra squadra!
troppe volte si vedono (e si sono viste in passato, basti pensare agli anni 80!) bandiere, sciarpe e altro, che potrebbero essere del Lecce o di altre squadre!
la tradizione, per sua stessa definizione, e' tale perche' deve perdurare ed essere tramandata nel tempo!"
a parola "ocra" deriva dal greco "ὠχρός" che significa "giallo"
In effetti colletto e bordi
            oro con sponso arancio non si potrebbe certo definire
            ….bello da vedere. Quindi  si è scelto il male
            minore(dato che lo sponsorpare ci debba essere!!!)".
          
Ciao
        Lorenzo,
        
scrivo
        solo per ribadire che, sarà per un discorso di luce o per
        la resa televisiva, la differenza tra la vecchia maglia e la
        nuova non è stata minimamente apprezzabile ieri... dal
        vivo e dalle foto disponibili su asromastore si nota molto di
        più la diversa tonalità del rosso:
VS
        
        
se
        a questo agggiungiamo l'eliminazione dei 2 difetti più
        vistosi della maglia dello scorso anno (il collo a bavaglino e i
        kapponi sui fianchi) io personalmente la promuovo con un 7
        pieno... magari questa mail non aggiunge nulla al discorso visto
        che presto o tardi la maglia la vedremo tutti dal vivo,
        però mi sembrava giusto farlo notare dopo aver letto su
        facebook e youtube decine di commenti del tipo "è
        cambiato solo il colletto"...
        
Saluti
        e sempre complimenti
        
Marco

Ho visto sul sito www.youtube.com la presentazione della nuova divisa della Roma per la stagione 2012/2013.
Volevo sapere da te un parere riguardo questa nuova divisa.
Per me va bene tutto. Vanno bene i colori della maglia, va bene il colletto nuovo a v, vanno bene i calzoncini bianchi e i numeri e il cognome dei giocatori dietro la maglia
di colore bianco.
Ma a me proprio non mi stanno bene i calzettoni di colore rosso con risvolto giallo.
I calzettoni della divisa della Roma devono essere di colore nero, perché come ho visto anche grazie al tuo sito internet, la Roma quando è stata fondata nel 1927
aveva la divisa con maglia giallorossa, i calzoncini bianchi e i calzettoni neri. Ovvero i colori della nostra divisa originale ereditate dalla squadra del Roman quando la Roma fu fondata nel 1927.
I colori della tradizione della Roma.
Proprio, quei calzettoni rossi non li sopporto. La Roma secondo me, deve avere la stessa divisa con i calzettoni neri che aveva fino alla stagione appena conclusa
perché quelli sono i colori delle origini della Roma.
E’ vero che per esigenze di merchandising le divise vanno cambiate, ma secondo me i colori della divisa del 1927 non si devono toccare.
Ti invito con questa e-mail a tenerlo presente, perché quelli sono i colori della divisa originale della Roma.
I calzettoni devono
          essere di colore nero.
Fammi sapere per favore
        tu cosa ne pensi.
    
    
1° giugno 2012:
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