ROMA /LIVERPOOL 0-2
2000/01
RASSEGNA STAMPA
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I TITOLI DEI GIORNALI
Hooligans, la notte della guerriglia
(Il Messaggero)

Ore 19,20: rivolta a colpi di molotov
(Il Messaggero)
Scontri, violenze: undici feriti
(La Gazzetta dello Sport)
Guerriglia in città e allo stadio, hooligans e teppisti scatenati
Undici feriti, tra cui due italiani, duri scontri sotto la Sud
(Il Corriere dello Sport)
Roma: disastro in campo, guerra fuori
(Tuttosport)
Stadio Olimpico, accoltellati sei inglesi
Gravi incidenti prima della partita tra ultrà romanisti e le forze di polizia
(Il Tempo)
Ultrà giallorossi scatenati, la Roma perde due volte


All'Olimpico un'ora di 
follia ultrà
(Il Covvieve della Seva)
Guerriglia a Roma, un giorno di paura
(Il Covvieve della Seva)

Furia ultrà, un giorno da incubo. Scontri e undici accoltellati
(La Repubblica)

Roma/Liverpool, è una battaglia
(Il Manifesto)
Rabbia tifosi romanisti legata a supporter in coma
(Il Resto del Carlino)
Guerriglia all'Olimpico: 
11 feriti
(La Repubblica - prima pagina)
Il giovedì folle di Reds 
e ultras
(La Repubblica - 
cronaca di Roma)
Guerriglia ultrà a Roma, accoltellati sette inglesi e due italiani
(Il Covvieve della Seva
prima pagina)
La Digos sicura: "Tutto preparato, gli incidenti continueranno"
(Il Covvieve della Seva
cronaca)

Il solito articolo del Covvieve della Seva che vuole buttare benzina sul fuoco. La Digos ha smentito di aver rilasciato queste dichiarazioni e, come al solito, i timori del Covvieve della Seva sono stati inesorabilmente smentiti nelle domeniche a venire

Anche questo del Messaggero non scherza!

Metro (prima pagina)

Metro
.
Covvieve della Seva

Covvieve della Seva

ALTRI ARTICOLI

IL RESTO DEL CARLINO
Rabbia tifosi romanisti legata a supporter in coma
 ROMA, 15 FEBBRAIO 2001 - La rabbia dei tifosi romanisti che si sono scagliati contro la polizia - ha spiegato uno dei dirigenti in servizio allo stadio Olimpico - è legata alla vicenda di Alessandro Spolettini, 32 anni, il tifoso che domenica scorsa ha subìto un grave trauma cranico prima della partita tra i giallorossi e il Bologna dopo essere caduto da una scala nello stadio Dall'Ara di Bologna.
I tifosi oltre a lanciare oggetti contro i poliziotti hanno gridato frasi offensive nei confronti degli agenti. Secondo quanto si è appreso dalla polizia, non c'è stato contatto fisico con i tifosi ma solo lancio di lacrimogeni e cosiddette cariche di alleggerimento. Gli ingressi della curva sud erano stati chiusi perchè si era formato una specie di imbottigliamento che non consentiva l'accesso: dall'interno, infatti - ha spiegato un dirigente di polizia - erano scesi gruppi di tifosi romanisti, curiosi di capire cosa stesse succedendo fuori e che poi hanno cominciato a lanciare oggetti all'esterno.
A pochi minuti dall'inizio della partita la situazione si è normalizzata. Numerosi poliziotti e carabinieri, che erano in servizio nel centro della città, sono stati inviati di rinforzo all'Olimpico.
Sono scritti in un volantino a firma del gruppo U.T.R. i motivi della protesta e della rabbia dei tifosi romanisti scoppiata allo stadio Olimpico.
Volantino che si conclude con un incoraggiamento per il sostenitore della Roma ricoverato a Bologna: «Forza Alessandro, il tuo sorriso sarà la coreografia più bella».
«In occasione di questo incontro - è scritto nel volantino - atteso da 17 anni, avevamo predisposto una coreografia degna di tale evento. Abbiamo deciso di non portare le nostre 10mila bandiere, siamo solidali con la decisione della Curva di annullare tutto. Ancora una volta un esodo biblico domenica scorsa (in occasione della trasferta a Bologna, ndr), ancora una volta sangue e violenza. Nessuna squadra porta al suo seguito così tanti tifosi, nessun tifoso avversario è trattato a Roma come siamo trattati noi in ogni parte d'Italia. E stavolta un ragazzo rischia di morire in circostanze poco chiare, per avere una passione sportiva, per portare alti i nostri colori».
E per essere solidali col tifoso rimasto ferito domenica a Bologna gli ultras hanno esposto una striscione: «Giustizia per Alessandro». Altri due, invece, erano contro la polizia. «Mai condannato l' ultras di Stato», era scritto nel primo, mentre nel secondo si leggeva: «Noi teppisti? Voi Boia».
I tifosi dicono: «Vogliamo la garanzia di poter seguire la Roma senza essere considerati bestie»


