VII Giornata
ROMA - JUVENTUS 1-1
Roma, Stadio Olimpico
s
abato 26 ottobre 1996
ore: 20:30

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Tabellino partita:
ROMA (4-4-2): Sterchele, Annoni (26'st Moriero), Petruzzi, Aldair, Lanna, Tommasi, Statuto (19'st Delvecchio), Di Biagio, Cappioli, Balbo, Totti.
In Panchina: Berti, Bernardini, Beretta, Romondini, Fonseca.
Allenatore: Bianchi.
 
JUVENTUS (4-4-2): Peruzzi, Torricelli, Ferrara, Montero, Pessotto (26'st Iuliano), Di Livio, Deschamps, Zidane, Jugovic, Boksic, Padovano (29'st Del Piero).
In Panchina: Rampulla, Porrini, Lombardo, Tacchinardi, Amoruso.
Allenatore: Lippi.
 
Arbitro Bazzoli di Merano.
RETI: 15'st Padovano, 48'st Delvecchio.
NOTE: Ammoniti: Statuto, Tommasi, Ferrara.



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Delvecchio Intera partita

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Corriere Della Sera

" Roma, pareggio col cuore "

Balbo sincero: " Juventus piu' forte, noi determinati fino alla fine "

Veltroni entusiasta dei bianconeri: "Se giocano sempre cosi' , possono vincere lo scudetto"

La tribuna Autorita' e' zeppa di vip. E una serata umida e fredda, ma sugli spalti c' e' il pubblico delle grande occasioni. Si perdono ormai nel tempo le sfide per lo scudetto tra Roma e Juventus ma il fascino dell' incontro rimane intatto. E cosi' nel settore riservato alle celebrita' tornano a fiorire volti noti della politica e della magistratura, ad apparire imprenditori ed esponenti del mondo dello spettacolo. Ci sono Maurizio Gasparri (An), il ginecologo dei "miracoli con la provetta" Severino Antinori, il vicepresidente del Consiglio nonche' grande tifoso della Signora, Walter Veltroni. E tanti altri, pronti a formare capannelli nei quali si discute di calcio e ad assaggiare i piatti di pasta calda, mai tanto graditi come ieri sera. Ma quasi nessuno parla, se la sente di sbilanciarsi sui giallorossi o sugli avversari. Disponibile come sempre, Veltroni si sofferma invece volentieri a parlare della "sua" Juve: "L' ho vista contro l' Inter, ci sono stati alcuni cambiamenti, ma c' e' sempre qualcosa di nuovo", sottolinea durante l' intervallo, prima che la gara diventi incandescente con la rete del vantaggio di Padovano e, soprattutto, con l' inaspettata rimonta a tempo praticamente scaduto firmata dal solito Delvecchio. Cita, attribuendo loro buone prestazioni, Di Livio, Zidane, perfino Montero ("qualche durezza di troppo, pero' mi piace molto"), il vicepresidente del Consiglio. Si capisce che segue la Juventus con grande attenzione. Da tifoso, insomma. E, infatti, Veltroni non dimentica le "bandiere" del passato: Platini e Boniek, per esempio. Si sofferma su Lippi ("una persona seria, parla poco, non se la prende mai con la sfortuna e con gli arbitri, ma la squadra gioca bene e lui sa adattarsi alla partita"). E poi si sbilancia: "la Juventus ha una panchina e una "rosa" che le consentiranno di battersi fino alla fine su tutti i fronti nei quali e' impegnata". Insomma, Veltroni vede i bianconeri in lizza per scudetto, Champions League e coppa Italia con buone possibilita' di successo in ogni competizione. E la Roma? Ben poca cosa. Anzi. Tanto che Sensi, alla fine della gara, deve incassare una mini contestazione da parte di alcuni tifosi un po' esagitati che se la prendono con il "non gioco" dei giallorossi. Il presidente romanista accenna a una reazione, poi le sue guardie del corpo lo costringono a imboccare la strada degli spogliatoi: "Abbiamo recuperato in extremis una gara che sembrava perduta . esclama Sensi rivolgendosi a un dirigente ., ma che cosa vogliono questi?". Il clima, nella formazione di Bianchi, non e' dei migliori. Balbo, comunque, e' sincero: "Abbiamo giocato con il cuore. La Juventus e' la squadra piu' forte che abbiamo incontrato fino a questo momento. Ma il nostro merito e' stato quello di credere sino alla fine che potevamo pareggiare. Adesso ci aspetta l' impegno di martedi' prossimo in coppa Uefa: sono cattolico, credo ai miracoli. Ci proveremo, anche se non sara' facile passare il turno: e' inutile illudere la gente".

