Finale
SIVIGLIA/ROMA 5-2 d.c.r. (1-1)
Budapest, Puskas Arena
mercoledì, 31 maggio 2023
ore 21.00

invia una e-mail per i resoconti
 
Tabellino partita:
SIVIGLIA: Bounou 7; Jesus Navas 6.5 (95' Montiel 6), Badè 6, Gudelj 6.5 (127' Marcao s.v.), Alex Telles 6 (95' Rekik 6); Fernando 6 (128' Jordan s.v.), Rakitic 7; Ocampos 7, Torres 5 (46' Suso 6), Gil 5.5 (46' Lamela 5.5); En-Nesyri 5

ROMA: Rui Patricio 6; Mancini 6, Smalling 6.5, Ibanez 6; Celik 6.5 (91' Zalewski 6.5), Cristante 6.5, Matic 7 (120' Bove s.v.), Spinazzola 5 (106' Llorente 6); Pellegrini 6 (106' El Shaarawy 6), Dybala 7 (68' Wijnaldum 4.5); Abraham 5 (74' Belotti 6)

ARBITRO: Taylor (UK)
AMMONITI:
Matic (R), Rafa Mir (S, dalla panchina), Pellegrini (R), Mancini (R), Rakitic (S), Cristante (R), Celik (R), Zalewski(R), Lamela (S), Jordan (S, dalla panchina), Montiel (S), Ocampos (S), Karsdorp (R, dalla panchina)

MARCATORI:
35' Dybala (R), 55' aut. Mancini (S)
SEQUENZA RIGORI: Ocampos (S) goal, Cristante (R) goal, Lamela (S) goal, Mancini (R) parato, Rakitic (S) goal, Ibanez (R) palo, Montiel (S) goal

Spettatori: 62mila circa

40.000 circa tifosi a Budapest
55.329 spettatori all'Olimpico
6.500.000 spettatori in TV


La finale di Europa League tra Siviglia e Roma è stata la più lunga della storia del calcio essendo durata 146 minuti, battendo il precedente record che apparteneva alla finale dei mondiali tra Francia e Argentina. La gara è inoltre terminata in un mese diverso rispetto a quando era iniziata, dato che il calcio d'inizio c'è stato il 31 maggio e la fine è stata fischiato il 1° giugno.


"LO RIFAREI 1000 VOLTE ANCORA"
I tragitti dei tifosi giallorossi per arrivare a Budapest.


FOTOTIFO

In quella sedia c'eravamo tutti noi.

PAGINA 2










































































































VIDEOTIFO

Verso lo stadio
Corteo 1
Corteo 2
Corteo 3
Corteo 4
Corteo 5
Tre video di Matt:
2223sivigliaRoma_Matt_A.mp4
2223sivigliaRoma_Matt_b.mp4
2223sivigliaRoma_Matt_c.mp4











FOTOCALCIO




 



































VIDEOCALCIO

Discorso Mourinho alla squadra
La sedia
Fucking disgrace
Discorso Mourinho alla squadra interpretatiio da un sordomuto e sottotitolato
Rigore parato da Rui Patricio visto dagli spalti
Il rigore incredibilmente negato, commentato da telecronisti spagnoli
Dybala Il servizio
It's football (Matic a Dybala)










 
C'ERO PURE IO... ed altro
 





I tamburi del Biris Norte
viaggiano con la società


In aeroporto, dopo.





















UN ARTICOLO DI TONINO CAGNUCCI

IL NOSTRO GIORNO DOPO È SEMPRE QUESTO: AMARE

Anche i nostri figli adesso hanno il loro Roma-Liverpool: quelli della mia generazione che hanno vissuto da ragazzini il 30 maggio 1984 ora sono padri di ragazzini che hanno vissuto Budapest.
Da quella notte di Coppa e di Campioni a questa di Coppa Uefa sono passati 39 anni: 39 anni è l’età che aveva Agostino Di Bartolomei quando si è sparato al cuore scegliendo quel giorno, e quella partita, per farlo.

Con l’età di una vita che non c’è più come unità di misura, questo sembra persino più di una maledizione: la sua età per sempre che è anche la nostra età per sempre. Inchiodati, magari tra i pianeti, magari incantati, ma comunque fermi come stelle fisse.

Che giri fanno due vite? Forse lo stesso? E ti vengono in mente gli insegnamenti della tragedia greca dove le colpe dei padri ricadono su quelle dei figli, al di là del merito umano: per fato, per gli dei, per un cielo sbagliato, o, molto di più, per l’arbitraggio.

E da lì a sentirti in colpa per aver fatto tuo figlio romanista come te è veramente un attimo: papà t’ha fatto pure sto regalo oltre alle tare che per forza si trasmettono per dna. Ma se al Dio degli inglesi non dovevi credere mai, adesso proprio non je devi dà retta, né a lui, né ai classici e nemmeno a ’sta stronzata pensata su tuo figlio (perché farlo romanista è sicuramente la cosa migliore che gli hai trasmesso).


E non devi dar retta nemmeno a te stesso, al dolore che provi adesso, a chi ti scrive che anche i nostri figli hanno il loro Roma-Liverpool, perché i nostri figli hanno un padre – tanti padri – che l’hanno vissuta, e perché tuo figlio l’anno scorso ha vinto una coppa europea che tu invece hai aspettato 61 anni e dopo un anno e s’è fatta un’altra finale.

Non accostate Souness a Navas, se non altro perché lo stanno facendo quegli altri (ve sete scordati Bergomi e Matthaeus comunque), perché se è vero, come è vero, che in questa notte prima degli esami che non smettiamo di cantarci la matematica non sarà mai il mio mestiere, è ancora più vero che tra il 30 e il 31 c’è un 25, di maggio. Budapest non è stato il nostro giorno dopo, il Dopostoria, come tutti avevamo sognato, come già era stato raccontato, perché il nostro giorno dopo è stato Tirana.  

