PRESENZE


29.11.1998
Lazio/Roma 3-3
il gol di Marco

11.04.1999
Roma/Lazio 3-1
Il primo gol di Marco

11.04.1999
Roma/Lazio 3-1
Il secondo gol di Marco

29.04.2001
Roma/Lazio 2-2
Il gol di Marco

27.10.2001
Roma/Lazio 2-0
Il gol di Marco

Intervista a Marco
il giorno dello scudetto
17 giugno 2001
Marco Delvecchio è nato 
il 7 aprile 1973 a Milano, è alla Roma dal 1995/96 e nei derby ha segnato il maggior numero di reti alla Lazio (9, come Da Costa).
Mai una lamentela, ha iniziato in salita tra i fischi della Curva Sud, meritandosi il rispetto e l'amore della sua curva per l'attaccamento alla maglia e la serietà


"...Ringrazio i tifosi per l'affetto; nelle storie d'amore c'è sempre
qualche screzio, ma voglio credere di aver lasciato un buon ricordo, e
quando tornerò all'Olimpico mi piacerebbe ricevere calore dalla gente, come d'altronde è sempre stato. Quando smetterò di giocare il mio futuro sarà comunque a Roma..."

Roma/Ascoli 2-2
Marco Delvecchio sotto la Sud alla fine si scusa per aver segnato contro la Roma
(15602 kb)

Lazio/Roma 2006/07
Roma/Ascoli 2006/07
"Marco Delvecchio intervenuto questo pomeriggio (26 aprile 2007. n.d.L.) ai microfoni di 1927, in diretta su Rete Sport ha rivelato il suo sogno, tornare a Roma. "Tornerei nella capitale anche a piedi, al minimo dello stipendio o addirittura gratis, poichè la felicità non ha prezzo, per questo non rifarei mai la scelta di andarmene. Anche se nato a Milano, Roma è la mia città, ne sono innamorato, i tifosi, la storia, e l'ambiente che si respira sono unici al mondo". "Dentro" continua l'attaccante dell'Ascoli "mi sento ancora un giocatore giallorosso, soffro per le sconfitte ed esulto per le vittorie della squadra." Delvecchio asserisce inoltre "Sono andato a Brescia per il mio egoismo, lo ametto!"L'attaccante dice di se: "Sono orgoglioso e testardo, ma non ho alcun problema a capire quando sbaglio. La mia è stata una scelta prettamente economica" dichiara "ed inoltre trovavo pochissimo spazio in squadra, ma col senno di poi non prenderei mai questa decisione. Sono innamorato di Roma e della Roma, farei tutto per tornarci." "Mi basterebbe - continua - addirittura essere tesserato per 2 partite, naturalmente questo è un sogno, se non dovesse avverarsi, il mio amore per questa maglia resterebbe il medesimo."
http://www.calciomercato.com/index.php?c=24&a=41104


Noi giovani d’oggi siamo nati nel periodo più buio del calcio, ormai in preda alla borsa e al merchandising, uno sport senza più valori e passione, ma soprattutto questo calcio ha visto ammainare tutte le sue bandiere. Le bandiere per qualunque tifoso sono importanti, sono quei giocatori a cui ti aggrappi nei momenti di sconforto, sono quei personaggi che rappresentano la tua gente, il tuo ideale e la tua città. Noi romanisti di bandiere ne abbiamo avute tante, perché tanti sono stati i momenti di sconforto, prima il popolo di Roma non era abituato alle coppe internazionali, ci bastava vincere un derby per essere felici.
Sono tanti questi giocatori, ma non li ho mai visti giocare con la mia maglia, massimo ho potuto sorridere vedendo la foto di Rocca insieme al CUCS in quella maledetta finale, ho potuto piangere ogni volta che ho tra le mani la foto di Ago oppure ho odiato chi ha rovinato la festa al Principe, però non ho voluto la possibilità di apprezzare le loro magie e la loro fantasia.
Quando inizia la partita mi fermo a guardare quell’immenso prato verde, mi isolo dai cori e dalle bandiere che sventolano incessanti, penso a quelli in campo e vedo solo 22 mercenari viziati che corrono dietro a un pallone, che non sanno apprezzare gli sforzi dei tanti ragazzi di strada che li seguono ovunque…ma poi in un attimo mille ricordi mi passano per la testa, uno per uno impressi indissolubili nella mia mente.
Tu, la mia bandiera arrivasti a Roma tramite uno scambio con l’Inter, ancora mi ricordo quando indossasti per la prima volta questa maglia, eri ancora uno sconosciuto in questo calcio malato. Non so cosa mi colpisce dite, forse la grinta che metti in campo e il rispetto che ci hai sempre portato, anche se a volte gli ingrati non ti hanno risparmiato fischi.
Ti ricordi Marco che ci salvasti nella tragica stagione di Bianchi, ti ricordi di quei tre gol al Napoli e la rovesciata con l’Udinese, niente mi cancellerà questi ricordi. Ti ho sempre apprezzato, anche quando qualcuno voleva mettere al tuo posto Fabio Junior, anche quando la gente ti fischia e osanna qualche altro pupazzo, oppure un presidente fantoccio vorrebbe metterti in qualche trattativa estiva.
Lo so Marco che tutto ha una fine, ma spero che tu da questa città non te ne andrai mai, svanirebbe il sogno di avere ancora in squadra un grande uomo e un grande campione, ma se dovesse succedere spero che questa curva ti renderà per sempre onore…
…e come dice il coro Marco facci ancora un gol, così che io possa scavalcare quelle maledette vetrate e abbracciarti, e darti anche tutta la mia grinta per vincere questa ennesima sfida.
SANGUE E ORO
Simone

