XXVIII Giornata
LAZIE - ROMA 2-2
Roma
, Stadio Del P.N.F.
domenica 24 maggio 1931
ore: 16.30

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Tabellino partita:
Lazio: Sclavi, Tognotti, Mattei II, Pardini, Furlani, Fantoni II,
Ziroli, Fantoni I, Pastore, Spivach, Lamon.

Allenatore:
Molnar

Roma: Masetti, De Micheli, Bodini, Ferraris IV, Bernardini, D'Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Lombardo, Chini.

Allenatore: Burgess

Arbitro: Gama
RETI: 18' Pastore, 46' Volk, 48' Pastori, 88' Bodini
 

FOTO
(tratta da
                    Laziowiki.org)

Il gol annullato a Costantino


Dal sito  Museo della Roma





La Roma dopo pochi minuti andava in gol con Costantino che centrò la rete di Sclavi dopo aver superato in volata Fantoni II. Ma Gama annullò, avendo ravvisato un fuori gioco dell'ala barese. In proposito, scrisse il giorno dopo Ennio Viero sulla "Gazzetta dello Sport": <<Umberto Gama sanziona l'offiside di Costantino. Il suo giudizio fa testo, ma noi il fuori gioco non l'abbiamo visto. Gama, arbitro di solito eccellente, questa volta ha deluso. Ha tolto alla Roma un gol regolarissimo, ha tollerato il gioco piuttosto pesante dei giocatori laziali. Il suo infelice arbitraggio è intimamente legato alle sorti dell'incontro.>>
I giallorossi fecero buon viso a cattivo gioco, ma sugli spalti scoppiarono i primi tumulti. Poi le azioni si equilibrarono e la Lazio passò addirittura in vantaggio al 27'. Furlani intercettava un passaggio di Volk a Fasanelli e allungava a Pastore che si scontrava con Bodini. Entrambi cadevano a terra, ma Pastore era il più lesto a rialzarsi. Controllava la palla col sinistro, percorreva altri tre o quattro metri e, da distanza ravvicinatissima, batteva imparabilmente Masetti. Un'autentica doccia fredda per Bernardini e compagni.
Soltanto all'inizio del secondo tempo la Roma riusciva a pareggiare. Calcio d'angolo battuto da Costantino, per deviazione di Sclavi: il portiere laziale respingeva corto a mani aperte; sulla palla irrompeva Volk, che azzeccava lo spiraglio siusto attraverso una selva di gambe ed insaccava. C'era da attendersi un definitivo straripamento degli avanti giallorossi e invece era ancora la Lazio ad andare in vantaggio. Altro corner al terzo minuto, questa volta contro la Roma. Calciava Lamon dalla bandierina e Fantoni I riusciva ad elevarsi al di sopra di compagni e avversari, "schiacciando" di testa in rete. Tutto da rifare per la Roma. Cominciò un assedio in piena regola alla rete di Sclavi, ma l'estroso portiere laziale superò se stesso respingendo alla disperata, di mano e di piede, tutti i tiri indirizzati nella porta biancazzurra. Alla mezz'ora ci si mise di nuovo anche l'abitro Gama, negando ai giallorossi un evidente rigore per fallo di mano di Pardini a tre passi da Sclavi. Soltanto a due minuti dalla fine, quando gli spettatori delle due parti avevano già dato vita a più di un parapiglia, la Roma poté acciuffare il sospirato pareggio. Batteva una punizione Ferraris IV e ancora Pardini deviava vistosamente di mano, ma questa volta fuori area. Nuova punizione. Se ne incaricava Boldini che, con un autentico bolide, centrava l'angolino alto alla sinistra di Sclavi. Come spesso succede in casi di questo genere, i giallorossi cercarono, nei due minuti residui, di acciuffare anche la vittoria. E i laziali - ormai tutti in barca - si difesero alla meglio scaraventando il pallone in fallo laterale o addirittura in tribuna appena possibile.Furlani aveva appena inviato a lato per l'ennesima volta quando avvenne il fattaccio.