Se andate a Testaccio c’è un disegno di Agostino che si prende in braccio Pellegrini, guardatevi la pelle non ce l’avete una coppa tatuata o una scritta – Tirana – o una data – 25 maggio 2022? Che avemo giocato? Che ci dimentichiamo di noi stessi? Che basta un anno per tornare alla litania ante Mourinho?

Come fanno a non essere veri quei giorni di festa, quel sorriso ridisegnato sul volto di Ago, quella coppa idealmente consegnatagli dopo tutto quel tempo? Vi ricordate di Fabio Ridolfi, quel ragazzo che scelse di andarsene ma prima di farlo chiese di vedere la Roma e poi un messaggio di Pellegrini? Il fratello disse. “Te ne vai da campione d’Europa” e questa coppa lo ha reso più orgoglioso di tifare Roma”. Ho pudore nell’aggiungere altro. Ma questa è stata Tirana.

Tirana è stato il giro sul motorino di Luca Di Bartolomei nell’anniversario del suicidio del padre parlando stavolta di lacrime di gioia e di vessillo stavolta in porto. Che giri fanno due vite? Questi.  

Guardatevi la pelle, non solo per i tatuaggi perché se siete romanisti lì c’è la Roma. E oggi davvero più di ieri. A pelle come qualcosa però che arriva non da fuori, ma da dentro, un marchio d’anima fatto dal cuore con l’inchiostro del sangue e della bile. Oggi la senti di più. Oggi siamo tutti più vicini.


La Roma è un amore feroce, sono colori forti che ami alla follia o che disprezzi, la Roma è essere della Roma, appartenerle cioè senza poter scegliere niente altro di diverso, la Roma è essere romanisti per davvero sempre, perché se riesci a distaccatte dalla Roma o a disamoratte o a dì pure un “però che palle” prego si accomodi da un’altra parte – sicuramente appunto in un posto più comodo – perché la Roma non sai manco do sta. Perché se ce l’hai ce l’hai dentro.   

Guardatevi la pelle sennò non farebbe nemmeno così male Budapest. Fa malissimo. È un dolore profondo che esplode nel petto se pensi a tutto quello che sarebbe stato (la Coppa Uefa finalmente, la Supercoppa, lo svuotamento totale di qualsiasi altra cosa successa calcisticamente quest’anno, due coppe in un due stagione e in un anno, il sorriso di Dybala e quello di mio figlio, persino il mio, e quello di Lei).

E non credo mi passerà facile. Anzi, credo che non passerà mai la nostalgia delle cose non accadute perché stavolta stavano proprio per accadere: le abbiamo persino viste, le abbiamo persino abbracciate al gol di Dybala in quel momento in cui abbiamo sentito nuovamente una cosa: TUTTO.  

I 55 secondi col Liverpool o il gol al 55’ del Siviglia credo stiano a indicare un altro tempo. Il nostro.


Io penso che ci sia stato un tempo fatto di grandi persone, di grandi sentimenti e di grandi sospiri che si meritavano partite del genere. E sogni così grandi. E cuori così folli. E notti di dolore rischiarate dalla maglietta della Roma. Io penso a Geppo che era un poeta.

Penso a tanti che non ci sono più, ma penso anche a chi c'è, a tanti ragazzi che hanno la luce dentro per questa squadra di calcio e che hanno rispetto per chi l'ha amata, semplicemente amata. Nella vita non puoi più che amare.

Pensavo che tutto questo fosse passato e invece questi sono i giorni che viviamo: l’unico filo rosso che lega la notte di maggio del 1984 e questa del 2023, il 30 e il 31, è l’amore verso la Roma.

L’enorme amore che abbiamo visto a Budapest nella gente che ha scelto di scegliere e di andare, quel ritrovarsi a casa dopo che hai preso un aereo o più probabilmente un paio, un van da 13 ore, un pullman da mille, hai dormito a Gorizia o in Slovenia, hai fatto scalo a Francoforte (ah, io a ‘sta cosa ci tenevo perché pensavo portasse bene visto che l’Eintracht era il detentore della coppa), passato per Istanbul (ma perché?!) qualcuno è ripassato da Tirana e forse ha fatto la cosa più romantica e romanista che si potesse fare.


Tutti hanno sognato al vantaggio, credo tutti abbiano capito che ai rigori non c’era niente da fare, tutti stavamo e stiamo ancora male. Tutti abbiamo amato la Roma.

Ma questo è il nostro tempo, ogni giorno è il nostro giorno dopo. C’è stato un tempo fatto di grandi persone, di grandi sentimenti e di grandi sospiri che si meritavano partite del genere. E sogni così grandi.

Il nostro giorno dopo è ancora questo: amare. Nella vita non puoi più che amare. Ora anche i nostri figli lo sanno.


