LE MANIFESTAZIONI COREOGRAFICHE

1) Le fanfare tribali
Una delle più antiche forme di manifestazione in Inghilterra è il suono di centinaia di raganelle che sono dei manici dotati di una ruota dentata (di legno o di plastica) che vengono fatte girare in modo che il secondo componente della raganella, un legno piatto, picchi in maniera cadenzata contro ogni dente. Molto popolare tra le due guerre è ora misteriosamente caduta in disuso.
E’ stata sostituita dall’ancora più rumorosa tromba per clacson e da una specie di sirena da nebbia portatile, formata da una bomboletta di gas che, compressa ritmicamente da un pistone, consente l’emissione di una serie di suoni assordanti che spesso danno il via alla cadenzata battuta di migliaia di mani.
Nell’Europa continentale le tribù del calcio impiegano anche fanfare più tradizionali. Spesso vi sono dei tamburi, suonati da intere  file di tifosi che battono il ritmo come selvaggi intenti ad eseguire una danza di guerra con i tam-tam. Per gli inglesi il suono di queste trombe e questi tamburi è troppo casuale. Sembra ripetersi indipendentemente da quanto avviene in campo. Le tribù del calcio britanniche preferiscono che le loro manifestazioni canore si susseguano secondo l’andamento del gioco.


2) La tempesta di carta.
Una specialità del Sudamerica, che ora si è diffusa anche in Europa, è la spettacolare tempesta di carta che saluta la squadra di casa quando entra in campo.
Questa manifestazione ha origini antiche. Deriva dal lancio dei confetti ai matrimoni, alle feste religiose e ai carnevali. A sua volta le cerimonia dei confetti deriva dall’antichissima pratica di lanciare manciate di grano, o riso, sul capo della gente in occasione di particolari celebrazioni.
Tale usanza, oltre ad essere considerata un rito di fertilità, ha le sue radici nelle pratiche per scacciare gli spiriti maligni.
Nelle occasioni importanti la tempesta di carta è spesso accompagnata dal lancio di lunghi rotoli di carta igienica, che si aggiungono al nuvolone di frammenti svolazzanti.

Tempesta di carta in Argentina


3)  I fumogeni e le torce
Un altro antico modo per scacciare gli spiriti maligni nelle occasioni importanti era quello di accendere falò, o di provocare del fumo, tutte pratiche riprese talvolta dal calcio. Il lancio di bombe fumogene (che spesso producono fumo dei colori della squadra) è diventato una vera e propria minaccia perché oscura la visuale causando l’interruzione del gioco, mentre funzionari terrorizzati scalciano coraggiosamente via le bombe fumanti. Ma, come la tempesta di carta, anche il lancio di bombe fumogene ha precedenti antichi tra i popoli superstiziosi. E nessun popolo è più superstizioso di quello del calcio.

Fumogenata a Roma

4) La foresta di bandiere
La manifestazione più diffusa è quella dello sventolio di una foresta di bandiere colorate. Riservata alle occasioni più importanti, è comunque praticata in tutto il mondo. Per le partite di cartello un’orda di portatori di bandiere converge allo stadio in colonne disordinate, con le bandiere in testa come gli alfieri degli eserciti medievali. Una volta allo stadio sfilano tutt’intorno e, raggiunti i propri posti, alzano le bandiere e le sventolano lentamente da un lato all’altro.
Lo spettacolo raggiunge il climax nel momento in cui le squadre entrano in campo. Ed è ripreso ad ogni goal e al fischio finale.
Non esistono altre manifestazioni così pittoresche in altri contesti della società moderna.
Nelle partite ordinarie manca la grande foresta di bandiere ma ci sono alcune bandiere isolate nella folla che vengono sventolate di tanto in tanto o appoggiate alle ringhiere  ed ai muretti divisori. Nell’Europa continentale recentemente (non dimentichiamo che il libro è dei primi anni '80, n.d.L.) si è diffusa la tendenza a costruire bandiere di proporzioni sempre più gigantesche, tali da impedire la visuale a intere fasce di spettatori. Le lamentele, tuttavia, sono rare perché le dimensioni degli striscioni sono simbolo di prestigio - più è grande, più la squadra è forte - e chi oserebbe discutere?

