SERIE B, CALCIOSCOMMESSE
CALCIOPOLI 2006 E SCANDALI VARI


LA SERIE B
- "Papà ho un scoop: la terra è rotonda".
- "Caro, non è uno scoop, tu lo hai scoperto ora ma lo sanno tutti da svariati secoli".
Apprendiamo quindi da "Il Tempo", addirittura in prima pagina (sic!), che la Roma è nata in serie B e che tale informazione viene ricavata dalla parole del Prefetto del 1927, come se fosse la polizia a stabilire promozioni e retrocessioni,
scovate da un centro di studi storico sulla squadra biancoceleste.
In realtà era sufficiente aprire Wikipedia per apprendere che le squadre che, unendosi, diedero vita all'A.S. Roma, nella stagione 1926-27 erano state retrocesse in serie B (allora Prima Divisione), mentre la Lazio era stata promossa in A (Divisione Nazionale) dalla Serie B (Prima Divisione).
La stagione precedente, 1925-26, in seria A (Prima Divisione) l'Alba arrivò seconda perdendo la finale scudetto con la Juventus (l'Alba era infatti arrivata prima nel girone laziale di qualificazione ed anche in quello interregionale di qualificazione alla fase finale) mentre la Lazio arrivò terza nel girone di qualificazione laziale e quindi non partecipò nemmeno alla fase interregionale di qualificazione, cui invece partecipò la Fortitudo (seconda nel girone laziale).
L'Alba venne quindi ammessa nella Divisione Nazionale, massima divisione per la stagione 1926-27.
Il campionato 1926-27 fu il primo campionato organizzato su base nazionale, con la denominazione di Divisione Nazionale (la serie A odierna) girone A e girone B.
L'Alba Audace arrivò penultima nel girone A e venne quindi retrocessa in Prima Divisione, la Fortitudo arrivò ultima nel girone B, venendo anche retrocessa.
La Lazio nella stagione 1926-27 militava, insieme al Roman Football Club, nella Prima Divisione, che quella stagione era la serie B dell'epoca, arrivando prima nel girone D ed ottenendo la promozione nella Divisione Nazionale (serie A).
Il dato di fatto, quindi, che emerge da questo "scoop" è che la Lazio non è stata 11 anni in B ma 12 (perché nella stagione 1926-27 stava in Prima Divisione, e quindi in serie B), sicché i romanisti dovranno aggiornare i loro cori.
L'A.S. Roma, invece, c'è stata solo un anno, pur essendo stata fondata da squadre che nella stagione precedente erano retrocesse in Prima Divisione (e se vogliamo dirla tutta, anche dal Roman Football Club che era appena retrocesso in Seconda Divisione).
Ma qui è difficile farne un coro. Troppo lungo.
L'insegnamento che si trae è: mai svegliare il lupo che dorme!

(Scoperta dell'ottobre 2016)
1960/61
                  Lazio/Lecco 0-1: la Lazio retrocede
1960/61 Lazio/Lecco
                  0-1: la Lazio retrocede
STAGIONI IN SERIE B

  • 1926-27 (new entry)
  • 1961-62 1962-63 1967-68 1968-69 1971-72 1980-81 1981-82 1982-83 1985-86 1986-87 1987-88
  • continua....
  • Il Vicenza
                  ferma Chinaglia e la Lazio retrocede in Serie B
    Roma, Via Muzio Attendolo, muro di Laziomania
    Glorious Wembley's
                  terraces watch SS Lazio champions against...
                  Campobasso!
    Gli spalti gloriosi di Wembley assistono alle prodezze della SS Lazie
    (Campobasso / Lazie 1-0)
    Lowfield
                  (Campobasso) score at Wembley against Lazie
                  (Campobasso/Lazie 1-0)
    Gli inglesi del Lowfield segnano a Wembley!
    (Campobasso / Lazie 1-0)

     
    Lazio, Cavese,
                          squadre di paese!
    Lazie-Chelsea?
    Lazie-Ipswich Town?
    Lazie-Tottenham?
    No!
    LAZIE-CAVESE!!!
    Ah già, hanno
                  giocato anche il ritorno...: Cavese/Lazio!
    Ricordatevelo sempre
    Giornale
                  Lancio del 23-24 aprile 1988, prima di Lazie/Barletta,
                  campionato serie B
    Serie B
                  1982/83, Lazio/Varese

    Lazie/Nottingham Forest o...
    Lazie/Monza?

