Amichevole
ROMA - U.R.S.S. OLIMPICA 1-2
Palermo, Stadio LaFavorita
domenica 7 dicembre 1986
ore: 14.30
 

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La Roma entra in campo con la maglia rosanero per omaggiare il Palermo appena fallito.
Poi giocherà con la solita divisa.
Tabellino partita:

Roma: Gregori, Oddi, Gerolin, Mastrantonio, Baroni, Righetti, Berggreen, Desideri, Agostini (46' Impallomeni), Di Carlo, Baldieri. (Peruzzi, Procesi, Bianchi, Palermo).

Urss: Kharin, Vorobiev, Panchik, Afanaslev, Janonis, Tischenko, Juri Savichev, Nicolay Savichev, Skljarov (81' Chedisa), Ljutiy (46' Dimitriev), Morozov. (Sukristov, Ketashvili, Mikhajlov).


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Ubaldo Righetti



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  Il servizio
 





Prima del calcio d'inizio Leoluca Orlando, giovane sindaco di 39 anni, fa un giro di campo. Accanto a lui c'è Carlo Vizzini, ministro per gli Affari regionali del governo Craxi. Il cielo è coperto, è una domenica pomeriggio. I palermitani si preparano a un'amichevole di lusso, Roma-Urss. Stadio La Favorita, 7 dicembre 1986. A Palermo non c'è calcio. La squadra è fallita tre mesi prima. Anzi, è stata radiata. Il Palermo non esiste più. Così in viale del Fante si presentano in 15 mila. L'atmosfera è fredda ma non troppo come soltanto certi giorni palermitani di dicembre sanno esserlo.

Ore 14.30. Quando i giocatori della Roma sbucano dal serpentone degli spogliatoi indossano la maglia rosanero. In panchina nei giallorossi c'è Sven Göran Eriksson, svedese di 40 anni, che deve fare a meno di Nela, Giannini e Ancelotti impiegati il giorno prima in Nazionale a Malta nella rincorsa a Euro 1988. Alcuni big come Tancredi, Boniek, Pruzzo e Bruno Conti sono rimasti a Roma per smaltire gli acciacchi. Ma quella che sbarca a Palermo è una signora Roma. C'è un 16enne Peruzzi in panchina, giocano Ciccio Desideri, Gerolin, Baroni e Righetti. C'è perfino un futuro giornalista, Stefano Impallomeni, costretto poi a interrompere la sua carriera in rampa di lancio per un fallaccio di Costacurta. E in attacco volteggia il Condor Agostini, bravo a propiziare il momentaneo 1-0 giallorosso, imbeccando Berggreen.

L'obiettivo dell'amichevole è quello di rinverdire alla Favorita i fasti del pallone che da queste parti non rotola più. Le domeniche senza calcio a Palermo sono tristi. I tifosi sono ancora incazzati per come è stato affossato il club. Sulle pareti dello stadio, prima della partita, qualcuno fa scomparire la grande scritta - "Sciacalli e ladri" - che era lì da settembre. Gli ultimi fuochi della protesta si sono spenti da qualche settimana ma trovano nuova benzina quando alla Favorita entrano in campo Roma e Urss. Le squadre sono precedute da una passerella di politici locali. Poi scatta la contestazione a suon di fischi quando dalle casse parte l'inno nazionale italiano, anche se nel dopopartita Orlando "si affretterà a smorzare le polemiche dicendo che è stato soltanto il frutto di un equivoco''.

L'amichevole tra Roma e Olimpica sovietica nasconde un altro, nobile, obiettivo: raccogliere fondi per rifondare il Palermo. L'incasso è di 90 milioni di lire. Leoluca Orlando alla vigilia dice che quei soldi sarebbero serviti "per reperire risorse finanziarie da utilizzare per la costituzione di una squadra professionistica cittadina". L'operazione simpatia della Roma, in campo con un rosa "shocking" in parte riesce perché nei gradoni della Favorita si vede qualche bandiera giallorossa. Ma tra gli spalti c'è amarezza. Perché i palermitani fanno i conti con i loro sentimenti feriti, con l'ingiustizia subìta, con quella pugnalata arrivata dritta sul petto dalla Federcalcio.

La partita sembra quasi una cornice attorno un quadro desolante in cui la fibrillazione per la partita di lusso lascia spazio da subito alla rabbia perché qualcuno a Palermo ha sgonfiato il pallone. Desolazione, impotenza, ma anche sprazzi di grande calcio. Di fronte alla Roma c'è l'Unione Sovietica, espressione di una realtà che appena pochi mesi prima aveva stupito nel mondiale messicano. I ragazzini di Anatoliy Byshovets si ribellano ben presto al vantaggio romanista, e viaggiando al doppio della velocità ribaltano lo 0-1 grazie a un rigore di Ljutiy e sul finire del primo tempo con un graffio di uno dei gemelli Savichev. L'Urss è organizzatissima e fa un figurone: tra i pali ha l'astro nascente Kharin, portiere che diventerà un simbolo del Chelsea degli anni Novanta. A telecomandarli c'è il ct Valeriy Lobanovski, il Colonello che di lì a poco diventerà il mentore di Shevchenko. Quella squadra che impressiona il pubblico palermitano vincerà due anni dopo l'oro alle Olimpiadi di Seul 1988.
PALERMO TODAY 8 marzo 2022



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