Ai bordi del campo, tra le numerose persone che vi stazionavano, vi era anche Giorgio Vaccaro, non ancora presidente della F.I.G.C., ma pur sempre membro del Direttorio federale e Console Generale della Milizia.... Avvenne che Vaccaro, il quale passeggiava nervosamente in borghese ai bordi del campo,trovatosi tra i piedi il pallone lanciatovi da Furlani, lo allontanasse dai bordi del campo con un calcetto furtivo. Proprio mentre De Micheli si precipitava freneticamente a raccoglierlo per rimetterlo in gioco. Il terzino giallorosso non riconobbe il gerarca e gli fu addosso afferandolo per i risvolti della giacca e apostrofandolo con le ingiurie di rito. Giorgio Vaccaro reagì da par suo e i due divennero un corpo solo. Ma per poco, perché i carabinieri furono subito loro addosso e li separarono sia pure a fatica. Nel frattempo, l'arbitro Gama, boanco come un cencio per la piega che avevano preso le cose, comandava la ripresa del gioco. Ma De Micheli faceva appena in tempo ad "appoggiare" la palla a Ferraris IV che l'arbitrio fischiava nuovamente, ordinando la fine delle ostilità.
E allora avvenne il finimondo. De Micheli e Vaccaro ripresero il... colloquio interrotto pochi attimi prima, mentre il terreno dello Stadio si andava trasformando in un'arena da lotta libera americana a schiere. Ferraris IV saltò al collo di Ziroli, ex giallorosso, e lo costrinse a terra dove cominciò a lavorare con puntiglio alla sua vena giugulare. Bodini sferrò un calcio a Fantoni I che rispose con un diretto al mento, Dal canto suo Tognotti planò su D'Aquino con una perfetta placca rugbistica. Il tutto, mentre il resto dei giocatori si azzuffava anonimamente senza una precisa designazione di avversari e mentre i tifosi delle due parti si scazzottavano a migliaia. Ci fu realmente da temere per la stabilità delle tribune.
Soltanto dopo dieci minuti abbondanti di battaglia senza esclusione di colpi, la mischia potè essere sedata. Ma oltre alla polizia e alla milizia dovetterso intervenire i carabinieri a cavallo: qualcosa di apocalittico.
COMUNICATO DIRETTORIO DIVISIONI SUPERIORI
"Gara Lazio- Roma - Per il contegno gravemente scorretto dei sostenitori delle due Società a termine della gara, il Direttorio, deplorando vivamente tali indegne manifestazioni di intolleranza sportiva, poichè è chiaramente emerso che agli incidenti hanno preso parte elementi delle due società, considerando che la gara, per le conseguenze regolamentari, si è svolta sul campo della S.S. Lazio, ma tenuto presente che la responsabilità dei sostenitori della A.S. Roma risulta pure inequivocabile, stabilisce quanto segue:
Alla S.S. Lazio ed alla A.S. Roma viene inflitta la squalifica per una gara di campionato, mandandosi di conseguenza a disputare in campo neutro gli incontri: Lazio/Legnano del 31 maggio 1931; Roma/Torino del 7 giugno1931.
All'A.S. Roma, per il peggiore contegno dei suoi sostenitori e per i più gravi precedenti disciplinari, la punizione viene aggravata coon la multa di L. 3000.
Per quanto riguarda il riprovevole contegno dei giocatori delle due Società, passati a vie di fatto al termine della gara, il Direttorio ha potuto individuare come maggiormente reponsabili i giocatori Bernardini Fulvio dell'A.S. Roma, al quale vien epertanto inflitta la squalifica per tre gare di campionato, e Ziroli Luigi della S.S. Lazio, al quale viene inflitta la squalifica per due gare di campionato. Il giocatore Bernardini, la cui posizione è stata aggravata  dal suo contegno scorretto durante la gara contro il giocatore Fantoni, viene diffidato a tenere, in avvenire, un contegno corretto verso gli avversari a scanso di esemplari provvedimenti disciplinari.
Uguale ammonizione e diffida viene inflitta al giocatore Ferraris Attilio della A.S Roma, mentre vengono soltanto ammoniti i giocatori Mattei Angelo e Tognotti Orlando della S.S. Lazio, Bodini Renato dell'A.S. Roma.
Il giocatore De Micheli Mario dell'A.S. Roma, per il contegno offensivo verso un membro del Direttorio Federale, viene squalififcato per quattro gare di campionato.>>

