Da "GIALLOROSSI" - Dicembre 1980

DA QUEL GIORNO LA MIA VITA

E' STATA UN INFERNO
(Lugano, Svizzera, Novembre 1980)
L'appuntamento con il latitante è per le cinque del pomeriggio, in piazza del municipio. Quando arrivo, accompagnato dal collega Mario Biasciucci dell'Occhio, lui è già lì. "Come stai?", gli chiedo. "Male, grazie", risponde. Però non ha l'aria dell'individuo braccato, anche se le polizie di tutta Europa, in questo stesso momento, gli stanno dando la caccia. Lui, G.F., è l'ultra romanista che il 28 ottobre del 1979, allo stadio Olimpico, uccise con un razzo per le segnalazioni marine il tifoso laziale Vincenzo Paparelli. E' sereno, disteso, quasi disinvolto.
"Andiamoci a bere un caffé", dice."Poi vi racconterò tutto". Indossa un paio di jeans sdruciti, stivaletti a punta scalcagnati e un maglione che fanno a pugni con la camicia rossa della Cerrel, elegantissima e acquistata a Roma, in una boutique, quando ancora non doveva nascondersi."Adesso non potrei permettermela" aggiunge guardandomi con gli occhi socchiusi per il fumo della sigaretta."Non ho una lira".

E' DURO VIVERE DA LATITANTE?
"Altro che se è duro. Devi sempre correre, scappare, diffidare di tutti e di tutto. Ogni persona che incontri può essere un poliziotto. Per questo, ho deciso di farla finita. Tra venti giorni, un mese al massimo, mi costituirò, tornerò in Italia e affronterò il processo. Non ce la faccio più a tirare avanti così, sono a tocchi. Ho già contattato i miei avvocati, G.A. e P.V., per farmi consigliare. In fondo ho solo 19 anni e, anche se mi condanneranno, potrò ancora rifarmi una vita".
L'UOMO CHE HAI AMMAZZATO NE AVEVA 33. CI HAI MAI PENSATO?
"Cristo, se ci ho pensato. Non ho dormito la notte per il rimorso, questo è stato un anno d'inferno, il peggiore anno della mia vita".

Parlando, siamo arrivati davanti a un bar che tutti, qui a Lugano, chiamano "Caffè del Federale" perché tra la sua clientela, un tempo, c'erano parecchi neofascisti italiani in fuga. Proprio lì, a quel tavolo d'angolo, Marco Pozzan (notoriamente amico Freda e Ventura) rilasciò la prima intervista dalla clandestinità e Angelo Angeli, detto "golosone" per la sua passione per i Baci Perugina e il tritolo, riceveva gli amici sanbabilini e i "colleghi" della S.A.M., Squadre d'Azione Mussolini.
La domanda è inevitabile.

