XXXII Giornata
ROMA - MILAN 5-0
Roma, Stadio Olimpico
domenica 3 maggio 1998
ore: 16.00

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Tabellino partita:
ROMA: Chimenti, Aldair (32'st Tetradze), Zago, Petruzzi, Candela, Tommasi, Di Biagio, Di Francesco, Paulo Sergio (32'st Gautieri), Delvecchio, Totti.

Allenatore: Zeman

MILAN: Rossi, Daino, Costacurta, Cruz, Maldini, Ba (32'pt Cardone), Desailly (24'st Nilsen), Donadoni, Ziege (1'st Leonardo), Maniero, Weah.

Allwnatore: Capello

Arbitro: Farina di Novi Ligure.
RETI: 16'pt Candela, 20'pt (R) e 28'pt Di Biagio, 39'pt Paulo Sergio, 37'st Delvecchio.

NOTE: Ammoniti: Maldini, Desailly, Delvecchio, Totti, Spettatori: 55125.



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I 5 gol della Roma Delvecchio Il Servizio


     

 

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Corriere Della Sera

Zeman disintegra quel che resta del Milan

Rossoneri umiliati all' Olimpico: dopo i tre gol della Lazio in Coppa Italia arrivano i cinque della Roma. Capello, il giorno delle vergogna. Pronto il ritiro punitivo da domani. Totti e Co. : sfida alla Juve nella gara a chi segna di piu' . Sensi e l' allenatore sognano il sorpasso finale ai " cugini "

