RITIRO PRECAMPIONATO
L'Aquila 3-13 agosto 1972



























13 agosto 1972
L'Aquila/Roma 0-5



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Tournée in Nordamerica






Il 2 agosto 1972 Helenio Herrera, come era sua consuetudine, raggiunge con un giorno di anticipo il ritiro, che in quella stagione era stato fissato a L’Aquila. Mentre il Mister mette a punto gli ultimi dettagli, alle 9:00 del giorno seguente la squadra a ranghi completi (fatta eccezione per Peccenini in Inghilterra con la Nazionale Juniores) si raduna nella sede sociale. Ad accogliere gli atleti è il dirigente Baldesi, quindi un torpedone conduce la comitiva a L’Aquila, dove alle 17:00 i giocatori sono già in campo per un primo allenamento. Sono questi giorni “infuocati” per quello che riguarda il mercato, con l’imprevisto ritorno dal Brasile dell’ex Campione del Mondo Amarildo, che nonostante le proposte ricevute da Vasco de Gama e Botafogo dichiara di voler rimanere in forza al sodalizio giallorosso. Comunque sia, il 13 agosto i “lupi” inaugurano la stagione con una sgambata di allenamento contro la formazione dell’Aquila. E’ in questa circostanza che fa il suo debutto assoluto da romanista Spadoni, uno dei beniamini più sfortunati della tifoseria romanista. L’indomani, 14 agosto 1972, alle 13:20, Spadoni e la Roma decollano da Fiumicino con scalo a Bruxelles, prima di dirigersi verso Boston, meta finale della trasvolata. Prima d’imbarcarsi, il tecnico romanista aveva risposto così a chi gli chiedeva se avesse timore di dover affrontare nella tournée l’Ujpest: “Lo so, l’esordio è contro i campioni d’Ungheria una delle più forti squadre del mondo. Ma dobbiamo affrontare certi impegni. La Roma ha un nome prestigioso ma comincia ad essere conosciuta anche a livello calcistico. Ci hanno fatto delle offerte interessanti dopo averci visto giocare e vincere la finale di Coppa Italo Inglese trasmessa grazie alla televisione in 22 paesi diversi del mondo”. Partono così, agli ordini di Helenio Herrera 17 giocatori: Banella, Bertini, Bet, Cappelli, Cappellini, Cordova, Franzot, Ginulfi, Liguori, Morini, Mujesan, Peccenini, Pellegrini, Quintini, Salvori, Santarini e Spadoni. Completano la comitiva il dirigente Massimo De Paolis, il consigliere Franco Cocco, il segretario Camillo Anastasi e il massaggiatore Roberto Minaccioni. A dire il vero la Roma giunge a destinazione decisamente provata dal viaggio.  A poco più di 30 ore dal decollo, alle 20:30 del 15 agosto i ragazzi di Herrera sono già al Nikerson Fields, il campo in tartan della Boston University in attesa del fischio d’inizio. Sugli spalti ci sono 5000 tifosi, per la maggior parte italiani giunti anche dal Quincy. L’avversario, l’Ujpest, forte di ben 8 nazionali viene affrontato con il giusto piglio. Dopo 3’, Spadoni, con una violentissima bordata colpisce la traversa e tra il 30’ e il 31’, ha per due volte sul piede la palla dell’1-0. La prima volta la respinge il portiere in uscita, la seconda, con lo specchio della porta spalancato, conclude senza successo da non più di tre metri. La sfortuna sembra continuare a perseguitare la Roma, perché nel secondo tempo l’Ujpest passa per due volte, mentre all’85’ è l’ottimo Spadoni, solo davanti al portiere a fallire un’occasione incredibile. L’ultima palla gol spetta poi a Peccenini che a ridosso del fischio finale del signor Minisole conclude altissimo. Il mini tour della Roma procederà sempre in tandem con l’Ujpest con altre due amichevoli disputate questa volta rispettivamente a Montreal e ad Hamilton, città a 30 Km da Toronto. Come scrisse il corrispondente de Il Messaggero di Roma, Piero Di Biagio, in Canada la Roma ricevette un’accoglienza trionfale: “ (…) regna un’atmosfera quasi da campionato del mondo. Gli oltre duecentomila italiani qui residenti si abbandonano a manifestazioni addirittura commoventi”. Dal punto di vista dei risultati, anche la sfida dell’Autostade Stadium riserva ben poche gioie. Il 17 agosto, infatti, la Roma lascia nuovamente sconfitta il terreno di gioco per la grande delusione degli oltre 20.000 tifosi (per un incasso di 80.000 dollari) che erano accorsi ad applaudirla. Non manca qualche recriminazione, come scrisse il Corriere dello Sport, per il calcio di rigore che fissò il 4-2 finale, concesso “con troppa magnanimità dall’arbitro, per un’entrata di Bet che toglie regolarmente il pallone a Nagy”. L’ultimo atto del tour, disputato ad Hamilton, su fondo artificiale il 20 agosto alle ore 21:00, propone la Roma ancora contro l’Ujpest. I 10.000 spettatori paganti vedono, quantomeno, la Roma non uscire sconfitta. A siglare il gol del pareggio ci pensa infatti, al secondo minuto del secondo tempo, Salvori. Herrera commentò in modo telegrafico l’esperienza appena vissuta: “Debbo dire che questa tournée si è rivelata oltremodo positiva per saggiare le possibilità dei nuovi acquisti”.Alle 22:00 del 21 agosto la Roma decollò da Hamilton con scali a Montreal e Bruxelles, alla volta di Fiumicino. Giunti a destinazione nella mattinata del 22 agosto Herrera lascerà in libertà la squadra sino alle ore 18:00 del 24 agosto, prima di riprendere la preparazione precampionato in una sgambata a Fregene contro la squadra locale. (Massimo Izzi) 