    Sambenedettese/Lazio

    Luglio
                  1980, festeggiamenti per la retrocessione
    Luglio 1980, festeggiamenti per la retrocessione


    Anche la Primavera si dà da fare: stagione 2017/18


    CALCIOSCOMMESSE # 1

    Servizio video sul totoscommesse
    (1094 kb)
    Clicca per leggere
    La citazione a giudizio per numerosi calciatori della SS Lazie che si vendevano le partite 
    della loro squadra
    The vocation in front of the Court of Justice for many SS Lazie players who sold the matches of their team

    La SS Lazie in Tribunale:
    si riconoscono in seconda fila in alto a destra Bruno Giordano e Lionello Manfredonia.
    SS Lazie in front of the Court of Justice:
    up on the second row, on the right, you can recognize Bruno Giordano & Lionello Manfredonia

    Lionello Manfredonia 
    nell'aula del Tribunale
    Lionello Manfredonia at the Court of Justice
    In copertina: Bruno
                  Giordano
    "Un calcio allo sport"
    con Giordano in copertina
    Pino Wilson in carcere: si è venduto la Lazie
    Striscioni
                  della Curva Sud



    Il calcioscommesse del 1980 viene ricordato come lo scandalo più clamoroso e rovinoso dello sport italiano, per nomi di giocatori, dirigenti e club implicati e per gli effetti dirompenti sulla credibilità del nostro calcio, tradotti nel fiasco azzurro agli Europei di quell’anno e nel pauroso ridimensionamento delle presenze negli stadi nella stagione successiva, poi fortunatamente recuperato con la riapertura delle frontiere. Di quella vicenda restano nella memoria soprattutto due episodi: le auto della forza pubblica all’interno degli stadi, coi giocatori messi in manette subito dopo le partite (domenica 23 marzo), e il crollo della Nazionale italiana agli Europei organizzati in casa di lì a qualche mese, col povero Ct Bearzot privato per squalifica dei suoi due attaccanti-gioiello, Paolo Rossi e Giordano. Tutto prende il via il 1. marzo 1980, quando un commerciante romano di frutta all’ingrosso, Massimo Cruciani, presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, dicendosi vittima di una clamorosa truffa. Alcuni giocatori, tra i quali i laziali Wilson, Manfredonia, Giordano e Cacciatori, con cui è venuto in contatto in quanto fornitore del ristorante “Le Lampare” di proprietà di Alvaro Trinca, lo hanno indotto a scommettere clandestinamente su alcune partite di Serie A. Avrebbero provveduto loro a truccarle, così da rendere sicura la vincita. Solo che non tutti i risultati poi si sono verificati e lui è finito sul lastrico. Prendiamo dall’esposto la parte relativa a Milan-Lazio, significativa dell’intricato viluppo: «Per quanto riguarda Milan-Lazio del 6-1-80, i giocatori biancazzurri Giordano, Wilson, Manfredonia e Cacciatori si accordarono con Enrico Albertosi del Milan affinché si verificasse la vittoria di quest’ultima squadra. Per quest’ultima partita consegnai tre assegni da 15 milioni e due da 10 milioni a Giordano, Wilson, Manfredonia, Viola e Garlaschelli, affidandoli materialmente a Manfredonia. Ulteriore assegno di lire 10 milioni consegnai a Cacciatori, il quale provvide a incassarlo intestandolo a certo sig. Orazio Scala. Il Milan, da parte sua, contribuì alla “combine” con l’invio di lire 20 milioni liquidi che mi portò a Roma, nel mio magazzino, il giocatore di tale squadra Giorgio Morini, due giorni dopo il rispettato esito dell’incontro. In conseguenza dei citati accordi, e in cambio del loro contributo, Wilson, Manfredonia, Giordano e Cacciatori mi chiesero di puntare per loro 20 milioni sulla sconfitta della Lazio. La vincita di 80 milioni, d’accordo con i quattro, anziché consegnargliela, avrei dovuto usarla per pagare i giocatori dell’Avellino (Cattaneo, Di Somma, Pellegrini), i quali avrebbero dovuto perdere contro la Lazio la settimana successiva. Io e altri scommettitori, in base agli accordi di cui sopra, abbiamo scommesso per l’“accoppiata” costituita dai due risultati concordati, circa 200 milioni di lire: cifra perduta per il mancato rispetto dell’impegno assunto dalla squadra leccese, la quale ha pareggiato 1-1». Milan-Lazio aveva rispettato il copione, chiudendosi 2-1 con due spettacolari gol di Chiodi per il Milan e bandiera salvata (diciamo così) da Giordano a un minuto dalla fine. Il bubbone esplode quasi subito. Sono coinvolti alcuni tra i più importanti giocatori del campionato, appartenenti ad Avellino, Bologna, Genoa, Juventus, Lazio, Milan, Napoli e Perugia. Il 13 marzo la magistratura ordinaria blocca l’inchiesta della Federcalcio, che sta indagando, per tutelare il segreto istruttorio. E domenica 23 marzo viene spettacolarmente “arrestato il calcio”. Subito dopo le partite vengono eseguiti sotto i lampi dei flash una serie di ordini di cattura nei confronti di giocatori. Finiscono nel carcere romano di Regina Coeli: Pellegrini (Avellino), Girardi (Genoa), Cacciatori, Giordano, Manfredonia e Wilson (Lazio), Merlo (Lecce), Albertosi e Giorgio Morini (Milan), Magherini (Palermo), Casarsa, Della Martira e Zecchini (Perugia). Semplici ordini di comparizione invece per altri giocatori, tra cui i bomber Paolo Rossi e Savoldi, l’interno Dossena e l’ala Damiani. La Nazionale perde i suoi assi e pagherà caro all’Europeo, una manifestazione disertata dal pubblico. I giocatori vengono presto scarcerati, le indagini della giustizia sportiva riprendono e in estate arriva la sentenza: retrocedono in B Lazio e Milan, mentre Avellino, Bologna e Perugia vengono penalizzati di cinque punti per il torneo successivo. Il presidente del Milan dello scudetto, Felice Colombo, viene inibito a vita; quello del Bologna, Tommaso Fabbretti, per un anno. Pioggia di squalifiche anche per i giocatori: 6 anni a Pellegrini, 5 a Cacciatori e Della Martira, 4 ad Albertosi, 3 e mezzo a Giordano, Manfredonia, Petrini e Savoldi, 3 a Wilson e Zecchini, 2 a Paolo Rossi, 1 e 2 mesi a Cordova, 1 a Giorgio Morini, 6 mesi a Chiodi, 5 a Negrisolo, 4 a Montesi, 3 a Colomba e Damiani. In B, penalizzati di 5 punti Palermo e Taranto, lunghe squalifiche per Magherini (3 anni e mezzo), Massimelli (3 anni) e Merlo (1 anno). L’amnistia del 1982, dopo la conquista del titolo mondiale, condonerà tutti i residui di pena. Quanto alla giustizia ordinaria, il 23 dicembre 1980 tutti i giocatori implicati vengono assolti «perché il fatto non sussiste», cioè non ci fu la truffa ai danni di chi aveva scommesso.