IL MESSAGGERO
ALLO STADIO OLIMPICO
Ore 19,20: rivolta a colpi di molotov
Un addetto alla Curva Sud: ci hanno scagliato contro transenne e bombe
La guerriglia intorno allo stadio è cominciata alle 19,20, in largo De Bosio, quando un gruppo di ultras romanisti con le facce nascoste da sciarpe e cappelli hanno lanciato bottiglie vuote su una volante e un poliziotto è stato colpito alla spalla. Come vere squadriglie organizzate, cellule di ultras sono arrivate allo stadio con le molotov pronte, che hanno lanciato contro un taxi e un motorino mandandoli a fuoco. Una specie di vendetta per l’incidente al tifoso romanista in coma, dopo i fatti dello stadio di Bologna. Gli ultras accusano i poliziotti di avere picchiato il giovane, la polizia dice che il ragazzo è caduto. Ieri, la squadriglia di balordi, ha incendiato l’auto e il motorino come "risposta" agli agenti. Un vero inferno, i poliziotti hanno risposto con i lacrimogeni.
Come dei focolai, scene di guerriglia che venivano sedate e altre che si riaccendevano da un’altra parte. E nessuno è stato risparmiato, hooligans accoltellati (sette quelli finiti in ospedale), distrutta anche una macchina dei vigili urbani e, gli ultras si sono accaniti anche contro gli addetti alla sicurezza.
«E’ successo di tutto», racconta un addetto all’ingresso della Curva sud, «C’è stata mezz’ora di guerra civile, ci hanno lanciato contro transenne, bastoni e bombe carta. Una partita rovinata per colpa di alcuni balordi scatenati, che hanno guastato tutto». Le forze dell’ordine mobilitate per arginare la tifoseria inglese si sono trovate a dovere controllare gli ultras romanisti. Alcuni sono stati fermati e portati in Questura per essere identificati.
L’Olimpico sembra un campo di battaglia, camionette di carabinieri e polizia presidiano l’aria dove ancora si vedono le tracce della guerriglia appena sedata. E’ un momento di calma apparente, «ma qui può succedere di nuovo qualche incidente da un momento all’altro», ammette un vigile urbano. «Le misure di sicurezza ci sono e grazie a questo è stato possibile fermare subito quegli scalmanati, però non si può mai sapere».Le urla degli hooligans, quando il Liverpool ha segnato il primo goal sono salite fino al cielo e nello stadio si è sentito come un boato.
«Li ho visti quando sono arrivati», dice Stefano Di Battista, uno dei medici addetti all’Olimpico, «erano ubriachi, alcuni in preda a stati convulsivi, qui le difficoltà sono state davvero enormi. Solo dalla postazione vicino alla curva Sud sono dovute partire 6 ambulanze, e abbiamo avuto difficoltà per l’accesso ai varchi».
Oltre ai sette stranieri ricoverati tra il San Giacomo e il Santo Spirito, ci sono stati altri contusi e feriti in modo lieve. Una ventina. E a terra, in un angolo poco lontano dall’ingresso per la curva sud, c’è una sciarpa giallo-rossa, «forse era una di quelle indossate da qualche hooligans», dice un poliziotto, «sono arrivati qui indossando sportivamente i colori della Roma e cantando I love Liverpool».
Cantavano, gli inglesi, e innalzavano uno stendardo di plastica rosso, con al centro disegnato un drago bianco e ai quattro angoli le sagome delle Coppe dei campioni vinte a Roma nel 1977, a Wembley nel 1978, a Parigi nel 1981 e di nuovo a Roma nel 1984.
Alla fine dell’incontro i tifosi inglesi (4.500),sono stati accompagnati da poliziotti di Liverpool fra cui il comandante dello stadio locale.
Gli agenti della Digos stanno ora indagando per scoprire gli autori degli incidenti.
***
IL MESSAGGERO (SEGUE)
Per tutta la giornata il Centro invaso da migliaia di britannici ubriachi. All’uscita dallo stadio tifosi controllati dalla polizia con le autoblindo
Hooligans, la notte della guerriglia
Scontri e accoltellamenti: quattro inglesi feriti. Bruciati dieci motorini, un taxi e l’auto dei vigili
di LUCA LIPPERA
