XIV Giornata
ROMA - UDINESE 1-2
Roma, Stadio Olimpico
domenica 4 gennaio 1998
ore: 14:30

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Tabellino partita:
ROMA: KONSEL, CAFU, PETRUZZI, ALDAIR, CANDELA, TOMMASI (31' ST VAGNER), DI BIAGIO, DI FRANCESCO, PAULO SERGIO (28' ST DELVECCHIO), BALBO, TOTTI. (12 CHIMENTI, 3 DAL MORO, 8 SCAPOLO, 16 PIVOTTO, 19 GAUTIERI). 

UDINESE: TURCI, BERTOTTO, CALORI, PIERINI, HELVEG, STATUTO (40' ST GARGO), GIANNICHEDDA, BACHINI, POGGI (44' ST GENAUX), BIERHOFF, AMOROSO (29' PT LOCATELLI). (32 FREZZOLINI, 6 WALEM, 25 D'IGNAZIO, 27 CAPPIOLI). 


ARBITRO: COLLINA DI VIAREGGIO. 

RETI: NEL ST 4' E 11' BIERHOFF, 14' BALBO SU RIGORE. 
RECUPERO: 2' E 4'. 
ANGOLI: 6-0 PER LA ROMA. 
NOTE: CIELO COPERTO, TEMPERATURA FRESCA, TERRENO IN DISCRETE CONDIZIONI. SPETTATORI: 58.917, INCASSO UN MILIARDO 921 MILIONI 595 MILA LIRE. ESPULSO AL 48' DEL SECONDO TEMPO HELVEG PER DOPPIA AMMONIZIONE. AMMONITI: PER GIOCO SCORRETTO ALDAIR, GIANNICHEDDA E PIERINI; PER COMPORTAMENTO ANTIREGOLAMENTARE DI FRANCESCO. USCITI IN BARELLA: AL 28' DEL PRIMO TEMPO AMOROSO PER UN INFORTUNIO ALLA SPALLA, AL 40' DEL SECONDO TEMPO STATUTO PER UNA BOTTA AL PIEDE. 



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Corriere Della Sera

Bierhoff non fa sconti: k. o. anche la Roma

L' Udinese passa all' Olimpico e si candida ufficialmente alla corsa scudetto. I bianconeri colpiscono due volte a inizio ripresa. Inutile il rigore segnato da Balbo per un fallo dubbio

Un gol all'Inter prima della sosta, una doppietta per aprire il '98: il centravanti tedesco si conferma arma segreta dei friulani