COME MAI CI HAI DATO APPUNTAMENTO IN QUESTO POSTO? CHI TE L'HA SUGGERITO?
"Nessuno, non sforzarti per capire, perché tanto arriveresti a conclusioni sbagliate. Non sapevo che i fascisti pascolavano qui, insomma non sono un "nero" se è questo che vuoi sapere, non ho alcun interesse per la politica. Caso mai sono giallorosso, la mia unica fede è la Roma".
ANCHE ADESSO, DOPO TUTTO QUELLO CHE E' SUCCESSO?
"Sì!"
DOVE HAI TRASCORSO QUESTO ANNO DI LATITANZA?
"In giro, facendo una vita infame e modesta. Ho tirato a campare".
CHI TI HA DATO I SOLDI PER SOPRAVVIVERE? SI, INSOMMA, CHI TI HA AIUTATO? LA VEDOVA DI VINCENZO PAPARELLI HA DETTO IN UN'INTERVISTA CHE C'E' QUALCUNO CHE TI PROTEGGE, CHE FINANZIA LA TUA FUGA.
"No, io so' disgraziato, non ho santi in paradiso. Per mantenermi ho dovuto lavorare a giornata. Ho fatto il lavapiatti, l'idraulico, il meccanico".
COME FACEVI A FARTI ASSUMERE?
"Dicevo di avere fame"
HAI MAI TEMUTO DI VENIRE SCOPERTO?
"Un'infinità di volte. La prima mi capitò subito dopo la disgrazia. Ero alla macchia da una decina di giorni. Presi un treno per tornare a Roma e mi trovai in uno scompartimento di seconda classe con diversi viaggiatori. Uno di loro era un poliziotto in borghese, lo capii dai discorsi. A un certo punto si mise a leggere il giornale. Con la coda dell'occhio vidi che stava guardando la mia fotografia e lo sentii eslamare: "Se mi capitasse tra le mani questo tipo qui, gli metterei la pistola in bocca e lo menerei pure". Per paura che mi riconoscesse, mi buttai una rivista in faccia e rimasi così per tutto il viaggio, facendo finta di dormire. Non ho mai pregato come quella volta. Anche di recente per poco non mi è venuto un colpo. Stavo rientrando nel mio rifugio, quando ho sentito una voce che diceva: "Giovanotto...". Mi sono girato e ho visto un gendarme che correva verso di me. "Stavolta è proprio finita" ho mormorato. Invece voleva solo un fiammifero. Gli ho regalato l'accendino dalla gioia quando me ne sono reso conto".
I VECCHI AMICI TI SONO RIMASTI VICINO?
"No, mi hanno abbandonato. Non c'è stato un cane che sia andato da mia madre a chiedere notizie. Perfino la ragazza mi ha piantato. Ha 18 anni. Non ho più avuto il coraggio di cercarla da quello stramaledetto giorno".
CHE COSA RAMMENTI DI QUEL POMERIGGIO?
"Tutto. Le grida della folla, il rumore del razzo..."
COME TE LO ERI PROCURATO?
"In un negozio, dove sennò? IL giorno prima del derby, approfittando del fatto che ero di riposo, mi sono trovato con i soliti amici. C'erano M.A., E.M. e altri"
TUTTI TIFOSI DELLA ROMA?
"Bé, dire tifosi è poco. Noi ciavemo er core giallorosso, Pruzzo è il nostro Dio e Liedholm il suo profeta..."
CHE COSA AVETE FATTO?
"Abbiamo studiato un programma per sostenere la squadra l'indomani"
RISULTATO?
"Siamo andati a comprare dei botti per fare un pò di casino, Nel primo negozio non c'era niente che facesse al caso nostro, ma nel secondo ci hanno fatto vedere dei razzi a luce rossa. "Sono pericolosi?" abbiamo chiesto. "No",ci ha risposto il proprietario. "Se li sparate orizzontali, a 50 metri si apre il paracadute e potete raccoglierli con una mano". Se non ci avesse detto così non li avremmo presi, siamo stati truffati, insomma. Oltretutto le istruzioni erano scritte in inglese e nessuno di noi capisce questa lingua. Soltanto dopo abbiamo saputo che si trattava di residuati di magazzino, che non si trovavano neppure più in commercio. Con 50mila lire ne abbiamo presi tre"
CHI VI HA DATO QUEI SOLDI? LA ROMA?
"Tutto sudore nostro. Ce li siamo procurati da soli. Noi del Commando Ultrà Curva Sud siamo sempre stati autosufficienti"
CHE COS'E' IL "COMMANDO ULTRA' CURVA SUD"?
"E' il fior fiore dei tifosi romanisti..."
DEI PIU' SCATENATI, VISTO CHE IL VOSTRO STEMMA E' UN TESCHIO CON UNA FOLGORE?
"Macché scatenati, noi ci agitavamo solo per rincuorare la Roma. Sono i "trascinatori" quelli che fanno casino. Loro sono dei delinquenti, armano anche i bambini. Noi abbiamo sempre usato bengala innocui"
LA SOCIETA' FAVORIVA LA VOSTRA ATTIVITA'?
"Non ci ha mai aiutato più di tanto. Ci dava i biglietti omaggio del servizio d'ordine e ci metteva a disposizione il magazzino"
BEL SERVIZIO D'ORDINE! NEL MAGAZZINO CUSTODIVATE I RAZZI. ALLORA SONO LE SOCIETA' A FAVORIRE LA VIOLENZA.
"No, la Società non c'entra. Il magazzino ce lo dava per le bandiere, Certo che ogni tanto qualcuno ci nascondeva anche i botti. Con i biglietti del servizio d'ordine, difatti, si passava dallo stesso cancello "E" da cui entrava il personale dello stadio. Non c'erano controlli. Quel giorno, ad esempio, i razzi me li ha portati dentro uno della Roma due ore prima dell'inizio. Io ero fuori con quelli del controllo".
