Girone C - II Giornata
QARABAG/ROMA 1-2
Baku, Baki Olimpiya Stadionu
Mercoledì, 27 settembre 2017

ore 18.00

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i se
Tabellino partita:
QARABAG (4-2-3-1): Sehic; Mevedev, Hüseynov, Sadygov, Agolli; Richard Almeida, Garayev; Pedro Henrique (76′ Elyounoussi), Míchel (88′ Quintana), Madatov (82′ Guerrier); Ndlovu.
A disp.: Kanibolotskyi, Amirguliyev, Rzezniczak, Diniyev
All.: Gurbanov.

ROMA (4-3-3): Alisson; Peres, Manolas, Juan Jesus, Kolarov; Pellegrini (82′ Strootman), Gonalons (67′ De Rossi), Nainggolan; Defrel (57′ Florenzi), Dzeko, El Shaarawy.
A disp.: Skorupski,, Fazio, Gerson, Under.
All.: Di Francesco.

Arbitro: Artur Dias (POR), Assistenti: Rui Tavares (POR), Paulo Soares (POR), Quarto uomo: Bruno Rodrigues (POR)
Assistenti addizionali: Tiago Martins (POR), João Pinheiro (POR)
Marcatori: 7′ Manolas, 15′ Dzeko, 28′ Pedro Henrique
Note – Ammoniti: 38′ Garayev, 40′ Pedro Henrique, 43′ Gonalons


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Manolas
Dzeko
Il servizio


     

GIANFRANCO
Quando fu composta la griglia di questa edizione della Coppa mi dissi: speriamo ci capiti il Qarabag, non me lo voglio perdere!
Detto fatto. Appena usciti gli accoppiamenti cerco la soluzione per il volo che mi consenta di legare la gioia per questa trasfertona agli impegni di lavoro, così alla fine riesco a trovare un volo della speranza Roma-Mosca-Baku andata e ritorno ad un prezzo simile a chi ha optato per la "comoda" via che passava da Istambul.
Parto martedì pomeriggio e tra fuso orario e scalo a Mosca arrivo a Baku alle 4 di mattina di mercoledì. Il tassista che mi porta in città inizia subito a sottolinearmi l'importanza della partita non tanto per i pochi tifosi del Qarabaq ma proprio per l'intera Nazione Azera. Attraversiamo la città col suo misto di modernità stile Dubai, sprazzi di vecchie edilizie sovietiche ed antiche vestigia e mi concedo qualche ora di riposo in un B&B non proprio a 5 stelle.
Passo la giornata visitando la città vecchia e concedendomi una promenade davanti al Mar Caspio poi, finalmente, verso le 17,00 prendo la metro ed arrivo allo stadio olimpico. Avviatomi nel vialone che conduce ad uno dei tre ingressi principali dell'area dell'impianto, dopo che il primo prefiltraggio, passato mostrando semplicemente il biglietto, era avvenuto appena fuori della metro, consto che tutta l'area è interdetta ad ogni tipo di automezzo estraneo.... non proprio come avviene da noi.
Alle 18,00 vengono aperti i cancelli e l'effettuazione dei controlli avviene sotto dei tendoni posti subito dopo i varchi dove gli stewart "leggevano" il biglietto con uno scanner portatile. Lo stile dei controlli era quello aeroportuale ma svolti con molta tranquillità.
Intanto inizia a piovere ed un vento sferzante mi insegue nel mezzo giro dello stadio che devo fare per giungere al nostro settore. Lo stadio non ha alcuna divisione, i tre anelli sono tutti collegati tra loro sia da scale, scale mobili ed ascensori. Il mio pasto frugale l'ho infatti consumato al bar della tribuna alla nostra sinistra passando vari settori senza alcun problema.
L'impianto è molto simile a prima vista  all'olimpico di Atene, con la caratteristica dell'involucro esterno  simile allo stadio di Monaco.
Il vento gelido comunque si incunea con violenza nel nostro settore dove, trasportata dal vento arriva anche una buona dose di pioggia.
Lo stadio si riempie quasi completamente. I pochi tifosi organizzati del Qarabag, due gruppetti di un centinaio di ragazzi ognuno, sono sistemati, uno proprio sotto di noi, l'altro di fronte nell'altra curva a specchio con la nostra posizione. Entrambi i gruppi hanno un tamburo e tifano in piedi per tutta la partita. Il resto dello stadio, come anticipato dal mio tassista, si presenta con la bandiera Azera al seguito come se giocasse la nazionale.
Il nostro manipolo - formato da poche decine di unità più alcuni simpatizzanti di varie etnie di zona -  si completa praticamente all'ingresso delle squadre complice il traffico impazzito intorno allo stadio.
Speaker esaltato, musichetta di rito e si parte. I nostri primi cori si devono sentire bene viste lo bordate di fischi che li seguono. Impressionante il ruggito dello stadio ogni volta che i locali riconquistavano il pallone. L'uno due iniziale raffredda un po' gli animi ma poi il loro gol fa letteralmente esplodere il catino. Vedendo i loro volti pieni di gioia non nascondo che un po' sono stato contento di aver assistito al loro primo storico gol in coppa dei campioni... sono un vecchio romantico.
Tornando al nostro settore, incuranti della lieve inferiorità numerica abbiamo continuato imperterriti a tifare con una buona dose di goliardia. Una nota sul servizio d'ordine, affidato, si fa per dire, ad un manipolo di agenti non proprio dall'aspetto marziale ed a giovanissimi stewart - probabilmente studenti diciottenni con anonimo fratino - che di fatto, alcuni armati della ormai famosa bandiera Azera, pensavano più a tifare il Quarabag che ad altro.
Ciò ha permesso frequenti "sconfinamenti" da parte di alcuni tifosi del gruppo sottostante che, saliti nel nostro settore, volevano semplicemente farsi una foto con noi e le nostre sciarpe....  i più sgamati di noi pensavano si trattasse di un cavallo di troia, di una ricognizione per fiutare l'aria, ma, per una volta niente di tutto ciò e tutto è filato liscio.
Triplice fischio, doccia sotto la pioggia battente per tornare alla metro e pure questa è andata.
Bello.
Bello ma qualcosa non riesco a mandarlo giù. Io capisco la voglia di sfruttare l'occasione della trasferta per fare turismo, di fatto lo faccio anch'io ma perchè, e ribadisco perchè, poi allo stadio queste comitive "organizzate" non dico che non facciano il maracanà, ma almeno non si stringono un po' a chi prova un po' a far sentire la propria voce? Addirittura, fisicamente sedendosi qualche metro più in la? E non si tratta di età, io ormai con le mie quasi 57 primavere non ero certo il più "datato" del gruppetto di "ultras".... mah....
 Per finire, a queste persone vorrei raccontare la storia di Medhi.
Medhi è iraniano, di un villaggio non lontano da Teheran. Lo incontro a fine partita, sotto la pioggia camminando verso la metro. Ci vede, ci chiede una foto insieme. In inglese mi parla della sua passione per la Roma nata vedendo in TV da bambino una amichevole del 1998 tra Roma ed Iran giocata all'olimpico e vinta per 7-1 dai nostri. Da allora è diventato tifoso della Roma. Con le difficoltà che potete immaginare la segue su internet e finalmente è potuto venire a vederla guidando, dal suo villaggio in Iran, per circa 800 km fino a Baku, su strade che non sono certo le highway californiane. Ci scambiamo il numero di telefono e poco dopo mi manda con whatsapp la sua foto con la maglia di Totti. D'ora in poi, ad ogni partita a cui sarò presente, manderò una foto del nostro tifo a Medhi, tifoso Iraniano, che più di altri meriterebbe un posto in Curva Sud!