Dalla Gazzetta dello Sport:
“L’arbitro ha appena fischiato la fine che vediamo giocatori laziali e romanisti alle prese; accorrono dirigenti a separarli e accorre anche la folla che stazionava sulla pista; la confusione è grande  e ad accrescerla sopravviene l’invasione di campo da parte del pubblico. La forza pubblica ha un gran da fare per sgomberare il terreno di gioco e vi riesce solo dopo molti stenti e senza aver potuto impedire molte colluttazioni non precisamente verbali”.
"Ma nella partita di ritorno, il 24 maggio 1931 allo Stadio, ecco Attilio riprendere il suo posto di laterale, a lato di Bernardini centromediano. Era quella la formazione-standard della Roma, che aveva travolto nel marzo la Juventus a Testaccio (5-0) e sembrava lanciata in un entusiamante finale di campionato. Ma l'incontro con la Lazio era segnato. L'arbitro era Gama di Milano, un ottimo direttore di gara, ma in giornata infelice. Le prime avvisaglie si ebbero dopo tre minuti di gioco, quando ben due tiri consecutivi di Fasanelli colpirono i pali e la ribattuta di Bernardini and? a schiacciarsi sulla traversa della porta difesa da Sclavi. Poi subito dopo l'arbitro annull? un bellissimo gol di Costantino, su azione manovrata di tutto l'attacco e tiro finale in piena corsa del "reuccio". Insomma, per farla breve: di sorpresa la Lazio rovesciava di fronte e andava in vantaggio, chiudendo il primo tempo 2-1. In una atmosfera sempre pi? tesa, la Roma, ormai innervosita, fece ricorso solo al suo spirito combattivo per reggersi in piedi ed alla fine, dopo un forcing prolungato ma manchevole nelle fasi finali, riusciva in extremis a raddrizzare la partita. Ci fu un calcio di punizione dal limite: il terzino Bodini si fece avanti di prepotenza, ed a spintoni si liber? il posto per battere lui la punizione. Mancavano due minuti alla fine. Il tiro di Bodini, sferrato con la rabbia della disperazione, risult? fortissimo e preciso nell'angolino: Sclavi, nettamente sorpreso, era battuto. Successe il finimondo.
Il pubblico era in bollore. I romanisti non erano placati, anzi vieppi? inveleniti per la notizia sopraggiunta del crollo della Juventus a Bologna. E il mancato successo significava perdere l'occasione di portarsi ad un solo punto dai bianconeri. Furono in molti a perder completamente la testa. Tra i tanti un illustre dirigente laziale che, appostato sulla linea laterale, allontan? un pallone che il terzino giallorosso De Micheli si stava precipitando a raccogliere per effettuare in fretta e furia la rimessa. Allo scherzo, che poteva significare la perdita di secondi preziosi, il giallorosso non ci vide pi?: afferr? il dirigente per il petto e urlando come un ossesso lo vinse bruscamente contro il muro dello stadio. Ci? gli cost? una squalifica di quattro partite. Ma non era che il principio. Al termine dell'incontro, parecchi giocatori delle due squadre vennero alle mani. Balz? in campo la forza pubblica, che comprendeva parecchi militi dell'allora esistente Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Su ordini assurdi di un loro comandante, i militi con tanto di moschetto si avventarono sui giallorossi. Attilio che stava per sparire in una mischia gigante emise un disperato urlo di aiuto, diretto a suo fratello che era in tribuna. Il fratello rispose prontamente all'appello, e si precipitò di un balzo in campo con un gran salto. Risultato: appresso a lui saltarono altri, e poi altri spettatori, e il campo si tramut? in una bolgia. Ma il peggio per la Roma sopraggiungeva con il bollettino federale delle punizioni: squalificati Bernardini per tre giornate, De Micheli per quattro ed il laziale Ziroli per due. Inoltre venne squalificato il campo della Lazio e il campo della Roma. La Roma fu costretta, in formazione rimaneggiata, ad andare a giocare a Terni. Fu la fine di un sogno, il colpo sinistro che uccideva una grande stagione. Ma la battuta finale fu proprio di Attilio Ferraris. Non appena la squadra giallorossa scese alla stazione di Terni, il capitano con una delle sue battute più feroci, esclamò a voce alta, guardando l'orologio: "Anvedi, questi ci hanno pure l'orologio!". Altra zuffa ed altra mischia. Era il momento delle risse."

Un episodio, Un tale erore che sul campo dello stadio era sceso a difendere (diceva lui) i colori giallo rossi è andato verso sera sul tardi a farsi medicare in una farmacia. "E' stato allo stadio? ha chiesto il farmacista. E quello reticente non diceva né sì né no. "Va bene, va bene, ora può andare!" E quanto debbo pagare? Oh! Fece il farmacista dia un po' 50 lire, tanto lei delle bastonate se le cerca con il lanternino. (Il Tifone 28 maggio 1931)

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                    Laziowiki.org)

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