POI CHE COS'E' ACCADUTO?
"I laziali si davano un gran daffare e così abbiamo pensato di controbatterli. Mi sono ritrovato in mano il primo razzo e l'ho acceso, ma ho dovuto agitarlo perché non partiva. A forza di muoverlo mi è sfuggito di mano, era la prima volta che lanciavo un ordigno simile. Subito dopo ho cercato di accenderne un altro, ma si è sprigionato un fumo densissimo. Nella nebbia ho visto la folla ondeggiare dalla parte dei laziali, nient'altro."
NON TI SEI ACCORTO DI AVER UCCISO UN UOMO?
"No, l'ho saputo dalla radio e dagli altoparlanti del campo".
ALLORA CHE HAI FATTO?
"Sono rimasto al mio posto a vedere la partita. Speravo che non fosse il mio, quel razzo maledetto. Verso la fine del primo tempo, però ho notato che i compagni mi guardavano in modo strano e ho cominciato ad allarmarmi. Appena hanno aperto i cancelli dello stadio me la sono squagliata. Mica poteva restare lì con scritto assassino in fronte".
QUESTA E' LA PRIMA VOLTA CHE AMMETTI DI AVER LANCIATO IL RAZZO OMICIDA. SE NON SBAGLIO, IN PASSATO HAI SCRITTO UNA LETTERA A UN GIORNALE NEGANDO TUTTO.
"Non sapevo più cosa fare per discolparmi, avevo perso la testa. Quel giorno non volevo fare del male a nessuno, tanto è vero che giravo a viso scoperto, senza fazzoletto sul volto come fanno gli ultrà quando decidono di menare le mani. Non sono mai stato violento. Certo, qualche volta mi sono picchiato con i laziali, ma tutto è finito lì. Ho sempre avuto paura di prenderle. Anche da bambino ero sottomesso a tutti. Nella mia zona mi chiamavano "pollacchione" e non mi rispettava nessuno".
ERI GIA' ROMANISTA A QUELL'EPOCA?
"Tifavo per la prima in classifica che era la Juventus. Poi ho scoperto la Roma e me ne sono innamorato. Ho cominciato ad andare allo stadio ad otto anni con mia sorella N. A 13 anni ho cominciato a lavorare perché non avevo più voglia di studiare. Con i primi guadagni mi sono comprato un abbonamento per la Curva Sud".
TORNIAMO ALLA TUA FUGA.
"C'è poco da dire. Quando i compagni, che sono rimasti allo stadio fino all'ultimo, mi hanno confermato che la polizia mi cercava per l'assassinio di quel tizio me la sono squagliata. Prima però ho telefonato a casa, a mia madre, dicendole che partivo per Pescara".
NON LE HAI DETTO ALTRO?
"E che so' scemo? Mica potevo dirle "ho ammazzato uno". Sarebbe svenuta al telefono".
AVEVI MOLTO DENARO CON TE?
"Duecentomila lire, tanto è vero che ho dovuto chiedere ospitalità a un amico. La sera dopo mi sono spostato, poi ho cominciato a vagare da un paese all'altro. Sono stato anche all'estero..."
COME VIAGGIAVI?
"In treno o con l'autostop. La polizia trascura gli autostoppisti, ha altro da fare".
ADESSO COME TRASCORRI LE TUE GIORNATE?
"Lavorando qua e là. La sera non esco mai, non vado neppure al cinema per paura che mi fermino per chiedere i documenti".
HAI PIU' VISTO I TUOI GENITORI?
"No, ed è questa la cosa che mi dispiace di più. Oltretutto io contribuivo al bilancio familiare. Prendevo 50mila lire alla settimana e le versavo quasi tutte in casa. Papà è un saldatore disoccupato, da solo non ce la fa a mandare avanti la famiglia".
DAVI TUTTO A LUI?
"Sì. Pensa che gli amici mi avevano soprannominato "Tzigano" perché, per non sporcare il vestito buono, andavo allo stadio conciato come uno straccione".
SEI PIU' TORNATO A VEDERE UNA PARTITA?
"No, mi è sempre mancato il coraggio. Ho paura di tradirmi per l'emozione. Ma un giorno ci ritornerò. Magari andrò in tribuna, non nella curva sud".
TI SEI PENTITO DI QUELLO CHE HAI FATTO?
"Se vedessi un ragazzo con dei razzi in mano glieli farei ingoiare. Mi sono rovinato la vita per quella robaccia".
A DIRE IL VERO TE L'ERI GIA' ROVINATA PRIMA. AVEVI GIA' AVUTO ALTRI GUAI CON LA GIUSTIZIA.
"Quali guai? Le mie sono sempre state stupidaggini. Ho preso 4 mesi per uno scippo, ma non avevo una lira. E da piccolo mi sono fatto pescare mentre giocavo dentro una macchina rubata da altri. Tutto qui".
COSA FARAI DOPO ESSERTI COSTITUITO?
"Scriverò una bella lettera alla moglie e ai figli di Paparelli per chiedere il loro perdono".
SPERI CHE TE LO RICONOSCANO?
"Sì. Quel disgraziato è morto, ma sono disgraziato anch'io che continuo a vivere con questo peso sulla coscienza".
HAI PAURA DI ANDARE IN GALERA?
"No. Ho paura di uscire. Sono sicuro che i laziali non dimenticheranno ciò che è accaduto e, prima o poi, verranno a cercarmi per pareggiare il conto.
Si è trattato di una disgrazia, maledizione, non di un delitto".