ROMA - Bierhoff sgonfia i sogni romanisti in sette minuti e il "boom" friulano irrompe credibile nella lotta - scudetto. Le sintesi micidiali ribadite dall'Udinese ne certificano lo stato di grazia a tutto pressing per soffocare qualsiasi opposizione, senza sprecare quasi nulla quando scatta l'azione ribaltante. Certo, la difesa giallorossa e' una vigna quando Candela mortifica un lungo periodo di tentativi "zemaniani", avvitandosi nell'alleggerimento presuntuoso che scatena Poggi. Petruzzi non contrasta il rubapalloni e l'asso Oliver, smarcato sotto misura, castiga Konsel. Stanno arrivando i disincanti per gli allievi zonaroli dell'integralista boemo, in visibile calo energetico? Bloccati Cafu e Paulo Sergio, come l'accoppiata Candela - Di Francesco sull'altra corsia, la Roma arriva al patatrac per consunzione di propositi offensivi sempre bloccati centralmente, dove l'equilibratore Di Biagio annaspa fra l'ex Statuto e Giannichedda. Ritmi frenetici, ma l'intensita' esclude accensioni imprevedibili oltre la siepe montata da Zaccheroni, deciso a sfrattare Zeman dal calcio redditizio. No, l'Udinese non ha nessuna voglia di ravvivare l'annunciato festival dello spettacolo e adopera tanto Bachini quanto Helveg nei raddoppi su Paulo Sergio o Totti. I giallorossi girano a vuoto. Il dominio sterile e privo di profondita' frutta fino all'intervallo pochi spiragli: un'idea Paulo Sergio - Cafu, con l'evanescente Balbo anticipato da Calori; un tiro spropositato (Di Francesco, attivato grazie ad una scivolata di Pierini, che diventerebbe propizia per Paulo Sergio se non rimediasse sempre Calori); un rigore inutilmente reclamato da Totti. Sono i conteggi provvisori di un assalto illusorio, di una formazione romanista troppo allungata per non pagare lo sforzo prodotto. Cosa possono tre centrocampisti (Tommasi, Di Biagio, Di Francesco) privi di qualita' e costretti ad organizzare il reparto nevralgico nell'inferiorita' numerica? Questo e' il momento magico di "Zac", l'allenatore gia' contattato da Cragnotti per completare l'anno prossimo l'opera laziale. Lui garantisce l'unico "effetto Zeta" ammesso ai vertici del campionato. Cosi', subentrato l'ottimo Locatelli all'acciaccato Amoroso, migliorano gli equilibri di questa Udinese camaleontica, che raramente propone il suo celebrato 3 - 4 - 3. Si', il miracolo degli anonimi assemblati nel meccanismo di conquista, impone una girandola di variazioni tattiche non metabolizzate da Zeman. E, suggeritore ancora Poggi, su cui frana l'esitante Petruzzi, l'imprendibile Bierhoff azzecca di sinistro il raddoppio, pesante come una sentenza. La Roma necessita d'urgenti aggiustamenti difensivi per allontanare il sospetto di una crisi di rigetto, dopo gli entusiasmi determinati dalle cure zemaniane del 1997. Sessantamila spettatori accompagnano l'impossibile rimonta che si ferma al dubbio rigore realizzato da Balbo (traiettoria comunque intuita da Turci) e concesso per un intervento di Bierhoff su Cafu. Oliver ovunque, leader e gregario, come prevedono i flessibili schemi di Zaccheroni. Poi l'abnegazione di Poggi, i cambi di marcia di Bachini e Helved, l'aggressivita' dei propulsori Giannichedda - Statuto, la feroce concentrazione dei tre pilastri del reparto arretrato. Davanti a un coro tanto ispirato, diventano vani gli aggiustamenti romanisti provati nell'accorato finale. Delvecchio rileva Paulo Sergio senza incidere, Vagner non riesce nemmeno ad azzardare qualche slalom laddove operava Tommasi. L'Udinese potrebbe triplicare inalberando pure Poggi o Locatelli nel tabellino dei marcatori. I friulani, sei vittorie e un pareggio nelle ultime sette gare, mantiene senza sofferenza il controllo del vantaggio, inebriandosi nei ribaltamenti. E ai romanisti rimane l'agrodolce consolazione di una prestazione impeccabile almeno sul piano della volonta'. Troppo poco per scongiurare i rituali cedimenti invernali delle squadre di Zeman. Da tre gare (solo un punto) il piatto giallorosso piange.

IL BOMBER: "RESTIAMO CON I PIEDI PER TERRA"

L'incontentabile Oliver: "Non mi sono piaciuto" ROMA - "Non mi sono piaciuto. Comunque e' sempre meglio fare due gol che niente". Bierhoff avalla Zaccheroni e riconosce di non aver disputato una grande partita. Dall'altra parte, pero', si applaude per aver sfruttato le uniche due vere occasioni da rete capitate all'Udinese. Ma respinge l'ipotesi che, a questo punto, per lo scudetto sia necessario fare i conti pure con la formazione friulana: "Non sono uno che riesce ad esaltarsi, anche se tutto e' possibile. Non ci dimentichiamo che l'anno scorso, di questi tempi, eravamo sull'orlo della zona - retrocessione e poi siamo entrati in Coppa Uefa". Anche il tedesco, come il tecnico che lo ha valorizzato, non si vuole sbilanciare sul suo futuro. "Decidero' a giugno se rimanere a Udine, pero' mi rendo conto che sara' l'ultima possibilita' che ho di giocare in una grande squadra. Nella Lazio con Zaccheroni? Roma e' una citta bellissima per viverci. Ma e' difficilissima per un giocatore...".