ROMA - MILAN 5 - 0 / Tiro a segno di Candela, Di Biagio (doppietta), Paulo Sergio e Delvecchio: i giallorossi danno spettacolo e conquistano l'Europa Zeman disintegra quel che resta del Milan Rossoneri umiliati all'Olimpico: dopo i tre gol della Lazio in Coppa Italia arrivano i cinque della Roma ROMA - Fotogrammi di una partita mai nata, perche' il Milan si presenta sul ring gia' suonato, in evidente stato di ipnosi profonda, incapace di esprimere almeno briciole di dignita'. Situazione imbarazzante anche per la Roma, perche' di fronte ad antagonisti in simili condizioni servirebbe un "non luogo a procedere". La formazione di Zeman si limita allora a rabbiose accelerazioni nel primo tempo e a semplici azioni di alleggerimento in una ripresa caratterizzata da cristiana pieta' per il nemico. Nonostante l'evidente intenzione giallorossa di non affondare i colpi, quello che resta dell'immagine rossonera si sbriciola sotto il peso di cinque gol. In 23 minuti, dal 16' al 39' della prima frazione di partita, i berlusconiani sono gia' sotto di quattro reti e a poco servono i ripensamenti di Capello che corregge ed aggiusta una formazione all'osso in mezzo al campo, inserendo gradualmente Cardone, Leonardo e Nilsen che addirittura, dovendo ad un certo punto rimpiazzare Desailly, si ritrova ad agire da centrale di centrocampo. C'era una volta il Milan e il concetto non e' dei piu' originali. Questa volta, a caratterizzare una sconfitta senza attenuanti, condita dal solito calcio di rigore - contro, nei cui confronti neppure il cavilloso Capello di questi tempi potra' eccepire, e' la sensazione di svuotamento, fisico e morale, di un'armata che, da invincibile, nel breve volgere di cinque stagioni si e' trasformata in brancaleone. Striscia i tacchetti sull'erba, la formazione rossonera, ormai abbandonata al suo destino anche dagli ultimi dei Mohicani, i superstiti dello zoccolo duro. Privi di cuore e di fiato, i milanisti autorizzano qualsiasi tipo di scenario. Dall'ammutinamento alla consunzione degli ideali. E' evidente che l'ennesima rifondazione dovra' incidere in modo brutale sul tessuto di una squadra in cui anche chi accetta di indossare i panni della coscienza critica (Weah), non azzecca una giocata. Fabio Capello, bruciata in fretta la sua etichetta di "signore degli scudetti", non ha saputo salvare la stagione dalle sabbie mobili della mediocrita'. Pure lui paga in termini di immagine, scontando errori di gestione che, nella fattispecie, lo hanno indotto a schierare un improponibile Cruz proprio contro avversari a trazione anteriore. La Roma, felice ma a disagio, prende atto della pochezza rossonera e della domenica di disimpegno quasi totale di Chimenti, il vice di Konsel, messo fuori uso da un serio guaio muscolare che rischia di togliergli addirittura il Mondiale con l'Austria. Eppure, nonostante i rammendi difensivi che gli hanno suggerito di schierare Aldair a destra e Candela a sinistra, ai fianchi della coppia centrale Zago - Petruzzi, Zeman ha vissuto un weekend di tranquilla paura perche' mai gli oppositori, fatta eccezione per un tiro a lato di Ziege nel primo tempo e per una debole girata di Maniero nella ripresa, hanno saputo insidiare le sue barricate d'emergenza. Del resto, i gol con cui i giallorossi hanno scorrazzato in mezzo alle macerie altrui, fotografano con impietosa chiarezza il campionario degli orrori milanisti. Si va dalla sassata ad effetto di Candela grazie ad un pallone sfuggito a Ziege (16'), al morbido colpo di testa di Delvecchio sulla parabola da sinistra di Di Francesco, neppure infastidito da Cruz, immobile statuina nel presepe rossonero (38' della ripresa). Nel mezzo, l'aggancio con cui Ziege abbatte Totti al suo ingresso in area, consentendo cosi' a Di Biagio di trasformare il conseguente rigore (20'); il sinistro incrociato dello stesso Di Biagio, dopo una palla persa a centrocampo (28'); la zampata di Paulo Sergio che, saltato con facilita' Costacurta, puo' serenamente puntare al bersaglio grosso (39'). E, a corredo della sua dittatura, la Roma ha prodotto altre quattro devastanti opportunita', incluso un calcio di rigore non concesso a Delvecchio nonostante la decisa gomitata di Cruz. Farina, buon uomo, non se l'e' sentita di infierire su quel pugile suonato che ieri all'Olimpico indossava le maglie del Milan.
LA DISFATTA / L'allenatore: "Chiedo scusa al presidente e ai tifosi". Per il futuro si fa il nome di Zaccheroni Capello, il giorno della vergogna Oggi vertice societario voluto da Berlusconi: si discutera' anche la posizione del tecnico ROMA - Non c'e' misura in questa fine. Il Milan e' come l'ultimo degli sbandati, senza neanche meritare l'onore delle armi. Fabio Capello entra furente in sala stampa e in tre secondi sintetizza il quadro di uno sfascio ormai ingestibile: "Scusate, ma non sono qui per rispondere alle vostre domande. Sono qui solo per fare una dichiarazione: chiedo scusa ai nostri tifosi e al dottor Berlusconi, il nostro presidente. Mi vergogno di quello che ho visto". Capello non scende dalla nave. Pur essendone uno dei responsabili principali, rimane al suo posto. Molti vorrebbero che facesse almeno il gesto: rimettere il mandato al presidente, dare le dimissioni. Ormai, pero', la stagione e' finita, e questa, per imbarazzante che possa essere, e' l'unica notizia buona: un altro mese cosi' e il Milan avrebbe rischiato la retrocessione. Il presidente Berlusconi, furibondo, voleva incontrare il tecnico e Galliani gia' ieri sera, al rientro da Roma, ma ha preferito poi rimandare a stamattina. Sara' un vertice con Berlusconi, Galliani, Capello e Braida. L'accusa e' precisa: il presidente si aspettava una prova d'orgoglio, contro la Roma, dopo la sconfitta in Coppa Italia contro la Lazio. Dopo appena 45 minuti, invece, il Milan si era schiantato sotto i colpi dei giallorossi. Impossibile fare previsioni: filtra pero' la notizia che Berlusconi ascoltera' anche la voce dei tifosi, attraverso i Milan Club: vuole avere un quadro preciso della situazione e questo non e' certo un punto di vantaggio per Capello. Per la panchina si fa il nome di Zaccheroni, ma l'addio a Capello e' tutt'altro che deciso. Pagheranno di sicuro i giocatori. L'organico sara' rifatto, le "purghe" non si conteranno nemmeno e risparmieranno pochissimi nomi. Tuttavia la faccia di Adriano Galliani, appena consumata l'umiliazione dell'Olimpico, lascerebbe supporre che nessuno, ora, puo' sentirsi sicuro. "C'e' bisogno di una grande autocritica da parte di tutti - ha dichiarato l'amministratore delegato del Milan -. Io non mi sono mai sottratto alle mie responsabilita' e ai miei compiti, spero che gli altri facciano altrettanto. Siamo tutti coinvolti: giocatori, allenatore e dirigenti. Tutti abbiamo contribuito a questo autentico disastro". Mai Capello, sulla panchina rossonera, aveva perso con un passivo cosi' pesante. E per riandare ai tempi di un Milan ugualmente distrutto bisogna davvero scavare nella memoria. " + il momento piu' basso in dodici anni di Milan - ha continuato Galliani -. Personalmente, provo una amarezza terribile, ma e' meglio forse non aggiungere altro. Ci sono dei momenti, nella vita, in cui bisogna parlare e altri, invece, in cui e' piu' opportuno stare zitti. Ho sentito Berlusconi per telefono durante l'intervallo: era d'accordo con me e ha sottolineato di essere annichilito". Conclusione di Galliani: "Abbiamo molto da fare, molte cose da prendere in esame per la prossima stagione". Forse anche la posizione stessa di Capello? La botta finale che Galliani indirizza al tecnico stroncherebbe pure un bisonte: "Dell'allenatore non voglio parlare. Mi limito soltanto a far notare che ogni volta che andiamo a giocare in trasferta, subiamo regolarmente dai tre ai cinque gol...". Oggi il super - vertice. Oggi la risposta nelle nebbie di una squadra che non c'e' piu'. ROMA 5 Chimenti s.v. Aldair 6 C.A. Zago 6 Petruzzi 6 Candela 6,5 Tommasi 6 Di Biagio 7,5 Di Francesco 6 Paulo Sergio 6,5 Delvecchio 6 Totti 7 All.: Zeman 7 MILAN 0 S. Rossi 5,5 Daino 5,5 Costacurta 5,5 Cruz 3 Maldini 5 Ba 4 Desailly 5 Donadoni 5,5 Ziege 4 Maniero 4 Weah 5 All. Capello 5 Arbitro: Farina 7 (Babini 7, Mitro 7) Marcatori: Candela al 16', Di Biagio (rigore) al 20' e al 28', Paulo Sergio al 39' p.t.; Delvecchio al 38' s.t. Ammoniti: Maldini, Delvecchio, Totti, Desailly. Sostituzioni Roma: Tetradze (s.v.) per Aldair 33' s.t.; Gautieri (s.v.) per Paulo Sergio 33' s.t. Milan: Cardone (5,5) per Ba 33' p.t.; Leonardo (5) per Ziege nel s.t.; Nilsen (5) per Desailly 24' s.t. Recuperi: 1' piu' 1'.