L'intervista è finita, prima di andarsene G.F. si dà una spolverata agli stivaletti a punta, da bullo di periferia che balla il liscio. "Presto ci rivediamo a Roma", dice. "Sto preparandomi per "L'ultimo Tango".

(Articolo di Gian Paolo Rossetti, "Oggi")


Lettera di Tzigano a "Il Tempo"


ENGLISH VERSION
SINCE THAT DAY MY LIFE
HAS BEEN THE HELL
(Lugano, Suisse, November 1980)
The appointment with the absconding is at 5 p.m. at the Municiple's Square. When I arrive, with my colleague Mario Biasciucci of "Occhio", he is already there. "How are you?", I ask him. "Bad, thanks", he answers. After all he has not the appearence of the pursued man, even if all the european police, at this moment, are hardly looking for him. He, G.F., is the AS Roma ultrà that on October 28th ottobre 1979, at the Olympic Stadium, killed with a sea-rocket tha Lazio fan Vincenzo Paparelli. He's calm, relaxed, almost sure of himself.
"Let's go and have a coffee", he says. "Then I'll tell you all". He wears a pair of ruined jeans, ruined boots and a sweater that contrast too much with the red Carrel's shirt, very elegant and bought in Rome, in a boutique, when he still hadn't to hide. "Now I couldn't take the liberty" he adds looking with almost closed eyes due to the cigarette's smoke.
"I don't have money". IS IT HARD TO LIVE AS ABSCONDING?
"Yes it really is. You must run, escape always, suspect of everyone and everything. Every person you meet can be a cop. Due to this, I have decided to finish. In a twenty days, one month, I'llo go back to Italy, I will go to the police and I will front the justice, I just can't carry on this way, I'm destroyed (in roman slang n.d.r.). I've already contacted my lawyears, G.A. e P.V., to get a suggest. I'm only 19 after all, and even if I'll be condamned I still can to re-do my life".
THE MAN YOU KILLED WAS 33. DID YOU THINL ABOUT THIS?
"Christ, I thought about it. I didn't sleep the night due to the remorse, this ahas been a hell-year, the worst year in my life".
While talking, we arrived in front of a bar that everyone here in Lugano call "Federal's Coffe Bar" because in its clients, once upon a time, tehre were a lot of italian neo-fascist escaping. Just there, at that angle-table, Marco Pozzan (friend of Freda & Ventura) gave his first interview from the absconding and Angelo Angeli, told "big greedy" due to his passion for Baci Perugina and tritol, entertained his friends from San Babila and his colleagues of S.A.M., Squadre d'Azione Mussolini. I can't avoid the question.
WHY YOU GAVE TO US APPOINTMENT IN THIS PLACE? WHO SUGGESTED IT TO YOU?
"Nobody, don't try to understand, because you'd reach wrong conclusions. I didn't know tha fascists were used to come here, I'm mot a "black", if it's this that you want to know., I don't have interest in politics. In case I am yellow-red, my only faith is AS Roma".
EVEN NOW, AFTER ALL WHAT'S HAPPENED?
"Yes!"
WHERE HAVE YOU BEEN IN THIS YEAR OF ABSCONDING?
"Travelling around, doing an abominable and moderated life. I tried to carry on".
WHO GAVE YOU THE MONEY TO CARRY ON? WHO HELPED YOU? THE PAPARELLI'S WIDOW TOLD IN AN INTERVIEW THAT SOMEONE PROTECT YOU, THAT PAYS YOUR ESCAPE.
"No, I am disgraced, I don't have anyone in the paradise. I had to work day by day to live. I did the dish-washers, the hydraulic, the mechanic".
HOW DID YOU GET THESE JOBS?
"I told to be hungry"
DID YOU EVER HAVE THE FEAR TO BE FOUND?