    CALCIOSCOMMESSE # 2
    "È una storia che si ripete ciclicamente per la Lazio. Dentro lo scandalo scommesse del 1980, quello del blitz della polizia in diretta tv su «90° minuto», che la trascinò in B insieme al Milan; dentro anche all'inchiesta dell'86 che, a seguito del -9 inflitto dalla Giustizia sportiva, portò i biancocelesti sul ciglio della terza serie dopo un campionato di B vissuto sempre con l'acqua alla gola. Quindi lo scandalo dei passaporti falsi nel 2001 con la Lazio condannata a pagare due miliardi di lire per i documenti di Veron, argentino fatto diventare comunitario «ad hoc». Nel 2006, due anni dopo la bancarotta sfiorata, il terremoto di Calciopoli fa tremare la nuova Lazio di Lotito: -3 punti (-11 in primo grado) ed estromissione dalla Coppa Uefa. Nel 2011/12 «agentopoli», le irregolarità sui tesseramenti di Zarate e Cruz, e ora la nuova bufera calcioscommesse. Non si finisce mai".
    (Il Corriere della Sera, 28 maggio 2012)






    CALCIOPOLI 2006


    WIKIPEDIA
    Calciopoli (come Moggiopoli solo dalla Gazzetta dello Sport, Sistema Moggi, Piedi Puliti) è uno dei termini mediatici con cui è stato identificato uno dei più grandi scandali ad aver mai investito il mondo del calcio italiano. Pur avendo avuto luogo tra il 2004 e 2006, è emerso solo il 2 maggio 2006 grazie ad alcune intercettazioni operate dal tribunale di Torino e soprattutto da quello di Napoli ai danni delle dirigenze di alcuni tra i più importanti club italiani: Juventus F.C., A.C.F. Fiorentina, S.S. Lazio e A.C. Milan. Sotto accusa in un secondo filone d'indagini anche la Reggina Calcio e l'Associazione Calcio Arezzo.
    L'accusa principale è di illecito sportivo, verificato nel tentativo di aggiustare gli appaiamenti arbitrali per determinati incontri di campionato o di intimidire (o corrompere) gli arbitri assegnati affinché favorissero le azioni conclusive di una squadra a danno dell'altra.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Calciopoli
    LA LAZIO
    Il ruolo di Lotito
    Scrive Stefano Palazzi: "Il presidente della Lazio Claudio Lotito per favorire una migliore posizione in classifica della sua squadra ha intessuto costanti e pressanti rapporti con rappresentanti dei vertici federali affinché questi esercitassero pressioni sui designatori arbitrali. Tali condotte in considerazione della posizione di preminenza di tutti i soggetti coinvolti nella vicenda avevano lo scopo di garantire a Lotito i favori arbitrali necessari al raggiungimento del suo fine illecito sotto il profilo disciplinare".
    La confessione di Mazzini Il procuratore federale riporta testualmente quanto raccontato da Cosimo Maria Ferri ai giudici di Napoli: "Qualche giorno dopo la partita Chievo Lazio o Lazio Chievo io parlai con il Mazzini, non so se telefonicamente o da vicino, e lui disse che aveva favorito la Lazio facendo designare un arbitro toscano che mi pare essere Rocchi... e ricordo di averne parlato con Lotito e ricordo pure che lui mi confermò, magari non intermini espliciti, che Rocchi aveva arbitrato la partita in favore della Lazio".



    SCANDALI VARI

    Telefonata tra Delio Rossi e Lotito per "ammorbidire" il Lecce
    prima di Lazio/Lecce 2006/07


    Scandalo Calcioscommesse 2011: sopra, l'ex bandiera della Lazio Beppe Signori, arrestato nell'inchiesta.

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