Foresta di bandiere in Argentina: solo i capi hanno il diritto di reggersi
alle strisce di stoffa che scendono in verticale

5) La sciarpa
L’abitudine inglese di portare sciarpe colorate ha scatenato due forme di manifestazione: quella della sciarpa tesa e quella della sciarpa roteata.
L’uso più comune è quello della sciarpa tesa: un gruppo massiccio di tifosi alza le braccia sopra la testa con la sciarpa tesa orizzontalmente. L’esposizione frontale dei colori tribali è massima, e quando il gesto è compiuto simultaneamente da centinaia o migliaia di tifosi, il colpo d’occhio, diretto ai tifosi avversari, è magnifico.
Il gesto della sciarpa tesa è limitato generalmente  ai momenti in cui la squadra realizza un goal, ma può anche essere compiuto ogni volta che i fans ammassati sulle gradinate sentono il bisogno di dimostrare la loro fedeltà alla squadra. Solitamente, e significativamente, il gesto è accompagnato dal canto “You’ll never walk alone” (non sarai mai sola) che contribuisce ad affermare il senso di appartenenza alla tribù.
Il gesto della sciarpa roteata non è altrettanto frequente. E’ nato dall’abitudine di annodare la sciarpa attorno al polso invece che al collo, per dimostrare disprezzo per il freddo. I fans così bardati alzano il braccio e ruotano il pugno. La sciarpa gira rapidamente in aria creando un mare di colori in movimento.

Sciarpata dei tifosi del Liverpool FC


6) Il salto di gioia
La reazione più istintiva al goal è quella di saltare selvaggiamente sulle gradinate, sventolando le braccia in aria. Non si tratta di una manifestazione studiata, ma di uno scoppio emotivo.
Da qui però è nato un nuovo rito: una massa di corpi prende improvvisamente a saltare sinché intere sezioni di pubblico sembrano un mare in tempesta. Questo tipo di salto è abbastanza recente (ora in Inghilterra non si esulta più così: peccato, era molto spettacolare, n.d.L.) e può essere nato come imitazione dei balli ai concerti di rock punk.
Un importante elemento tradizionale del salto di gioia che è quasi scomparso è l’antico “lancio del cappello”. Lanciare qualcosa in aria  nel momento della vittoria era un gesto popolare negli anni passati, ma negli anni Cinquanta è andato scomparendo. Lo conferma Joe Mercer, scrivendo nel 1964 di una partita del 1950: “Ero presente... e sono stato testimone di uno spettacolo che non avevo mai visto prima, neppure a Wembley... i programmi venivano lanciati in aria, ricadevano e venivano rilanciati. Uomini, donne e ragazzi facevano il girotondo, si stringevano la mano e si battevano pacche sulla schiena e lanciavano cappelli (che non appartenevano a loro) in aria. Scommetto che quel giorno sono stati persi cappelli a migliaia, ma nessuno se ne curava”.
Da allora gli uomini non hanno più portato cappelli e i programmi sono diventati oggetti da collezione, il che spiega come mai il gesto del lancio in aria sia gradatamente scomparso.
Oggi, l’unico momento in cui vengono lanciati oggetti regolarmente è quando una squadra vince una coppa e compie un giro trionfale del campo per mostrare il trofeo ai tifosi. Molti fans, allora, gettano in campo i loro cappelli, le sciarpe, i portafortuna, nella speranza che uno degli eroi tribali ne raccolga qualcuno e lo porti con sé nel giro trionfale. Di  solito molti giocatori sono tanto compiacenti da esaudire questi desideri, rendendo valido il sacrificio dell’oggetto lanciato.

Lazio / Roma 3-3
29 novembre 1998
Passerella dei giocatori sotto la Curva Sud 
con le bandiere lanciate loro dai tifosi


7) Il battimano sincronizzato
Si tratta di un’invenzione inglese che ha avuto origine, si dice, nel Kop di Liverpool. Originariamente doveva trattarsi di un semplice modo di applaudire, ma ora è completamente differente. Non soltanto il suono che ne risulta è molto diverso, ma viene eseguito nei momenti in cui non ci sarebbe motivo di applaudire.
Ha tre qualità specifiche:
- segue uno schema ritmico;
- è perfettamente sincronizzato tra tutti i fans e
- viene eseguito con le mani alte sopra il capo invece che nella posizione consueta  davanti al petto.
Il gesto risulta così ben visibile e ha un caratteristico suono staccato.