Zeman mette i suoi sotto accusa: "Ci siamo fatti male da soli"

ROMA - "Abbiamo regalato le due reti". Zdenek Zeman processa la squadra e non e' certo tenero. Contro l'Inter l'aveva assolta, lo stentato pareggio di Brescia gli aveva fatto storcere la bocca, la sconfitta con l'Udinese non la manda giu'. "E' impossibile recuperare dopo essersi fatti due gol da soli", insiste. E poi spiega: "E' difficile giocare contro l'Udinese. Ma non abbiamo trovato ne' i tempi, ne' i riferimenti, ne' saputo sfruttare i pochi spazi a disposizione". Traduzione: un autentico disastro dal quale e' difficile, se non impossibile, salvare qualcuno. L'attesissimo derby di Coppa Italia contro la Lazio e' alle porte. Non c'e' tempo per riflettere. E dalle parole dell'allenatore si capisce che tutti i giocatori sono in discussione: "Non e' facile recuperare fisicamente, soprattutto dopo che sullo 0 - 2 c'e' stato da correre parecchio per il campo. Vedremo...", dice, annunciando forse una mezza rivoluzione. Infine mette a tacere le discussioni nate dall'interpretazione di una sua risposta: "Non ho mai detto che, se avessi dovuto scegliere, avrei preferito vincere contro l'Udinese. Di derby ce ne sono due e un risultato negativo si puo' recuperare al ritorno...". ATALANTA 2 Fontana 7 Sottil 6 Carrera 7 Mirkovic 6 Bonacina 6 Piacentini 6 Gallo 6 Sgro' 6 Foglio 5 Caccia 6 Lucarelli 5 All.: Mondonico 6 PIACENZA 2 Sereni 6 Delli Carri 6 Mar. Rossi 6 Vierchowod 7 Tramezzani 6 Sacchetti 6 Mazzola 6 Scienza 6 Piovani 6 Dionigi 6 Stroppa 6 All. Guerini 7 Arbitro: Ceccarini 6 (Sala 6, Capozzi 6). Marcatori: Sgro' al 22', Englaro (aut.) al 42', Carrera al 45', Vierchowod al 49' s.t. Ammoniti: Bonacina, Mirkovic, Foglio, Piacentini, Tramezzani, Delli Carri, Scienza, Mazzola. Sostituzioni. Atalanta: Englaro (s.v.) per Lucarelli 29' s.t.; Dunderski (s.v.) per Sgro' e Zenoni (s.v.) per Piacentini 41' s.t. Piacenza: Rastelli (7) per Scienza 25' s.t.; Murgita (6,5) per Delli Carri 30' s.t. Recuperi: 3' piu' 5'.

Zaccheroni fa catenaccio sul futuro "Io alla Lazio? Presto per parlarne"

ROMA - "A Roma mi trovo bene? Si', almeno secondo i risultati". Zaccheroni festeggia il successo che proietta definitivamente la sua Udinese nell'elite del campionato, dribblando abilmente ogni domanda sul suo futuro. C'e' chi da' per gia' avvenuto l'accordo con la Lazio per l'anno prossimo, ma l'allenatore non ne parla: "Nessuna novita' rispetto al passato, decidero' a marzo. E, poi, chi rischia sono io. Se la squadra cominciasse a perdere e a giocare male proprio in quel periodo...". Contratto a parte, Zaccheroni ha dimostrato per l'ennesima volta di essere un grande stratega: "Ma abbiamo avuto un approccio sbagliato con la partita, nel primo tempo abbiamo lasciato troppa iniziativa alla Roma. Nell'intervallo ho detto ai miei giocatori che dovevano osare di piu'. E i risultati si sono visti". L'ultima "sorpresa" e' personale: "Non riesco a godermi questo momento: nel calcio basta poco per modificare gli equilibri...". ROMA 1 Konsel 6 Cafu 5,5 Petruzzi 5 Aldair 7 Candela 5 Tommasi 6 Di Biagio 5 Di Francesco 6 P. Sergio 5 Balbo 5 Totti 5 All.: Zeman 6 UDINESE 2 Turci 7 Bertotto 6 Calori 6,5 Pierini 6,5 Helveg 6 Giannichedda 6,5 Statuto 6 Bachini 7 P. Poggi 7,5 Bierhoff 8 Amoroso 6 All. Zaccheroni 7 Arbitro: Collina 6 (De Santis 6, Zucchini 6). Marcatori: Bierhoff al 4' e all'11', Balbo (rigore) al 15' s.t. Espulso Helveg (doppia amm.) al 48' s.t. Ammoniti: Di Francesco, Giannichedda e Pierini Sostituzioni Roma: Delvecchio (5) per P. Sergio dal 25' s.t.; Vagner (5) per Tommasi dal 27' s.t. Udinese: Locatelli (6,5) per Amoroso 30' p.t.; Gargo (s.v.) per Statuto 44' s.t.; Genaux (s.v.) per Poggi 46' s.t. Recuperi: 2' piu' 4'