La notizia della tua cessione mi ha veramente deluso, ormai sono veramente un paio i giocatori della ASR con cui chi  vive lo stadio in un certo modo possa in qualche modo identificarsi.
A me poi poco interessa se il tuo futuro sarà a Roma o altrove, se tornerai a vivere qui o no, perché niente potrà cancellare tutti gli anni in cui hai indossato sempre a testa alta i nostri colori, anche quando le cose non andavano nel verso giusto.
Per il tuo modo di fare, mai ruffiano nei confronti dei tifosi, dei giornalisti e del presidente hai subito una valanga di critiche; io invece ho sempre stimato questo modo di porsi, di non abbassare mai la testa e nello stesso tempo di non fare mai polemiche sterili, che, qui a Roma tanto fanno vendere giornali quanto fare audience alle peggiori emittenti radiofoniche.
Io ti ho sempre difeso, a volte sono andato anche per le ‘spiccie’, quando accadeva che se i brasiliani dietro bucavano o si improvvisavano centravanti, la colpa veniva data a te perché tre settimane prima avevi sbagliato un goal facile.
Anche nel festeggiare lo scudetto sei stato particolare, non ti sei prestato a prendere parte a quel baraccone del Circo Massimo, ma hai girato per Roma, con i nostri colori addosso, come uno di noi, perché quella festa era la nostra e non di un cantastorie in cerca di rinverdire una carriera in declino.
Io ero tra quelli che erano a Piacenza al tuo esordio in maglia ASR, bianca in quell’occasione: quando davanti alla bandierina del calcio d’angolo proprio sotto il nostro settore hai fatto la ‘tua’ finta, la solita, tutti a dire: “ahò questo è forte!”.
Poi ero tra quei pochi ultras che a Napoli, quando li hai purgati ed hai fatto il tuo primo ASR goal con un sinistro al volo, fummo caricati dalla polizia in maniera feroce, colpevoli di esultare e di venirti incontro, e che, comunque, anche in quell’occasione, non facemmo un passo indietro, mai.
Hai imbruttito a quel giullare di Gattuso quando l’anno scorso in Milan –Roma si è girato verso di noi e ci ha insultato dicendoci che eravamo dei matti: tu lo hai preso per un braccio e gli hai detto di stare zitto e di rispettarci.
Sono venuto a trovarti all’hotel che ospitava te e la tua nuova squadra e sei stato disponibile come sempre, manifestandomi la delusione per non aver potuto chiudere la carriera in maglia giallo-rossa e dicendomi di essere stato fiero di avere avuto per tutti questi anni il sostegno di ultras come noi;
ti ho regalato un ciondolo con una croce ‘Irlandese’, simbolo di fedeltà e coraggio, e te la sei messa subito al collo e ci hai giocato il giorno dopo contro i laziali, cui tante volte hai fatto male.
Marco, il passato non si dimentica e tu rimarrai sempre un calciatore da ricordare per tutti noi.
Good luck!
Gustavo

Ciao SuperMarco,
ho ventitre anni e con te (come tra l'altro con Aldair...) ho percorso quella strada che ti porta dall'andare allo stadio con qualcuno che ti ci accompagna in distinti o tribuna con la sacca con i "viveri" e tutto bardato di rosso giallo fino a macinare in ogni dove di Italia o di Europa a cantare a squarciagola il tuo odio verso le altre tifoserie e il tuo orgoglio di essere Romano.Io personalmente (anche se non penso di poter parlare a nome di tutti, ma è giusto cosi) non potrò dimenticherti mai, sei arrivato dieci anni fa, e sei diventato grande con noi, dalla Rometta del 94 fino al Bernabeu a vincere 0-1, hai visto Totti 18enne e lo lasci capitano e leader, per me sono cose importanti.Grazie Marco per i gol nei derby, per il collasso quando hai fatto quello del 2 - a nell'anno dello scudetto, grazie veramente.hai ricevuto tanto ma hai ricambiato come fanno i grandi, Roma Parma in panchina vissuta come noi in curva..qualcuno può anche dire che in fondo facevi il tuo lavoro ma per me che il calcio lo respiro rappresenti qualcosa di più..
Un abbraccio e in bocca al lupo.
Paolo


 
Stagione
Presenze
Reti
1995/96
24
10
1996/97
27
4
1997/98
27
7
1998/99
31
18
1999/00
28
11
2000/01
31
3
2001/02
27
2
2002/03
16
4
2003/04
8
3
2004/05
3
0
Napoli/Roma 1995/96


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