MARCO
Ciao Lorenzo, per me e altri due valorosi amici la trasferta di Baku ha inizio martedi con il volo delle 10.50 da Fiumicino, scalo a Istanbul, e arrivo nella capitale azera in serata. Sul volo siamo almeno una ventina di romanisti. Dopo essere passati per l'albergo ci andiamo a fare un giro e ci ritroviamo con gli altri ragazzi del volo in un locale del centro dove ci rilassiamo e dimentichiamo le fatiche del viaggio. Il giorno seguente decidiamo, in mattinata, di recarci fuori lo stadio Tofiq Bahramov dove di solito gioca le partite il Qarabag nel campionato e nelle coppe. Lo stadio da 30 mila posti da fuori è davvero ben fatto. Riusciamo facilmente ad entrare nell'impianto, visto i pochi controlli, e arriviamo dalle tribune fino al campo da gioco. Dopo un po' la nostra presenza viene notata e siamo cacciati via. Andiamo quindi nell'albergo della Roma e mentre ci beviamo qualcosa aspettiamo che la squadra parti per lo stadio Olimpico di baku. Dopo aver salutato e caricato il mister e la squadra è l'ora di andare allo stadio finalmente anche per noi. Prendiamo un taxi ma rimaniamo impantanati nel traffico a causa dell'enorme afflusso di gente che l'evento della partita ha richiamato, si dice infatti che ci sia il tutto esaurito ed inoltre ha iniziato a piovere! Scendiamo quindi dal taxi e facciamo una fermata di metro che ci porta al di fuori dello stadio che si trova, tutto illuminato di blu, a poche centinaia di metri da noi. La prima del Qarabag in Champions fa si che anche a piedi siamo rallentati dal gran numero di persone presenti in zona. In molti hanno bandiere della Turchia e dell'Azerbaijan, tutti entusiasti per la partita. Probabilmente molti di loro neanche conoscono i nomi dei calciatori del Qarabag, questa partita per il popolo azero è come se fosse una partita della nazionale ed anche e una vetrina importante per il regime al governo. Dopo aver camminato per molto riusciamo a fatica ad individuare il settore ospiti anche a causa del fatto che qui quasi nessuno parla inglese. Entriamo a 10 minuti dall'inizio e ci posizioniamo vicino ai gruppi all'ultimo anello. Saremmo un centinaio nel settore con qualche tifoso locale tra di noi incuriosito dal nostro modo di fare il tifo. Sotto di noi al primo anello si trova il loro unico gruppo ultras, se così possiamo chiamarlo, composto al massimo da 50 individui e tengono il loro striscione in mano. Con i tamburi riescono anche delle volte a coinvolgere gran parte dello stadio, addirittura anche gli steward partecipano ai cori e ai battimani per la loro squadra. Da parte nostra il tifo c'è nonostante il numero esiguo di presenze che questo tipo di trasferte permette. Bellissimo il coro lanciato " datece er gas..datece er gas..daje azeri datece er gas...". Loro cercano di insultarci con dei fuck Roma e lazio lazio e noi ricambiamo con gesti poco amichevoli e qualcuno anche con degli sputi. La partita per fortuna è andata bene in altri tempi questa si pareggiava o peggio, quindi bene così. Il deflusso dallo stadio è tranquillo, loro non pervenuti. Prendiamo il bus e poi taxi e siamo in albergo purtroppo la serata piovosa non permette nottate di gloria, ci rifaremo il giorno seguente. Venerdì notte finalmente torniamo nella città più bella del mondo. Domenica tutti a Milano!