Battimani nella Curva Sud di Roma
E’ sorprendente quanto i fans, seppure numerosissimi, siano in sincronia. 
Film proiettati al rallentatore rivelano che il grado di sincronia supera 1/64 di secondo. Il film al rallentatore  gira per 64 fotogrammi al secondo ed esaminando le differenti posizioni delle mani, fotogramma per fotogramma, si nota che tutte sono nella medesima posizione, 
in ogni fotogramma.
Lo psicologo Peter Marsh, che ha condotto questa analisi è restato assolutamente sorpreso che un simile grado di sincronia potesse essere raggiunto da un qualsiasi gruppo sociale: “...le battute di mani intermittenti hanno una precisione probabilmente maggiore di quella raggiunta dalle bande militari perfettamente addestrate... Il grado di errore è minimo. E’ un mistero come si possa ottenere una simile precisione, in quello che la maggior parte della gente vede come un caos... Si tratta di una manifestazione di una precisione che rasenta l’assurdo”.


8) I gesti di massa
I gesti sono frequenti agli incontri di calcio. C’è il gesto a  V della vittoria, il pollice su, il segno di OK, la mano sventolata, in caso di vittoria. Quando lo stato d’animo della folla è di rabbia o di derisione, si vedono invece pugni o indici scossi in aria, insulti con le dita e altre specialità locali. Non si tratta però di manifestazioni di massa, rituali di gruppo, ma di sfoghi individuali di spettatori non più in grado di controllarsi. Ci sono solo due esempi di gesti di massa, in cui una foresta di mani si alza all’improvviso.
Il primo gesto è piuttosto recente. I tifosi di casa lo usano quando un giocatore avversario commette un errore o quando i tifosi avversari cantano qualcosa che dà loro fastidio. Centinaia di mani si alzano e, con le dita piegate, mimano il movimento della masturbazione maschile. L’implicazione è che i tifosi rivali non sono abbastanza uomini da attrarre le ragazze e devono ricorrere alla masturbazione per soddisfare i propri bisogni sessuali.
L’altro gesto è usato solo dai tifosi della squadra che sta vincendo. Tutti i tifosi alzano un braccio e indicano con le dita il numero di goal segnati dalla squadra. Poi la mano è spostata in avanti come a lanciare il punteggio in faccia agli avversario. Il gesto è compiuto lentamente ed è accompagnato da un canto che indica in modo ironico il risultato acquisito.


9) I richiami della giungla
I richiami di massa comprendono gli urli di protesta (in caso di decisioni sbagliate o di contrasti fallosi degli avversari) , gli evviva (quando la squadra segna), i ruggiti (in previsione di un successo), gli urli di scherno (come lamento per un grave errore), i gemiti di sollievo (quando la squadra  evita un disastro) e i lamenti (che esprimono il disappunto per una sconfitta).
A volte i fischi sostituiscono gli urli di protesta, soprattutto in Italia, ma in Inghilterra sono usati piuttosto per chiedere all’arbitro di porre fine al gioco (quando la squadra vince ma potrebbe ancora soccombere agli avversari).
 Sono richiami primitivi, non verbali, non specifici del calcio, anche se vengono usati alle partite più che ad altri pubblici eventi.
Ma ci sono almeno tre richiami della giungla di cui la tribù del calcio pare avere l’esclusiva.
Sono il “ringhio di massa”, l’ ”urlo del portiere” e il “richiamo  della scimmia”.
Il “ringhio di massa” è una specie di urlo animalesco lanciato dapprima da pochi fans e che poi si diffonde lungo le gradinate aumentando di volume e creando un’atmosfera sinistra di aggressività frustrata.
L’ ”urlo del portiere” viene lanciato quando il portiere avversario sta per effettuare una rimessa dal fondo, dal lato del campo su cui si trovano i tifosi di casa. Si tratta di un grido di massa che inizia piano con un ERRRR e gradualmente si alza in un OUUU per terminare in un AAAAH a pieno volume. L’effetto è quello di un gemito che diventa un ruggito e che termina in uno strillo. A volte è sottolineato da un fischio che si fa sempre più acuto. Il verso è inteso a  farsi più intenso proprio nel momento in cui il portiere calcia la palla, con la speranza di fargli perdere la concentrazione.
Infine, il “richiamo della scimmia” è riservato ai giocatori neri della squadra avversaria. E’ un OUUGH-OUUGH-OUUGH simile al verso delle scimmie, cantato dai fans quando il giocatore in questione corre con la palla, nel tentativo di fargli perdere la concentrazione. A un estraneo il richiamo della scimmia può parere spiacevolmente razzista, ma la realtà non è così’ semplice.
Qualsiasi caratteristica esterna di un giocatore avversario, la pelle nera, i capelli rossi, le gambe corte, il naso grosso, la testa pelata può essere usato contro di lui, e il richiamo della scimmia, visto in questa ottica, non è tanto anti-razziale, quanto anti-rivale.
I giocatori neri ne sono consapevoli e lo considerano un incerto del mestiere. Sanno benissimo che se segnano loro un goal i loro fans li portano alle stelle.
Nelle tribù del calcio la devozione fanatica alla propria squadra e l’avversione per le squadre avversarie manifestata con qualunque mezzo prevalgono su qualsiasi altra considerazione.