"Several times. First time was immediately after the disgrace. I was escaping since ten days. I catched a train to go back to Rome and I found a seat in a second class room with some different people. One of them was a cop, I understood it from their talking. At one point he started reading a newspaper. With the tail of my eye I saw that we was watching at tmy picture and I heard him saying: "If I could get in my hands this guy, I'd put my gun in his mouth and then I beat him". I threw a newspaper on my face to avoid him recognizing me and I stayed in that way all long the trip, pretending to sleep. I never prayed so much as that time. Even few days ago, I felt very fear. I was coming back in my haunt, when I heard a voice saying "Hey guy...". I turned and I saw a cop running towards me. "This time is really over" I thought. While he only was looking for a match. I gave him my lighter when I understood".
DID OLD FRIENDS SUPPORTED YOU?
"No, they left me. Nobody asked to my mother news about me. My girlfriend too left me. She's 18. I didn't have the courage to look for her since that bloody day".
WHAT DO YOU REMIND OF THAT AFTERNOON?
"Everything. The crowd screaming, the rocket's noise..."
HOW DID YOU GET IT?
"In a shop, obviously. The day before of the derby, I was on rest, so I met with the usual friends. There was M.A., E.M. and others"
EVERYBODY AS ROMA FANS?
"Well, to say fans is reductive. We have our heart that is yellow, Pruzzo is our Gos and Liedholm his prophet..."
WHAT DID YOU DO?
"We studied a program to support our team the next day"
AND SO?
"We went to buy something to do a bit of chaos. In the first shop we didn't find anything, but in the second one they showed us some rockets with a red light. "Are they dangerous?" we asked. "No",the owner answered. "If you shot them in an horizontal way, after 50 meters the parachutes opens and you can get them with your hand". If that man didn't say this, we wouldn't take them, we have been swindled. And after this the instructions were in english and we dont't speak this language. Only after we knew that they were old residued, no more in commerce. With 50 thousand lire we took three of them"
WHO GAVE YOU THAT MONEY, AS ROMA?
"All was our sweat. We gained by ourselves. We of the Commando Ultrà Curva Sud are auto-sufficient"
WHAT IS THE "COMMANDO ULTRA' CURVA SUD"?
"It's the cream of AS Roma fans..."
THE MOST VIOLENT, CONSIDERED THAT YOUR SYMBOL IS A SKULL WITH A THUNDER-BOLT?
"No, we're not violent, we got agitated only to support AS Roma. The "draggers" are the ones who do the chaos. They are delinquents, they give weapons to the children too. We always used inoffensive rockets"
THE AS ROMA SUPPORTED YOUR ACTIVITY?
"Not so much. AS Roma gave us some free tickets and gave us a room near the stadium"
WHAT A WONDERFUL SECURITY SERVICE! IN THAT ROOM YOU HIDED THE ROCKETS. SO, IT'S TRUE THAT FOOTBALL SOCIETIES FAVOURS VIOLENCE.
"No, it's not AS Roma fault. The room was for the flags. Yes, sometimes someone hided the rockets too. With the free tickets you can get in from the "E" gate. From that gate go in also the people who works in the stadium. There wasn't controls. On that day, for example, the rockets were taken inside from a AS Roma's worker two hours before of the kick off. I was outside with the security".
AND WHAT HAPPENED THEN?
"Lazio fans were working hard, so that we thought to fight them. I took the first rocket and I lighted it, but I had to shake it because it didn't work. Shaking it, it got off from my hands, it was the first time that I was using that sort of thing. Immediately after I tried to light another one, but a very dense smoke came out. In the fog I saw the Lazio fan crowd waving, nothing more."
DIDN'T YOU GET ADVICE TO HAVE KILLED A MAN?
"No, I knew it from the radio and from the speakers".
AND WHAT YOU DID?
"I stayed at my seat watching the match. I hoped that bloody rocket wasn't mine. But at the end of the first half I noted that my friends were looking at me in a strange way and I started to be alarmed. At the opening of the gates I went away. I certainly couldn't stay there with "killer" written on my head".