I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA











corieredellosport.it

Qarabag-Roma 1-2: Manolas e Dzeko stendono gli azeri

Le reti del greco e del bosniaco mettono in discesa un match che poi si fa più complicato. Pedro Henrique accorcia e nel finale Ndlovu sfiora il pari

di Davide Palliggiano

mercoledì 27 settembre 2017 20:01

BAKU (Azerbaigian) - Senza grossi squilli e con una piccola dose di autolesionismo, la Roma vince 2-1 a Baku in casa del Qarabag e ottiene la sua prima vittoria stagionale in Champions League. La squadra di Di Francesco segna con Manolas e Dzeko due reti in quindici minuti, poi ha il demerito di non chiuderla mai dopo il gol di Pedro Henrique che riapre i giochi al 28'. Al 90' i giallorossi rischiano di prendere il gol del pari, quando Ndlovu sfiora il palo con un colpo di testa. Alla fine, però, la Roma porta a casa i tre punti, fondamentali per le speranze di qualificazioni agli ottavi.

LE SCELTE - Turno di riposo per Strootman e Florenzi (inizialmente in panchina), mentre in campo Di Francesco schiera Pellegrini e Bruno Peres. Al centro anche Gonalons, affiancato da Nainggolan. In attacco Defrel con Dzeko ed El Shaarawy.

MANO-GOL - Si mette subito bene per la Roma, nonostante la tenacia messa in campo dal Qarabag, che corre, pressa, ma dimostra notevoli limiti difensivi e tecnici. Al 7' i giallorossi la sbloccano. Sehic respinge male un corner di Kolarov, Pellegrini la rimette in mezzo forte e tesa e Manolas si tuffa prima degli altri per la deviazione vincente.

SENTENZA DZEKO - Il raddoppio arriva al quarto d'ora. El Shaarawy serve Dzeko, che stoppa la palla di petto e se la mette sul destro: botta secca sotto la traversa da posizione defilata e il 2-0 è servito. Per il bosniaco si tratta del settimo gol in 7 partite stagionali.

GONALONS, CHE ERRORE - La Roma sfiora anche il tris con Gonalons (colpo di testa sugli sviluppi di un corner), ma è proprio il francese a combinarla grossa al 29'. L'ex Lione si fa soffiare palla sulla trequarti da Ndlovu, che serve Pedro Henrique. Il brasiliano la stoppa di sinistro e batte Alisson di destro per l'1-2 del Qarabag.

GOL MANGIATI - Il gol dà fiducia agli azeri, ma le occasioni migliori capitano alla Roma. Ci prova prima Dzeko, di testa. Poi Kolarov, su punizione dai 20 metri. Infine Defrel. Il protagonista principale, però, è sempre Sehic, che tiene in vita i suoi. E quando il portiere non interviene, ci pensano il bosniaco e il francese a non pungere su un invitante cross dalla sinistra del serbo.

DENTRO FLORENZI - Ci si aspetta una Roma più brillante nella ripresa, ma non è così. Per 25 minuti i giallorossi non pungono in maniera decisiva e la partita resta in bilico. Florenzi prende il posto di un deludente Defrel (58') e va a mettersi al posto del francese nel trio d'attacco.

L'occasione migliore ce l'ha Bruno Peres, che impegna Sehic con un bel destro dopo assist di Dzeko. Di Francesco toglie pure Gonalons, per far spazio a De Rossi e nel finale Pellegrini per Strootman.

BRIVIDO NDLOVU - Al 90' arriva l'unico, vero, brivido per la porta di Alisson, quando Ndlovu - di testa - sfiora il palo alla destra di Alisson. Per i giallorossi arrivano i tre punti: unica nota positiva della trasferta azera.


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