INTERVISTA A FRANCO PECCENINI (Massimo Izzi)

Franco Peccenini, nell’agosto 1972 hai fatto parte della spedizione romanista per il tour negli USA e Canada: cosa ricordi?
“Ero giovanissimo, anzi, a dire il vero è stata la prima occasione importante della mia carriera. Aggregato in prima squadra, non stavo nella pelle”.
Dei viaggi di trasferimento cosa puoi raccontarci?

“Ricordo un viaggio con uno scalo infinito a Bruxelles, 8, 9 ore passate su un 737 strettissimo, quando siamo scesi non stavamo in piedi. Ma per me, naturalmente, prevaleva la grande gioia per avere a disposizione l’opportunità di mettermi in luce con una vetrina di quel prestigio”.
In quella Roma debuttava Valerio Spadoni, amatissimo dal pubblico giallorosso.
“Era il prototipo del calciatore moderno. Dicevano che faceva sempre la stessa finta ma non lo prendevano mai. Aveva la grande capacità di rubare il tempo al suo avversario. E’ stato un grande giocatore, sfortunatissimo per l’infortunio che ne ha frenato la carriera”.
Che ricordo hai delle partite contro l’Ujpest?

“Loro avevano la metà della nazionale ungherese, un autentico squadrone con gente come Nagy in campo. Furono delle partite molto dure dal punto di vista atletico ed estremamente sentite dal pubblico. C’erano, infatti, moltissimi italiani, ma anche gli ungheresi erano ben rappresentati e alla fine sugli spalti ci fu anche una rissa”.
L’allenatore era Helenio Herrera.
“Lo circondava un alone di leggenda, mi sorprese la grande conoscenza che aveva degli avversari, di ogni singolo giocatore. Si documentava molto”.
Dal punto di vista personale qual è l’immagine degli Stati Uniti che conservi?

“Negli anni ci sono stato tante volte, ma quella è stata la prima. Rimasi colpito dalle dimensioni . Venivo da un paese e non potevo neanche immaginare una simile grandezza. Tutto era immenso, sproporzionato”.

15 agosto 1972, ore 20.00 (02.00 del 16 agosto 1972 in Italia),
Boston, Stadio Nickerson Field
(5.000 spettatori, di cui 3.000 italiani)

Roma-Ujpest Dozsa Budapest 0-2


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17 agosto 1972, ore 21.00 (ore 03.00 del 18 agosto 1972 in Italia),
Montreal, Autostade Stadium, 20.000 spettatori

Roma-Ujpest Dozsa Budapest 2-4




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20 agosto 1972, ore 21 (ore 03.00 del 21 agosto 1972 in Italia),
Hamilton, 10.000 spettatori

Roma-Ujpest Dozsa Budapest 1-1




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