THIS IS THE FIRST TIME THAT YOU ADMIT THE LAUNCH OF THE KILLER ROCKET. IF I AM NOT WRONG YOU WROTE A LETTER TO A NEWSPAPER WHERE YOU SAID THE CONTRARY.
"I didn't know what to do, I lost my head. I didn't want to do anything bad to anyone that day, infact I was going around with discovered face, without hiding my face like ultrà do when decide to beat. I never been a violent. I boxed with lazio fans sometimes, that's true, but everything ended there. I always was afraid to be beaten. Even when I was a child I was under everybody. In my quarter I was nicknamed "big chicken" and nobody respected me".
WERE YOU ALREADY A ROMA FAN ON THAT PERIOD?
"I supported the first in the championship, which was Juventus FC. Then I discovered AS ROma and I felt in love with her. I started to go to the stadium when I was 8 with my sister. At 13 I started working 'cause I didn't want to study anymore. With my first gains I bought a season ticket for the Curva Sud".
LET'S GO BACK TO YOUR ESCAPE.
"There's few to say. When my friends, who stayed in the stadium till the end, confermed me that police were looking for me fue to the killing of that man I went away. But firstly I phoned to my mother, telling her that I was leaving for Pescara".
DIDN'T YOU TELL ANYTHING ELSE TO HER?
"Do you think I'm crazy? I certainly couldn't tell her "I killed a man". She would have fainted at the phone".
HOW MANY MONEY YOU HAD WITH YOU?
"200 thousand lire, infact I had to ask ospitality to a friend. The evening after I moved, then I started going from a town to another. I have been abroad too..."
HOW DID YOU TRAVEL?
"By train or by autostop. Police doesn't care about autostop, they have sometihng else to do.
AND NOW HOW DO YOU SPEND YOUR DAYS?
"Working here and there. I never go out on evening, I don't go to the cinema 'cause I'm afraid to be halted from police.
HAVE YOU SEEN YOUR PARENTS ANYMORE?
"No, and this is the thing that I miss more. Apart from this I gave my gains to the family. I gained 50 thousand lire in a week and I gave this money to my family for the most part of it.. My dad is desemployed, he can't carry on the family by himself".
DID YOU GIVE EVERYTHING TO HIM?
"Yes. You know, my friends nicknamed me "Tzigano" because I was very bad dressed at the stadium to keep clean my new suit".
DID YOU GET BACK TO SEE A FOOTBALL MATCH?
"No, I never had the courage. I am afraid of my emotions. But one day I'll go back. Maybe I'll go in the tribune, not in Curva Sud".
DID YOU REGRET FOR WHAT YOU DID?
"If I see a guy with rockets in his hands I would make him eat them. I ruined my life for that bad sort of things".
TO BE HONEST, YOU HAD YOUR LIFE ALREADY RUINED. YOU ALREADY HAD OYTHER TROUBLES WITH THE JUSTICE.
"Which troubles? All little things. I took 4 months for a theft, but I didn't have money. And when I was a child I got caught when I was playing in a car which was stolen by other people. That's all".
WHAT WILL YOU DO AFTER GOING TO THE POLICE?
"I will write a nice letter to the Paparelli's wife aand sons to ask them forgive".
DO YOU HOPE THAT THEY WILL?
"Yes I do. That poor man died, but I'm poor too as I live with this fact on my soul.
ARE YOU AFRAID OF JAIL?
"No. I'm afraid to go out of jail. I'm sure that Lazio fans will not forget what's happened and, one day, they will look for me. It has been a disgrace, Goddamn, not a delict".

The interview is over, before to go away G.F. cleans his boots."Soon we will meet in Rome", he says. "I'm preparing for the last dance".

(By Gian Paolo Rossetti, "Oggi")



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