10) I falsi funerali
I rare occasioni vengono messi in scena falsi funerali. Questi elaborati rituali sono compiuti da pochi fanatici più che dalle masse.
La cerimonia consiste nel trasporto di una bara fasulla, ma costruita a grandezza naturale, attorno allo stadio dopo che si è battuta un’équipe particolarmente forte e temuta. Il gesto è compiuto da un gruppo di tifosi della squadra vincente come estremo insulto agli ex favoriti. Sul coperchio della bara la frase “riposa in pace” si riferisce sempre ai perdenti.

Falso funerale dedicato alla Lazio in occasione dello scudetto della Roma 2000/01
****** Una singolare usanza del 1920 nei paesi sudamericani: i tifosi locali saltavano, fischiavano, lanciavano evviva e sventolavano fazzoletti bianchi quando le loro squadre segnavano: questa era la parte del pubblico più tranquilla, il resto sventolava pistole. Caricate a salve, le rivoltelle venivano puntate in aria e in quella direzione gli spettatori sparavano col preciso intento di terrorizzare i giocatori in trasferta, che non avevano dubbi su ciò che i tifosi di casa volevano fare di loro.******

Nel 2006 tutto diviene molto più tranquillo. Uno splendido gesto di massa è la valanga (avalancha) dopo il gol:

Grêmio /Vasco da Gama
Grêmio /Flamengo
Grêmio/Nautico
Grêmio/Paranà
Grêmio/Fluminense


11) Il carosello di macchine
Una volta terminata la partita, i tifosi che si sono recati in auto allo stadio, coprono la macchina con le bandiere della squadra e tornano a casa suonando il clacson e sventolando bandiere dai finestrini, in una parata trionfale.

Carosello vicino al Colosseo
La manifestazione segue abitualmente solo le partite di coppa, ma può essere adottata anche in caso di derby locali, tra due squadre rivali di lunga data. I tifosi compiono il viaggio verso lo stadio con le sciarpe sventolanti dai finestrini e gli adesivi e i portafortuna in vista, ma in caso di vittoria gli addobbi dell’auto sono infittiti, il chiasso aumenta e a volte intere famiglie si sporgono dai finestrini o si appollaiano precariamente sul tetto della macchina.
In alcuni centri del Mediterraneo le auto tutte pavesate sfilano avanti e indietro per le strade principali in fitta processione interrompendo la vita della comunità per dare la lieta novella.
Nelle città più grandi e sofisticate, tutto diventa più difficile, le paralisi della vita metropolitana sono più consistenti e durature, allora si scatenano le vibranti proteste degli osservatori di costume. In Italia, ad esempio, si è insorti a più riprese contro le manifestazioni di piazza dei tifosi e durante tali contrasti i moralisti hanno parlato di orde primitive, di tribù, non rendendosi conto che a parte l’errore di vedere in tali manifestazioni solo l’aspetto negativo, in qualche modo, avevano intuito qualcosa di più di un semplice sfogo di appassionati del calcio nel movimento di massa di notevoli proporzioni.

La divisa

I ranghi

Le manifestazioni coreografiche

Le fotografie

La violenza

I canti

I video

Gli anni 70'-'80 in Italia e non solo

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