XII Giornata
ASCOLI - ROMA 1-1
Ascoli, Stadio Cino e Lillo Del Duca
domenica 14 dicembre 1986
ore: 14:30


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Tabellino partita:
ASCOLI: Pazzagli, Benedetti, Cimmino, Iachini, Perrone, Pusceddu, Bonomi, Carillo, Vincenzi, Brady, Scarafoni.

Allenatore: Castagner.

ROMA: Tancredi, Oddi, Gerolin, Boniek, Nela, Righetti, Berggreen, Desideri, Pruzzo, Ancelotti, M. Agostini.

Allenatore: Eriksson.

Arbitro: Lanese di Messina.

RETI: 30'st Vincenzi, 31'st Nela.
 

FOTOTIFO
Una
                    bandiera ascolana in fiamme







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VIDEOCALCIO

Il servizio Nela













da "La Roma" Anno 5° - N°36 - Gennaio 1987
IN VIAGGIO CON GLI ULTRA'
di Ludovica Cau
(Grazie a Gianluca per averlo trascritto)

Ormai da qualche tempo, è facile scorgere tra le pagine di famosi quotidiani o di riviste più o meno specializzate, articoli, interviste e servizi che sembrano avere in comune denominatore: gli Ultrà, capirli dall’interno anziché reprimerli dall’esterno. Un messaggio nobile, che in tempi non sospetti noi de “La Roma” avevamo più volte lanciato tentando di aprire una strada lì dove nessuno si era inoltrato, dove i pochi che erano partiti erano partiti con strumenti inadeguati. Ora, in un momento nel quale sembra che il messaggio sia stato raccolto, ci sentiamo in imbarazzo a dover scrivere di loro, una sensazione di estraneità tanto che viene il desiderio di metterci da parte.
Quando si vince una partita la si vuole assaporare in solitudine. La nostra, in fondo è stata proprio una partita vinta. Il tentativo, più o meno riuscito, di aver fatto luce su una realtà prima considerata oscura, pericolosa e indecifrabile. Erano i tempi dei “mostri” in prima pagina. O degli “angioletti” da curva. Che poi era lo stesso. Comunque una realtà distorta. Ora tutto sembra essersi riequilibrato. La realtà delle cose risulta così molto più semplice di quanto sociologi e studiosi abbiano cercato di dipingere. Bastava guardare, senza i condizionamenti di false ideologie, consunti pregiudizi, scontati luoghi comuni. La verità era lì ad un passo. Il tifo è amore, canto, rabbia e violenza non violenta. Allo stesso modo, nello stesso tempo. E’ una questione di equilibri, di quantità. E allora si è da una parte o dall’altra della barricata. Oppure si è nel mezzo. Con un piede di qua e uno di là. Un’ambiguità che a volte si paga troppo cara o per colpa di altri o per la propria indecisione.
Noi abbiamo sempre cercato di seguirli, nei limiti delle nostre possibilità. Senza esaltarli per poi condannarli, senza censurarli per poi ricercarli. Abbiamo solo raccontato quello che vedevamo, come uomini di sport e tifosi della Roma. E’ successo anche a metà dicembre, ad Ascoli, dove con loro abbiamo seguito una Roma rinunciataria.
“Stà squadra è proprio scema, va a corrente alternata!”. “Non vogliono vincere, non vogliono vincere”. Eppure erano in tanti.
Arrivati pieni di striscioni, bandiere, cori e il solito vento da “tempo di guerra”.
Gli stadi italiani assomigliano sempre di più a quelli cileni, eppure i coltelli continuano ad entrare.
Lo scontro è ora con il poliziotto.
La repressione aumenta ma la legge sembra quella del “tanto peggio tanto meglio”.
Ad Ascoli, comunque, sotto questo punto di vista, una gita piacevole, con quello strano punteggio (1 – 1 n.d.G.): il punto resta perso e non guadagnato? I ragazzi hanno sete di traguardi anche se, a fine gara, nel ritorno a casa, le loro canzoni le cantano lo stesso.
Nei loro discorsi, nelle loro considerazioni, il desiderio di poter vedere sempre una Roma grintosa e costante nel tempo: Roma – Juve (3 – 0 uno degli esempi di coreografia più bella di tutti i tempi n.d.G.) sembra non aver avuto l’effetto di una scossa. Anzi. La squadra che ad Ascoli zoppica fa un po’ paura, rende incerto il futuro. Gli Ultrà dubitano sul loro contributo: perché la Roma non sembra raccogliere la loro carica? Perché sembra non ascoltare il loro incitamento E’ possibile che qualcosa tra tifosi e squadra si sia incrinato? E’ forse vero, come alcuni sostengono, che quel “feeling” che caratterizzava il loro rapporto sia venuto meno, tanto da far risultare vani gli sforzi e le battaglie di questi ragazzi? Ad Ascoli così è parso. “Perché non reagiscono?” “Perché non ascoltano le nostre canzoni?”, si sono domandati in tanti.
La vittoria in trasferta ha un sapore del tutto particolare, tornare in pullman con due punti nello zaino è un traguardo che gli Ultrà provano a chiedere, se non altro in partite “accessibili”, come quella di Ascoli. Ma poi, se questo non dovesse avvenire, nulla sarebbe compromesso. Che noia ripeterlo, però, si sa, loro non tradiranno. Mai.

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