Delvecchio sventa la fuga della Juve

Padovano segna dopo un' ora di dominio, la Roma trova il pari beffa all' ultimo secondo

Sul campo dove il Milan era stato travolto, lezione di gioco dei bianconeri che pero' si distraggono nel finale

ROMA . Fuga a termine. Ma la seduzione, tutta sabauda di una Juve gia' tiranna almeno fino a questa sera quando il campionato avra' battuto la sua settima ora, si frantuma oltre il termine di ogni possibile immaginazione. Infatti e' il 93' , quando l' incredulo Delvecchio incrocia di destro sull' assist di Balbo e la Roma popolana si scioglie in liberatorio deliquio, mentre la Juve si contorce di colpevole autolesionismo, che finora l' ha privata di almeno sette punti tra coppa e campionato e della certezza di rimanere solitaria capolista. Ieri, all' Olimpico, la Juve non ha avuto i piedi bucati; piuttosto ha avuto la testa bucata dalla presunzione di aver chiuso la partita che mai aveva opportunamente sigillato. Peccato grave e inusuale, per una squadra che della feroce determinazione ha fatto la propria ragione di esistere, senza economie e, soprattutto, senza concessioni alla vacuita' . Piu' che ingiusto il pareggio e' poco comprensibile, anche per chi ne ha usufruito, cioe' la Roma, che per l' ultima mezz' ora di gioco e' stata oggetto nelle mani della Juve, salvata a piu' riprese da Sterchele e ormai rassegnata a una sconfitta ineluttabile, dichiarata soprattutto dalla distanza di gioco. Eppure sembrava tutto risolto a vantaggio dei bianconeri, quando Boksic ha cominciato a reperire spazi prima preclusi e a scuotere la retroguardia romanista con le proprie accelerazioni. A quel punto, la Juve ha giocato con sufficienza, degnazione, quasi compatimento dell' avversario, evitando, con stile censurabile, di affondare il colpo che avrebbe reso inutile la seconda meta' della ripresa. La partita e' stata bella perche' , nonostante le differenze tecniche e tattiche a vantaggio dei bianconeri, ha mantenuto vivo l' interesse per tutto il primo tempo e si e' chiusa con un colpo di teatro che, da solo, giustifica l' imprevedibilita' del calcio. Il gioco e' una trama fitta. Che la Juve tesse attraverso un meticoloso fraseggio con palla a terra e la Roma, al contrario, neppure prova a sviluppare, rifugiandosi in una serie di lanci lunghi e prevedibili sui quali i difensori avversari devono appena scomporsi. Naturalmente una ragione tattica c' e' e una psicologica pure: la prima si chiama pressing e, nonostante non sia la panacea di tutti i mali o il killer del calcio poetico, e' ormai un diffuso strumento di aggressione. In pressing, si riconquista palla o, in subordine, si disturba l' avversario, lo si confonde, gli si toglie il tempo di pensare e, con esso, la sicurezza. La ragione tattica, sostenuta da una condizione atletica sfolgorante che viene simboleggiata da Di Livio, va dunque nella Juve a collimare con la defezione psicologica della Roma: perche' una Roma inibita e' una Roma che perde le poche sicurezze geometriche, e tempistiche, che la reggono. La partita e' della Juve, questo si vede ad occhio nudo, senza attardarsi in calcoli di opportunita' . Eppure, al contrario che in precedenti occasioni, stavolta non si registra lo scialo di occasioni diventato ormai caratteristica della squadra di Lippi. Anzi, quando Jugovic ha l' occasione dell' 1 0 (e la replica e' affidata all' intuito di Sterchele), la Juve e' come se si fermasse perche' le migliori opportunita' che seguono