S.P.Q.R.
L'ennesimo viaggio della speranza lo affronto in macchina, più economica, viaggiando con i figli al seguito, di charter e soluzioni aeree. Sosta a Cervignano del Friuli, cena in un buon ristorante locale e poi a dormire. Sfiga vuole che una sorta di virus che, in famiglia, mi aveva lasciato indenne, affiori proprio nella notte e quindi andrò avanti tutta la giornata ad oki, con un senso di spossatezza certo inadeguato ed inopportuno per una finale. La mattina dopo l'autostrada slovena ed ungherese è piena di macchine targate Italia. Arriviamo in un hotel preso prima della qualficazione verso le 15.00, parcheggiamo nel parcheggio a pagamento di un altro hotel e ci riposiamo, poi verso le 17.00 andiamo verso la fanzone, che dista circa tre chilometri da fare a piedi, con un caldo discreto ma non paragonabile a Tirana. Giungiamo sul posto dopo una cinquantina di minuti e subito facciamo conoscenza con la simpaticissima Polizia ungherese. Seguiamo il fiume di tifosi giallorossi che con i loro cori e fumogeni colorano le vie della bella città magiara, con i locali che filmano il tutto con i loro telefonini. L'ingresso, debbo dire, è stato semplice ed i controlli non asfissianti, grazie alla security accomodante. I romanisti ungheresi accolgono i tifosi dela Roma, che sono circa 40.000 e hanno i tre quarti dello stadio. La parte bassa del nostro settore è affollatissima, la tensione alle stelle e si creano dei problemi tra i gruppi per il solito annoso problema degli striscioni e del chi arriva prima-chi arriva dopo. La coreografia preparata risente del sovraffollamento, trattandosi di cartoncini riflettenti. Il tifo giallorosso - non so spiegarmi le cause - non riesce a dare il suo meglio, visto che la curva è in realtà una lunghissima tribuna con i lanciacori molto distanti gli uni dagli altri e che la tensione ha evidentemente azzerato la voce a molti tifosi. I Siviglia non tifano in modo del tutto continuo ma quando tifano si sentono eccome. L'andamento della interminabile partita e l'arbitraggio di quel "fucking disgrace" la conosciamo tutti. La curva consola i nostri ragazzi disperati e delusi e Mourinho compatta ancora una volta la squadra, ringraziando la tifoseria. Mi dicono di alcuni lacrimogeni lanciati dalla polizia ungherese nell'antistadio ma non vedo nulla. L'uscita è tranquilla e il fiume giallorosso cammina nel silenzio verso le rispettive sistemazioni. Alle 2 si va a dormire con l'incubo del viaggio di ritorno. Beh, durerà 16 ore esatte, altro che le 12-13 indicate da Google Maps. Veramente dura. Roba da Romanisti.



MATTEO

Sono le 21.16 del 1 giugno, esattamente 24 ore fa la Puskas Arena era nostra, una trasferta iniziata un giorno prima, iniziata quando abbiamo prenotato treno e macchina, iniziata quando abbiamo detto “ao che famo annamo?”, perché la Roma la vivi in ogni momento della giornata, dal corteo ai tornelli, dai tornelli al settore, con la pezza in mano e tanta voce, quella che non mancherà mai, dentro e fuori, ci saremo sempre.

È stata la mia prima trasferta europea dopo diverse in Italia (ho 16 anni), e anche se fosse stato per me sarei andato pure a Bodo o a Ludogorets, non potevo chiedere partita migliore, giornate che rimarranno nella storia nonostante il risultato finale, giornate che racconterò anche tra 60 anni, racconterò ogni momento, da Termini a Trieste, da Trieste a Budapest, racconterò dell’invasione giallorossa e dei polacchi che hanno attaccato gli spagnoli con annessi retroscena, perché ogni momento va ricordato e raccontato.

A fine partita le lacrime sono scese, come un po’ a tutti, ma le finali l si vincono o si perdono, la cosa principale è un’altra…” beato chi le gioca nell’invidia di chi le guarda”

DAJE ROMA!


DIEGO
Quella di San Sebastian ormai la farò più in là:

Ti mando questa della finale:

Vorrei scrivere tanto.
Forse addirittura troppo!
Ma non basterebbero tutte le parole di questo mondo per descrivere le emozioni che porto dentro.

Le stesse di qualsiasi ROMANISTA VERO.

Rabbia, delusione, sofferenza, ma anche amore, orgoglio, passione…. questi sono solo alcuni dei sentimenti e delle emozioni che mi hanno tartassato la mente nelle ultime 24 ore di questo viaggio infinito per la Finale di Budapest di Europa League.

Un Viaggio iniziato con due macchine da Roma, nella serata del 30 seguito da un appuntamento per un Transit preso a Firenze per stare tutti insieme per il viaggio, una strada con centinaia di kilometri extra (1400km a tratta) perché tuo fratello stava in vacanza in mezzo alle montagne Friulane e sapevi che non poteva NON ESSERCI in questa partita e non essere con te
❤️💛
2700km di amore partendo da Roma passando per Firenze, arrivando a Coneglians (UD) nella mattina, passando per l’Austria e arrivando così finalmente in Ungheria e a Budapest nel pomeriggio della partita dopo 15 ore di viaggio.

Passiamo la giornata alla ricerca di biglietti per chi non li ha e alla Fan Zone tra il caldo eccessivo e qualche birra non di troppo.

Personalmente ho passato le 40 ore di questa trasferta tra Oki, Brufen e Tachipirina con dolori fortissimi e mal di schiena che non mi permettevano di godermi a pieno la trasferta.

Ma a mente fredda tra tutte queste emozioni, ne ho trovata una che non mi veniva in un primo momento: GRATIDUDINE
🙏🏻

Eh si, sono davvero GRATO!
Perché alla fine sono uno dei romanisti fortunati che era a Budapest nella seconda finale europea di seguito ed ero presente a Tirana.

Sono fortunato e grato, perché anche se è andata così, porto con me tutte queste emozioni che potrò raccontare ai miei figli e nipoti.

C’è chi le guarda fare agli altri e chi le vive giornate come questa!

Sono fortunato e grato perché ancora una volta ho potuto vedere questa partita assieme a mio papà e mio fratello.


GIUSEPPE
Buongiorno o buonasera ho 61 anni ero uno qualsiasi del cucs attualmente sono un signore sposato ed un po' malato.