CONTESTAZIONE ALL'ARRIVO A MALPENSA Pronto il ritiro punitivo da domani a Milanello ROMA - Il Milan, dopo la doppia catastrofe all'Olimpico, pensa a un ritiro anticipato da far scattare, tra domani e dopodomani, nel centro di Milanello. Una punizione per molti aspetti inevitabile, alla luce della disastrosa prestazione offerta dai rossoneri ieri pomeriggio contro la Roma e del crollo subito contro la Lazio, mercoledi' scorso, durante la finale di ritorno della Coppa Italia. Ieri, di rientro da Roma, la squadra era attesa all'aeroporto della Malpensa da un gruppo di tifosi inferociti. Per evitare contestazioni, il volo e' stato dirottato allo scalo dei voli privati, evitando ogni contatto con la folla in attesa. Ed e' stato davvero l'unico dribbling riuscito nella giornata della disfatta rossonera.

EUFORIA ROMANISTA Sensi e l'allenatore sognano il sorpasso finale ai "cugini" ROMA - Rifondazione romanista. Ne esalta gli effetti Franco Sensi, numero uno della Roma che ha definitivamente spedito il Diavolo all'inferno: "Un anno fa, contro il parere di un sacco di gente, decidemmo la rivoluzione. Un gesto coraggioso, che oggi ci da' questo risultato: siamo di nuovo in Europa, con una partita che e' forse la piu' bella della Roma di quest'anno. Abbiamo avuto la forza di costruire da zero una squadra che, adesso, sara' facile integrare con tre o quattro pedine importanti. Non avessimo fatto questa scelta, l'estate scorsa, oggi staremmo come il Milan". Ecco, come sta il Milan? "A pezzi. Ma risorgera'. Cambiando pelle, rivoluzionandosi. A Milano queste cose le sanno fare bene. Azzerano tutto e ripartono. A uno come Berlusconi non devo insegnare io come si fa". Sensi incoraggia il presidente che forse quest'anno ha sentito piu' vicino. Zeman si associa volentieri, onorando i vinti con sensibilita' evidente: "Il Milan e' sempre il Milan, anche dopo una batosta come questa. Non si cancellano il blasone, ne' i nomi di certi giocatori. Certo, sotto l'aspetto psicologico e morale, la botta di mercoledi' in Coppa Italia deve essere stata dura. E poi, fatemelo dire, ha trovato sulla sua strada una grande Roma". Capello, alla fine, ha detto che prova vergogna... "Si vede che non e' abituato a perdere con cinque gol di scarto. A me e' gia' successo, credo che prima o poi capiti a tutti, ma lo capisco ugualmente. Dopo una cinquina subita nessuno ha voglia di tornarsene a casa tutto contento". Travolto il Milan, la Roma puo' inquadrare nel mirino la Lazio, ora sopra solo di un punto: Zeman vincera' finalmente un derby? "Penso solo a questa classifica che oggi ci dice che possiamo arrivare al terzo posto".

Totti & Co.: sfida alla Juve nella gara a chi segna di piu' La Roma potrebbe raggiungere la Juventus almeno nella classifica dei gol segnati. In quanto a numero di reti, quest'anno, i giallorossi sono saliti a quota 62, mentre i bianconeri primeggiano avendo realizzato un solo gol in piu' (63). Artefice indiscusso di questo exploit e' Francesco Totti, finora incredibilmente e ingiustamente ignorato da Cesare Maldini per la nazionale maggiore. "Totti ha giocato un'ottima gara - ha commentato Zeman - Se avesse pure segnato, la sua prova sarebbe stata straordinaria. Ma va bene anche cosi'. Non e' vero?". La Roma ieri ha fatto festa anche per la statistica: mai aveva battuto il Milan con un simile scarto. Al massimo aveva inflitto ai rossoneri un 4 - 0: una volta in casa nel 1932 - 33, un'altra in trasferta, ma in Coppa Italia, nel 1979 - 80. Capello contro Zeman e' pero' "recidivo": subi' un 4 - 0 dalla Lazio nel campionato '94 - 95. La Lazio arrivo' seconda dietro alla Juventus, il Milan fini' quarto.


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