sono tutte giallorosse. Piu' frammentate, piu' occasionali, meno aderenti al contesto della gara, ma non per questo meno prossime al vantaggio. Certo, segnasse Balbo, giusto al 45' , verrebbe inquinata l' equita' del confronto che invece si mantiene vivo, almeno teoricamente, e aperto a ogni soluzione. Quale spiegazione rintracciare se la Juve comanda ma non segna e, stavolta, neppure crea in rapporto al possesso di campo e di palla? Innanzitutto che, nella circostanza, Boksic si astiene dalla sua ciclonica presenza, almeno fino al vantaggio di Padovano, cioe' a ridosso dell' ora di gioco, e che la tipologia della manovra juventina privilegia la fascia destra, dove imperversa Di Livio, trascurando le sovrapposizioni, le variazioni centrali, l' uno due, il tiro da fuori. Tutte alternative necessarie per far seguire il risultato al dominio. Che, poi, il cenno di presenza di Boksic coincida con il gol di Padovano, e con un successivo splendido assist a Di Livio, non e' per nulla casuale. Come non lo e' , per l' opposta ragione, il raddoppio che il croato sbatacchia sul corpo di Sterchele in uscita. Dopo il gol di Padovano, la Roma si allenta. Non le riescono piu' i raddoppi di marcatura, che avevano finito per ingabbiare la Juve, almeno nel primo tempo. Decapitata nella manovra, la squadra di Bianchi sembra consegnarsi definitivamente ad un avversario che imperversa e, quasi, la risparmia. L' unico baluardo resta il portiere Sterchele, mentre in avanti il nuovo entrato Delvecchio, che ha preso il posto di Statuto, accende molte mischie e poche speranze. Una partita cosi' la Roma non l' avrebbe pareggiata mai, se non grazie alla Juve stessa che nell' occasione si crogiola nella sua stessa bellezza, abbandonandosi alla facilita' con cui dispone dell' avversario. Infatti la palla che arriva a Delvecchio per la trasformazione, non e' soltanto uno splendido dono confezionato da Balbo, ma anche, e soprattutto, una concessione che il centrocampo juventino offre all' allibito contropiede romanista. Insomma, senza offesa, la Juve sembra l' Inter di Cagliari, incapace di gestire tre minuti di possesso palla, dopo aver dato sfoggio di grande proprieta' di palleggio. Contraddizione delle contraddizioni. Superiore al pareggio stesso. ROMA 1 Sterchele 7 E. Annoni 7 Petruzzi 5,5 Aldair 6 Lanna 5 Tommasi 5 Statuto 6 Di Biagio 5 Cappioli 6,5 Totti 6 Balbo 6 All.: C. Bianchi 6 JUVENTUS 1 Peruzzi 7 Torricelli 6,5 Ferrara 6 Montero 6 Pessotto 5,5 Di Livio 7 Deschamps 6,5 Zidane 5 Jugovic 7 Boksic 6 Padovano 7 All. Lippi 7 Arbitro: Bazzoli 6 (Zanforlin 5, Fiori 5) 1' Balbo, testa, su cross di Totti: conclusione a lato 9' Jugovic, testa, su cross di Di Livio: Sterchele devia 25' Totti, sinistro, su punizione assist di Cappioli: fuori 45' Balbo, destro: Peruzzi non trattiene e salva sulla linea 14' Gol: Padovano, sinistro, su assist da destra di Boksic 0 1 20' Delvecchio, testa, Peruzzi si allunga e devia in angolo 27' Boksic, solo, sinistro, Sterchele, in uscita 32' Di Livio, destro, assist di Boksic, Sterchele in angolo 48' Gol: Delvecchio, destro, assist di Balbo 1 1 Ammoniti: Ferrara, Statuto, Tommasi. Sostituzioni. Roma: Delvecchio (7) per Statuto 18' s.t.; Moriero (sv) per E. Annoni 28' . Juve: Del Piero (sv) per Padovano 27' s.t., Iuliano (sv) per Pessotto 28' s.t. Recuperi: 1' piu' 4' . Paganti: 31.126; incasso 1.611.820.000 lire; abbonati: 38.816; quota 928.600.000 lire.


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