Quindi a Budapest non c'ero.

Però leggo della UEFA della premier di guardiola di marchisio della "vergogna" sollevata da sbiaditi vari ed avariati.

Allora dico anzi scrivo che Lamela andava espulso diretto (qualcuno non doveva più andare in nazionale per un fallo del genere) che rakitic meritava due gialli che c'era un rigore enorme per noi.

Dunque c'è stato un furto.

Dunque se si deve andare in tribunale come dicono loro  chiedo a te che sei un ottimo avvocato se in tribunale ci possiamo andare noi.

Perché mille euro noi non li rubiamo e non ce li facciamo rubare.

Stavolta io non li ho spesi ma ad un avvocato li darei molto volentieri.

Perché una parte lesa non può essere pure presa per il culo una volta di più.

La famiglia il signor Taylor la guardasse in faccia e dicesse loro quanto è onesto lui e quanto siamo cattivi noi.

Perché se non è così (e così non è lo sa rosetti lo sappiamo tutti lo vediamo da sempre chi viene premiato e chi no e perché) la prossima sedia un giorno gliela tirerà forse qualcuno della famiglia.

Io a 61 anni da persona quasi pacifica e malaticcia la tirerei sempre.

Perdona lo sfogo, sempre viva la Roma e abbasso chi non la difende.


GERARDO

Un’avventura mossa dalla fede per questa maglia posta sul gradino più alto delle priorità della vita. Raggiungo la capitale ungherese con due treni ed un pullman. In quasi 20 ore sono a Budapest. Passeggiata nel centro storico di questa bella città e poi metro fino allo stadio. I cancelli devono ancora aprire, e con un paio di amici ci fermiamo a mangiare un panino fuori l’ingresso della curva. Mancano quattro ore al fischio di inizio, ma siamo già tanti. Da una via laterale spunta un corteo di quaranta persone vestite di nero. La polizia è colta di sorpresa e tenta di bloccarlo, ma il corteo tira dritto senza scendere a compromessi e la celere è costretta a farsi da parte. Il flusso di romanisti continua e dopo una mezz’ora arriva un secondo corteo dalla via principale. Questa volta diverso, è un fiume di gente, 15-20.000 romanisti con bandiere e fumogeni che marciano insieme fino ai tornelli. Un tripudio di giallo e rosso. Il panino è finito, la birra pure, è arrivato il momento di entrare. Lo stadio è un gioiello e dal “distinto”si vede da paura. Siamo 40.000 romanisti. Lo stadio è nostro. Il tifo parte bene ed è potente per tutto il primo tempo, ma dal secondo tempo manca la coordinazione. Si canta a piccoli gruppi, qualcosa non va. L’arbitro e la UEFA rubano la partita e tolgono la coppa alla Roma. È una vergogna. Facciamo rientro nella capitale a testa alta, siamo la Roma.