Salivano inni al cielo, lattine di birra vuote coprivano il selciato e, alla fine, dopo aver ruttato, uno dei Reds lanciò un barbarico grido: «Well done, mate!», ben fatto, amico! Applausi, risate, vecchi cori da Old Trafford. I tifosi del Liverpool, alle quattro del pomeriggio, avevano espugnato Fontana di Trevi: uno striscione rosso, il colore della squadra, era stato issato da quattro tipi allampanati sulle rocce da cui zampilla l’acqua e gli hooligans più temuti del mondo sembravano ebbri e felici come bambini. Tutto filava, più o meno, liscio, ma era davvero troppo presto per cantare vittoria.
La guerriglia tanto temuta, dopo una giornata di calma apparente, è esplosa intorno all’Olimpico poco prima dell’incontro di calcio con la Roma. Ma, per una volta, non sono stati i tifosi più temuti del continente ad innescarla. Gli unici veri scontri del pre-partita sono divampati vicino ai botteghini della Curva Sud. Sono stati gruppi di ultrà romanisti, armati di mazze e bastoni, i volti coperti dalle sciarpe, a battersi con la polizia. La storiaccia di Bologna, con un tifoso giallorosso pestato e ridotto in coma dalle forze dell’ordine, non era ancora stata digerita e qualcuno, evidentemente, voleva vendicarsi a modo suo.
Il clima era sovraeccitato e il bilancio non è da poco. Gli ospiti hanno avuto la peggio. Sono stati feriti complessivamente sette tifosi della squadra inglese. Due di essi, Johansen e Selnes Vidar, entrambi di 22 anni, di nazionalità norvegese, sono stati accoltellati ai glutei, insieme a un loro amico, mentre andavano allo stadio. Non sono gravi. Un quarto supporter, un britannico, colpito a un fianco, è stato invece operato al Santo Spirito ed è ricoverato. Durante gli incidenti con le forze dell’ordine, dalle file degli ultras della Roma sono partiti sassi e bastoni. Gli agenti hanno risposto con i lacrimogeni, il che non è bastato a fermare gli scalmanati, che hanno incendiato con le bottiglie molotov un taxi, un’auto dei vigili urbani e una decina di ciclomotori.
Una ventina di giallorossi sono stati fermati e portati in Questura. Negli scontri sono rimasti contusi anche alcuni poliziotti. Bottiglie sono state lanciate contro una volante. Gli altri tre feriti contati nella tifoseria inglese erano "reduci" della notte della vigilia. Gerard Collins, 27 anni, di Liverpool, è stato accoltellato durante una rissa in piazza di Pietra vicino al Pantheon. Guarirà in una quindicina di giorni. I restanti due, Gleen Mc Albin, 31, e Therry Blake, 26, se la sono cavata invece con alcune ferite alla testa rimediate nel corso di una zuffa in piazza Vittorio. Il deflusso, invece, verso le 23,15, grazie a uno spiegamento massiccio di forze e di autoblindo, si è svolto senza incidenti.
Eppure il pomeriggio era scorso via tutto sommato tranquillo. La presa di Fontana di Trevi era stata poco più che una goliardata. Polizia e carabinieri, forse per non eccitare gli animi, avevano lasciato correre. Anche quando gli inglesi, gonfi di Heineken e Nastro Azzurro, avevano spinto nella vasca due venditori ambulanti del Bangladesh e un turista giapponese. La situazione aveva rischiato di degenerare solo quando, poco dopo, i Reds avevano tentato di buttare dentro un fotografo del quotidiano La Repubblica, Angelo Franceschi, che aveva resistito rimediando una scarica di calci e spintoni.
Sebbene non si siano scatenati, gli hooligans erano ubriachi fin dal primo pomeriggio. L’ordinanza del Prefetto, che vietava la vendita di alcolici, è stata ignorata da moltissimi bar del centro. Il grosso degli inglesi si era rifornito di birra nei supermercati (non erano tenuti al divieto). Ma anche nella zona di Fontana di Trevi e piazza Navona era possibile riempirsi a dovere. Fino a diecimila lire, sotto banco, per una Nastro Azzurro della Peroni e anche quindicimila per una Heineken da sessantasei centilitri.
Parecchi tifosi del Liverpool erano arrivati a Roma già martedì sera. In tanti hanno riempito i locali intorno via Veneto, ma molti di più sono andati a zonzo per la città portandosi appresso i loro canti e le loro sciarpe. La birra già cominciava a fare effetto. Due hooligans erano stati arrestati dai carabinieri in via Gioberti, vicino a Termini: dopo essere entrati in un bar ed essere scappati senza pagare, avevano aggredito l’agente che aveva cercato di fermarli.