Repubblica

Bierhoff affonda la Roma

ROMA - Due tecnici in cattedra, tante promesse di spettacolo, ma non tutto è stato esaudito, in una gara a lungo arida, un tiro a testa in tutto il primo tempo. Comunque, la Roma si specchia nell' Udinese e vede i propri difetti nelle virtù altrui, e mentre la squadra di Zaccheroni tocca i vertici del campionato, quella di Zeman dopo questa chiara sconfitta, è attesa domani da un derby di Coppa Italia e poi dal Milan a S. Siro domenica prossima. Ci sono tutte le condizioni perché la disarmante mediocrità dell' Olimpico diventi materia viva di una precrisi. Questo l' Udinese: forte, compatta, tatticamente sempre presente a se stessa. Dall' altra parte una Roma lassa, quasi sfibrata, incapace di rispettare le proprie distanze. E poi il carattere: l' Udinese quasi cattiva, anche fallosa, ma determinata a non cedere un metro agli avversari. La Roma invece lasciava spazi, tutti sempre lontani dai bianconeri. E poi gli errori: mai uno da parte dell' Udinese, che ha subito un gol solo su una mezza svista di Collina, che puniva con il penalty un intervento di Bierhoff su Cafu. Clamorosi quelli giallorossi, che consentivano il doppio vantaggio bianconero a inizio ripresa. Ma errori che hanno anche una spiegazione. Sul primo gol, al 4' del secondo tempo, c' è tutta la storia della partita. Candela che non riesce a liberare, tutta l' Udinese in pressing fino nell' area romanista, alla fine il pallone arrivava a Poggi sul limite dell' area, assist per Bierhoff al centro, con deviazione abile e vincente. All' 11' invece Poggi metteva panico ai centrali romanisti, Petruzzi deviava involontariamente verso il tedesco che batteva ancora Konsel. La Roma ha sofferto per tutta la gara la pressione degli uomini di Zaccheroni, implacabili, ordinati, che non hanno concesso che triangolini liberi di campo. Zeman non ha saputo opporre nulla a tanta maestria: o comunque i suoi uomini non sono stati capaci di uscirne fuori. Ad annegare è stato soprattutto Di Biagio, perno del gioco romanista, piantonato da Statuto e Giannichedda. Lo hanno aggredito, gli hanno tolto fiato, tempo, voglia di giocare. Alla fine il centrocampista giallorosso ci ha messo del suo, con una serie di errori nei passaggi, ma certo gli avversari lo avevano stordito fino all' incapacità di intendere. Nei reparti che funzionano alla perfezione anche i muscolari sembrano dei geni, l' Udinese ne è la prova, basta vedere la resa di Statuto, che a Roma raramente aveva espresso questi livelli di rendimento. I confronti sono stati impietosi per la Roma, alla luce proprio delle analoghe filosofie. La qualità degli attaccanti dell' Udinese è stata sublime: ma Bierhoff, oltre ai gol, è tornato a difendere sui corner (e non a caso era in area a difendere su Cafu, anche se poi punito da una svista di Collina), è stato sempre il primo a iniziare il pressing su Petruzzi e Aldair, persino su Di Biagio. Il dirimpettaio, Balbo, è stato la negazione di tutto ciò, non diverse le performance di Paulo Sergio e di Totti. L' inferiorità della Roma è cominciata proprio dalla inferiorità del suo attacco, non a offendere, ma a difendere. Da Totti poi è nato il poco di buono che ha fatto la Roma. Finché è riuscito a saltare l' uomo sono nate nel primo tempo un paio di circostanze favorevoli: nella ripresa ha dato ancora un assist a Balbo sullo 0-1 e poi è scomparso, anche per un colpo alla caviglia che lo ha fatto zoppicare. Affidarsi all' estro di un singolo non è una sofisticheria tattica: ma tutta la Roma ha mostrato di avere perso le idee che pure solo un mese fa avevano fatto pensare a un suo ruolo importante nel campionato. E' stata anche un' ennesima prova di immaturità, una nuova sconfitta contro una grande (questo è in questo momento l' Udinese, anche se Zaccheroni non vuole dirlo). Dopo il rigore sono mancate la forza e la capacità di insistere: ma abbassando le pretese e limitandosi all' Uefa queste sconfitte hanno un impatto minore.


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