MARCO
Scrivo dal pullman che mi sta riportando a Roma, ma inizio dal principio. Le premesse di questa trasferta rendono l'idea della tifoseria che siamo: un mio parente che - di fronte al vedersi negate le ferie a lavoro - si è licenziato pur di esserci, un amico con un bambino nato da pochi giorni che decide di partire comunque, incoraggiato dalla moglie che capisce l'unicità dell'evento, e sicuramente di storie così ce ne sono parecchie. Io parto in treno - diversi progetti saltati mi impediscono di arrivare il giorno prima come avrei voluto - e arrivo in città il 31 verso ora di pranzo. Incontro alcuni amici che avevano viaggiato in altri modi e mi dirigo subito verso lo stadio perché sto senza biglietto e voglio provare a entrare prima che si crei la calca. Percorro a piedi i 4 chilometri che dividono il quartiere Lipótvaros dove ho la stanza dalla Puskás Arena. Per le strade la situazione si rivela tranquilla, i tosti hooligans del Ferencvaros sono concentrati sulla tifoseria del Siviglia a causa di alcuni precedenti storici e le altre tifoserie cittadine non sembrano avere interesse a un confronto con noi. Arrivo allo stadio verso le 17,20 e gli ingressi sono già aperti. Un primo varco è composto da una strettoia circondata da agenti, avanzo con telefono e documento in mano e passo agevolmente. Arrivo al secondo ingresso dove ci sono dei varchi in cui viene controllato il biglietto elettronico e si viene perquisiti. Metto in atto il secondo impiccio che riesce, passo i varchi e proseguo. Mi rimane solo il tornello da superare ma c'è ancora poco afflusso ed il controllo degli steward è abbastanza capillare. Aspetto un po' l'aumentare del numero di persone in coda e passo in due, uno steward mi vede e mi urla, inizio a correre e... Sono dentro. E vaffanculo ai bagarini che volevano vendermi il biglietto a prezzo rialzato e alla Uefa che ha gestito la distribuzione dei tagliandi a cazzo di cane. Lo stadio è bellissimo, prendo posto e aspetto degli amici che iniziano ad arrivare un po' alla volta. Ad un certo punto decido - per ammazzare l'attesa - di andare a prendere una birra. Al bar la situazione è caotica, una coda interminabile, quando finalmente riesco ad arrivare davanti mi trovo delle bellissime ragazze ungheresi che stavano andando in tilt per la continua richiesta di consumazioni. Si poteva pagare solo con la carta, prendo uno scontrino tra quelli rimasti sul bancone dalle persone prima di me e faccio "three beers", la ragazza nel caos me ne porge due, gli dico "three, the last one" e mi porto via anche la terza. Man mano che si avvicina il fischio d'inizio il settore si riempie, mentre lo spazio del Siviglia è vuoto il nostro è già quasi pieno. Quando manca qualche minuto all'inizio si alza la coreografia. È bello rivedere per una finale del genere simboli di Opposta Fazione, un pezzo di storia glorioso della nostra curva. Il tifo parte bene con cori e pirotecnia, ma stenta a decollare. La situazione col passare dei minuti anziché migliorare peggiora, da dove sono io non si capisce che cori vengono lanciati dal centro, e allo stesso tempo il settore non ha la giusta carica per un'occasione come una finale europea. Al 35° passiamo in vantaggio, momento di gioia generale, lo stadio è per 2/3 nostro e si vede. Subito dopo vicino a me parte una rissa, a quanto pare perché qualcuno esultando ha urtato una bambina. Per questo un signore che non c'entrava niente viene schiaffeggiato e colpito da più persone. Il tizio in questione quasi in lacrime nemmeno ha reagito. Disgustati io e un mio amico ci spostiamo da lì. Il tifo è fiacco tant'è che ad un certo punto la squadra - nonostante la vicinanza tra campo e spalti - gesticola per scaldare l'ambiente. Sul campo l'iniziale vantaggio si trasforma in pareggio e tutto inizia ad essere più complicato. Tra occasioni mancate e decisioni arbitrali dubbie si va ai supplementari. Rischiamo tanto, colpiamo una traversa, ma sempre 1 a 1, si va ai rigori. Una lotteria, che stavolta ci dice male. Sarà comunque bello vedere la squadra prendersi un applauso ed i giocatori in lacrime sotto il settore venir abbracciati. Esco dallo stadio e torno con i miei compagni di stanza nel tugurio da 20€ a notte dove alloggiamo, tra bacarozzi e stufe d'epoca. Riposo finché non devo lasciare la stanza per recuperare più energie possibile e poi esco, a spendere i fiorini che ancora ho in tasca in compagnia di un amico. Gran bella città Budapest, prima di partire immaginavo di trovarmi in una capitale dal fascino decadente, un po' come Tirana dove accanto a costruzioni ultra moderne si trovano edifici segnati dagli anni. Al contrario trovo una metropoli moderna e super curata (almeno nella zona centrale, che è quella che ho battuto di più anche se passandoci con il treno anche la periferia mi è sembrata ben tenuta). Per strada molti altri tifosi romanisti, così come molti del Siviglia, gente di poco valore. I loro Ultras hanno rifiutato una proposta di scontro da quelli del Ferencvaros e sono arrivati in aereo il giorno della partita per andare in giro scortati. I loro tifosi hanno circolato per le strade agghindati di tutto punto per perdere infine una gran quantità di sciarpe, bandiere e materiale vario. A cena entriamo in un ristorante Ungherese ma li ci dicono che hanno finito tutto tranne due pietanze che però sono le stesse che abbiamo mangiato a pranzo e rifiutiamo. Scambiando due parole, il cameriere ci tiene però a dirci "I only know two words in Italian: Juve Merda", che grande. Trascorriamo una giornata e una nottata intere fuori, fino alle 7 di mattina quando prendiamo il Flixbus che ci riporterà a Roma.


ALEX

Ciao Lorenzo, sono Alex e ti seguo fin dagli albori della nascita del sito A.D 1999, avevo 14 anni e ora ne ho 38.

Abbonato in maniera alterna tra sud e nord, quest'anno rispetto allo scorso anno riesco a prendere il biglietto per la tanto attesa finale di Budapest.

I miei impegni familiari e professionali mi impediscono di andare nella capitale ungherese né il giorno prima né tantomeno lasciarla un giorno dopo.

Poco male conosco Budapest molto bene in quanto visitata già due volte.

Con amici di mio fratello e successivamente un mio carissimo amico, decidiamo di organizzare il viaggio come segue:

31/05 Roma-Trieste-Budapest con il primo tratto in aereo e il secondo tratto in macchina a noleggio.

Per poi ritornare il 01/06 Budapest-Venezia-Roma con ultima tratta in aereo.

Purtroppo non sono riuscito a trovare un volo charter e questo ha complicato non poco le cose creando un viaggio ibrido ma cmq molto stressante e stancante con pochissime pause .

Difatti partiamo la mattina da FCO e l'aereo per Trieste fa ritardo di 40 minuti e ci incazziamo perchè si è aspettata invano una persona che non si è mai presentata.

Viaggio condiviso con un gruppo ultras dove scaldano l'ambiente con cori e canzoni .

Arrivati a Trieste, recuperiamo il mio caro amico che ha viaggiato di notte da Termini verso l'aeroporto di Trieste.

Qui, prendiamo la macchina in affitto da Drivalia, fortunatamente grazie alla tua storia su IG e avendoli tartassati tutti i giorni le macchine ci sono per tutti.

Sono le ore 11 e partiamo da Trieste verso Budapest.

Facciamo solo una sosta, bagno benzina e si...rifornimento del adblue........ e teniamo l'acceleratore abbastanza giu' stando attenti agli autovelox.

Arriviamo a Budapest per le 17.30 lasciamo la macchina in hotel, posiamo i bagagli, ci laviamo la faccia e andiamo verso lo stadio.

Visto il ritardo e il poco tempo a disposizione,decidiamo subito di andare al Puskas Arena con un taxi, ma imbottigliati nel forte traffico decidiamo di raggiungerlo a piedi e circa dopo 3 km  arriviamo alle ore 19.00.

Avendo un biglietto in categoria 1 e gli altri amici tutti sparsi ma tutti nel settore della Roma ci dividiamo per poi sapere che potremmo stare tutti assieme.

Lo stadio è un gioiello altro che, solo l'italia è rimasta al terzo mondo!