RAISPORT
Calcio - ventuno feriti in due giorni per Roma-Liverpool
Sono ventuno i feriti registrati al termine dei due giorni che hanno visto la capitale invasa da tifosi del Liverpool per la partita di ieri sera allo stadio Olimpico. Dieci i tifosi del Liverpool rimasti feriti. di questi, otto sono stati accoltellati alle gambe con ferite da "taglio e punta". Per gli investigatori questo tipo di ferite fra tifosi risponderebbe ad una sorta di rituale in cui non c'e' volonta' omicida ma solo quella di colpire, ferire umiliando l’avversario.

TG5
Una vendetta contro la polizia
dietro la guerriglia all'Olimpico
 Dietro la guerriglia scatenatasi prima di Roma-Liverpool potrebbe nascondersi un disegno di vendetta. Un piano che ha portato al pesantissimo bilancio: undici tifosi, per lo più inglesi, accoltellati in una agghiacciante successione di agguati alle spalle. Sarebbe stata preordinata anche quell'improvvisa aggressione alle forze dell'ordine, costrette a lanciare lacrimogeni e cariche di alleggerimento per respingere un centinaio di ultras giunti davanti alla curva sud al grido di "assassini, assassini”. Quelli di giovedì sera non sono stati scontri casuali, ma un'azione studiata a tavolino. Chi ha aggredito i poliziotti voleva vendicare un loro compagno di curva, ancora in coma a causa di un incidente accaduto domenica allo stadio di Bologna. Giustizia per Alessandro si leggeva in un volantino distribuito sulle gradinate dello stadio Olimpico. Alessandro è il tifoso romanista in coma. "E' caduto dalle scale" sostiene la polizia. "E' stato picchiato da un agente" è la versione degli ultras che continuano a rilanciare accuse. Il clima a Roma è rovente, così anche una partita tranquilla come Roma-Lecce, in programma domenica all'Olimpico, diventa una gara a rischio. Per scongiurare pericolose repliche e per tentare una mediazione con le frange più estremiste del tifo è stata convocata una riunione in Questura tra i responsabili della polizia e i capi della tifoseria. Obiettivo: tutelare soprattutto chi va allo stadio non per combattere una battaglia. Risultato dell'incontro: massimo sforzo per moderare il malcontento e per cercare di isolare chi è più violento fra i tifosi; disponibilità al dialogo ed a trovare soluzioni per attenuare i disagi, soprattutto nelle trasferte, dei romanisti che possono portare ad incidenti; ma anche severita' nei confronti di coloro che, come accaduto fuori dell'Olimpico, provocano atti di violenza perché questi atteggiamenti vanno repressi.


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