Il settore della curva sud della Roma è strapieno e si deduce che tutti vogliano stare li, ma la curva del primo anello è davvero affollata, non si respira.

Questo affollamento in curva provoca anche la non realizzazione perfetta della coreografia, infatti al terzo anello i volantini sono poggiati sui seggiolini vuoti.

Anche noi lato tribuna stiamo in piedi sui seggiolini e cantiamo andando appresso alla curva che il primo tempo eroga un tifo molto soddisfacente.

Quei maledetti 7 minuti di recupero imprevisti ci prendono tutti alla sprovvista squadra, panchina, e tifoseria dove il Siviglia prende fiducia e quasi ci pareggia,ma da questo momento noi ci spengiamo.

Difatti nel secondo tempo, vuoi le scaramucce per le pezze vuoi per la tensione e stanchezza del viaggio che ha stremato tante tantissime persone venute in giornata come me, non offriamo un grandissimo sostegno alla squadra.

La partita la sappiamo tutti com'è andata, e tutti noi tifosi romanisti ci sentiamo in quella sedia!

Esco sconsolato ma orgoglioso della mia squadra e del mister ma un po meno del tifo erogato nel secondo tempo, potevamo fare molto di più ,cosa notata anche dalla panchina e dai giocatori in campo che continuano spesso  ad incitarci.

Torno in albergo alle ore 1.00 senza mangiare , purtroppo sul percorso di ritorno non era aperto nulla e quel poco di aperto era preso d'assalto.

Mi faccio una doccia e mi metto a letto per riposare 3 ore , difatti alle 4.30 suona la sveglia e via alle ore 5.30 in punto verso Venezia, effettueremo solo una sosta per colazione e un pieno, dove arriveremo in largo anticipo.

Decidiamo di fare un pranzo ad un ristorante per operai dell'aeroporto e torniamo agilmente a FCO alle ore 16.45.

Nonostante la partita persa ai rigori, rimane una grandissima esperienza.

Sempre Forza Roma!


LAWRENCE:

Malta Budapest

Budapest Monaco di Baviera

Monaco di Baviera Roma

Roma Malta

Quattro giorni tutti d’un fiato, senza sosta e pieni di emozioni

Sono fisicamente e mentalmente a pezzi

Lo rifarei? Anche domani.

Per la mia Roma, questo ed altro.

Ora, vorrei stare un po’ da solo che nemmeno il tempo per piangere ho ancora avuto.

Sempre, solo ed immensamente Forza Roma.


ADRIANO

Esperienza da raccontare. 

Appena finita Bayer Leverkusen - Roma iniziamo a cercare la soluzione più comoda e più rapida per essere a Budapest. Decidiamo di prenotare Bologna - Belgrado- Budapest A/R (visto i prezzi improponibili da Roma) e ci rechiamo, io con altri due miei amici, all'aeroporto felsineo il 31 maggio, giorno della finale. Appena arrivati però ci avvisano che il volo è stato ritardato, impossibile quindi prendere la coincidenza Belgrado - Budapest. Nel panico tutti e 3 decidiamo di prendere a noleggio una macchina, ma, sprovvisti di carta di credito non riusciamo a risolvere nulla. Ore 9:00 ho l'intuizione di chiamare una mia amica di Ravenna, la prego di prestarci una macchina, una qualsiasi. Accortasi della mia disperazione accetta. Prendiamo il taxi Bologna Ravenna, prezzo naturalmente esorbitante. Arrivati a Ravenna ci troviamo di fronte una Fiat 500 del 2008 con 165.000 chilometri. Ore 10.00 dopo non aver avuto il minimo dubbio saliamo in macchina e ci mettiamo in viaggio verso Budapest. Tempi strettissimi, 9 ore di percorrenza, senza contare soste rifornimento ed eventuali disagi. A proposito di quest'ultimi, in Slovenia la biforcazione per Budapest è chiusa per lavori, e per non farci mancare nulla, la Polizia Slovena pensa bene di spianare sirene e agitare paletta in autostrada. Controllo di routine. Non troppo rapido a dire il vero. Dopo un "Forza Roma e Forza Mourinho", forse anche sarcastico del poliziotto sloveno, ripartiamo caparbi. Arrivo previsto 19:15. 120 chilometri orari medi , finestrini rigorosamente chiusi per evitare spreco di benzina ed aria condizionata spenta per lo stesso motivo. Sudiamo, abbiamo ansia, ansia di non arrivare in tempo. Chiamiamo gli altri ragazzi del gruppo, sono già dentro la Puskas Arena, a noi invece mancano ancora 2 ore per arrivare nella capitale ungherese.

Finalmente ci siamo. 19:20 parcheggio "il bolide" al capolinea della metro. Saliamo sul primo treno, direzione stadio. Alla terza fermata circa un centinaio di tifosi del Siviglia ci circondano cantando cori spagnoli e inneggiando alla settima Europa League. Alla fine riusciamo a dileguarci da tutte quelle maglie bianche, sono le 20:10 e noi siamo dentro la Puskas Arena, incredibile da credere. 9 ore e mezza tutte d'un fiato, senza mangiare, sudando e per la maggior parte del tempo rimanendo in silenzio tanta era l'ansia. Sappiamo com'è finita la partita ma a me resterà per sempre il ricordo di un amore che sti spinge alla follia, facendo sembrare normali cose che in realtà non lo sono affatto. Noi saremo sempre, per questo motivo. Sempre Forza Roma.



FABIO

Ciao Lorenzo premetto che fino a venerdì non avevamo i biglietti poi ad uno dei miei amici e arrivata la mail dell UEFA per acquistarli nell’ incredulità nst generale a 5 gg dalla finale siamo a Budapest.Organizziamo in fretta e furia il noleggio di un van e alle 2 30 del mercoledì stesso si parte.viaggio che scorre tra ansie varie ricordi e scaramanzie e alle 16 circa siamo a Budapest Trovato parcheggio per il van ci dirigiamo alla fan zone tempo di fare il corteo e ci ritroviamo all’ ingresso li scopriamo che la nst entrata e la curva dei tifosi del Siviglia proviamo ad entrare nella nst curva ma niente ci dicono di andare alla nst entrata così ci rassegniamo e ci avviamo in 4 verso la curva spagnola.essendo abbastanza presto qnd entriamo in curva del Siviglia nn c è quasi nessuno ovviamente sapendo che lo stadio nn ha divisioni pensiamo di passare da dentro direttamente ma gli steward ci negano il passaggio allora proviamo da dentro (per capirci da dove sono i bar) e li al cancello divisorio con la tribuna spieghiamo la situazione allo steward che ci controlla la validità dei biglietti il settore e comprendendo la situazione ci fa passare ( nn so se in Italia sarebbe successo) ora manca solo la tribuna a dividerci dal nostro posto abituale ma con grande felicità li scopriamo che il cancello divisorio e aperto e finalmente siamo in curva.Per quel che riguarda il tifo secondo me la tensione in tutti noi romanisti nn regala una delle maggiori prestazioni di sempre e oltretutto da dove eravamo noi i megafoni nn si sentivano proprio ( non è una critica a nessuno ma solo una constatazione di quello che ho percepito)comunque nonostante ciò noi romanisti in qualche modo ci facciamo comunque sentire.della partita e del risultato sappiamo tutti com è andata ma di taylor spero che altro che sedia c’è vorrebbe un incudine veramente scandaloso mai visto tutto ciò in una finale.alle 2 30 siamo sull’ autostrada di ritorno nella capitale con arrivo alle 15 30 .per concludere nn c è risultato che tenga per la nst amata Roma come recitava una pezza in sud di qualche anno fa “C è sempre un altra stagione “daje Roma daje romanisti un saluto .


ALE

" PUNTO DI PARTENZA"

 

Scrivo dopo qualche giorno, che ci vuole tempo a metabolizzare una partita cosi, che non chiamo sconfitta però.

Andando ai calci di rigore viene in mente subito la roulette...

Partiamo dall'inizio, gia dopo roma feyenord con consiglio di un amico prenoto un volo super econonico su vienna, e poi scopro che tanti faranno tappa la, me lo sentivo e ci credevo.

Da li poi come abbiamo fatto, prenderò un flixbus verso budapest, ma dovrò aspettare qualche oretta in aereoporto mio cugino che ha dovuto fare roma zurigo/zurigo vienna, dove vedo anche i tifosi del siviglia che appunto hanno fatto scalo.

Arrivato anche mio cugino andiamo in un hotel nel centro di budapest e poi di corsa allo stadio, dove prima buttiamo un occhio alla fan zone ( forse era meglio quella dell anno scorso a tirana? ).

Entriamo allo stadio dove si respira il clima delle grandi partite, e mente ero in fila al bar apprendo da un ragazzo romanista di hon kong, che dybala parte titolare.

Stando nella tribuna centrale sento molto sia i nostri supporter sia quelli del siviglia. 

Grande gioia per il nostro goal, segnato dal nostro simbolo in questo momento...

Veniamo fermati solo da un arbitraggio non all'altezza, se ci avesse dato quel rigore probabilmente non si sarebbe arrivati ai rigori quello è logico, ma la partita è stata strana da se, troppi ammoniti e solo per la nostra squadra.

Andiamo in hotel a dormirci su , se si riesce e il giorno dopo caffe e si va in aeroporto per il viaggio di ritorno, dove notiamo molti ritardi su roma, o addirittura dei ragazzi che avrebbero perso la coincidenza e dovranno optare giusto che per un flixbus budapest roma.

A noi il compito piu arduo, un lungo viaggio con scalo e per fortuna senza ritardi, budapest oslo alle 13 e da oslo a roma dove atterriamo qualche minuto in anticipo 19e30.

Rimane si il rammarico per la finale persa, ma prendo qua spunto per dire che secondo me deve essere un PUNTO DI PARTENZA QUESTO E NON DI ARRIVO, e che con MOU e con qualche bell'innesto, gia da quest'anno passato, abbiamo comunque alzato "l'asticella"  in tutte le competizioni.

Sperando di poterlo fare sempre piu e poterci togliere poi qualche soddisfazione.

Sempre fedele alla maglia, avanti curva sud roma



FRANCESCO

Budapest sarà per sempre una ferita incredibile..una botta troppo grande che non dimenticheremo mai. Ma quello che è successo nella capitale ungherese, non è soltanto tenebre. Tutti noi avremo storie legate a questa trasferta, e secondo me, questa merita di essere raccontata:

Qualche ora prima della partita, dei ragazzi arrivati da Roma notano sotto allo stadio un signore avanti con gli anni, tuta della Roma, visibilmente dolorante e letteralmente disperato che imprecava in lacrime. I ragazzi si avvicinano al signore, e dopo qualche domanda scoprono che il tifoso romanista (il signor Roberto) di Varese, dopo aver affrontato tutto il viaggio da solo senza parenti o amici, ha erroneamente acquistato il biglietto per la proiezione della partita all'olimpico, e non per il settore di Budapest. I ragazzi non ci pensano due volte...'Il signor Roberto entra con noi." Dopo qualche tentativo, Roberto riesce a entrare grazie all'aiuto dei ragazzi, e alla vista del campo, scoppia in un fiume di lacrime che solo chi è giallorosso può capire. Il signor roberto ha visto l'intera partita con i ragazzi, e alla fine sono state ancora lacrime, insieme. Dopo la partita è stato riaccompagnato in taxi in albergo dai ragazzi e ha preteso i numeri di telefono di tutti, dicendo che nonostante il risultato, non li ringrazierà mai abbastanza per quello che hanno fatto per lui.

Quando diciamo che i tifosi della Roma sono diversi da tutti gli altri, intendiamo esattamente questo.

Se questo non è Romanismo...ditemi voi cos'è?



STEFANO

Ciao Lorenzo. Ho provato a fare i conti di quanti eravamo. Penso sia ipotizzabile 45.000. Vado a raffica con alcune considerazioni. Nella parte bassa eravamo stretti all'inverosimile. Anche in molte parti del secondo anello. Le scalette erano molto larghe e stracolme di gente. Ho sentito molte persone entrare senza biglietto (dei ragazzi accanto a noi sono partiti con 3 transit pieni e avevano solo 4 biglietti). Molti altri sono entrati senza biglietto. Al gol del Siviglia si è visto chiaramente quanto erano pochi (massimo 14000). Penso sia ipotizzabile che noi abbiamo acquistato in una maniera o l'altra 42/43.000 biglietti e non meno di 2/3.000 persone siano entrate senza.



POESIA DI DAVIDE AL FIGLIO

Stai carico pe budapest?

Te l'ho chiesto 'na mattina,

C' avevo er core in gola, 

E co' un soriso enorme

Sei partito pe anda' a scola.

 

So giorni che non dormo

Giorni che sto male, 

Pensando che quel giorno

Staremo in capo al mondo.

 

Io e te, 

Insieme a tanta gente

Che vive il mondo magari male, 

Ma che pe' amore

 de 'na squadra de pallone

È disposta a sacrifici

 e a viaggi de vent' ore.

 

Nell' anni ne ho visti, 

de stadi e de posti

Viaggiando co' l' amici

Nei paesi più nascosti

 

Li soldi mejo spesi, 

Alla fine se ce penso, 

A macina' km 

e davero non me pento

 

E pure se alla fine 

Poteva fini' male, 

er sorriso sempre in viso, 

Co' l' amici de 'na vita

A aspetta n' altra partita. 

 

Ne so passate tante, 

De km e città

Aspettando 'sto  momento

Che' sta volta me fa tremà. 

 

Sarà dura, 

sarà intensa

Sarà come n uragano, 

La tempesta perfetta

E noi mano nella mano.

 

qualsiasi cosa accada, 

Co' qualunque risultato, 

saremo felici,

In mezzo a 'na strada

 Co' 'na marea de amici. 

 

E Sarà speciale, 

ma lo sai perché? 

Sarà speciale perche ce stai te. 

 

L amico mio migliore, 

Nel pieno del fomento, 

L unico amico co' cui 

vorrei vive sto momento. 

 

Magari va bene 

o magari  male

Ma è sta tutti insieme

 Che la renderà speciale. 

 

Sti giorni d' avventura 

te resteranno impressi, 

Ore de risate

E posti mai visti. 

 

E Tra tanti anni 

chiacchierando sorridenti

 se ricorderemo 

de tutti sti momenti

 

Sia de quelli brutti

 che de quelli belli

"ALMENO VE RACCONTEREMO

CHE SE SEMO DIVERTITI DA PISCHELLI"


P.S.:

Scusa ma c è un altra foto che mi emoziona da morire.

 

1 giugno 2023 all una e mezza de notte... La Roma ha appena perso la finale, dopo averlo visto piangere, tornando verso casa,ha cominciato a cantare "FORZA MAGICA ROMA", è bastata una lattina per ricominciare a sognare. 

VIVA LA PAZZA GIOIA DI ESSERE ROMANISTI. 




 




I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA




























SANZIONI DEI BUFFONI UEFA:

"Sospendere l'allenatore dell'AS Roma, José Mourinho, per le prossime quattro (4) partite di competizioni UEFA per club a cui avrebbe altrimenti partecipato, per aver rivolto un linguaggio offensivo a un ufficiale di gara"
"Multa di € 50.000 e vietare all'AS Roma di vendere biglietti ai propri tifosi ospiti per la prossima (1) partita delle competizioni UEFA, per accensione di fuochi d'artificio, lancio di oggetti, atti di danneggiamento e disturbo alla folla".





































Pagina iniziale
Index
La stagione in corso
The championship
Aggiornamenti
Updates
Fotografie
Pictures
Premessa
Premise
Scudetti e trofei
Palmar?s
La Lazie
The second team of the region
Visti a Roma
Away fans in Rome
Le bandiere della Roma
Unforgettable players
Campo Testaccio
The glorious ground of AS Roma
Memorabilia
Memorabilia
Roma e i romani
Roma and romans
La Storia dell'A.S. Roma
A.S. Roma History
Derby!
Derby!
La Roma in Tv e alla radio
AS Roma in TV and radio
Video
Video
Vita vissuta
Lived life
Miscellanea
Miscellanea
Il manifesto degli ultras
The Ultras' manifesto
Bigliografia
Bibliography
La storia della Curva Sud
Curva Sud history
Le partite storiche
Matches to remember
Gruppi ultras
A.S. Roma Ultras groups
Sotto la Sud!
A.S. Roma players under the Curva Sud
Cori Curva Sud
Curva Sud chants
Amici e nemici
Friends ? enemies
La cronaca ne parla
The wrong and right side of A.S. Roma fans
Fedeli alla trib?
Faithfuls to the tribe
Diffide, che fare?
Suggests for the banned
Links
Links
Scrivetemi
E mail me