ARTICOLO DI ROSSO & GIALLO SULLA CURVA SUD (APRILE 2002)
È difficile muoversi all'interno dei cambiamenti della Sud. Sono processi,
generalmente, che iniziano assai prima dei fatti che li rendono oggettivi,
palesi, ed evidenti a tutti. La composizione della Sud è varia. E a questa
varietà corrispondono una serie di realtà, di interpretazioni dei fatti, che
ne contraddistinguono la storia, che non è facile legare in una visione
oggettiva e universale. Questa è la ragione per cui rosso&giallo si limita,
con questo pezzo, a cercare di raccontare la nuda successione dei fatti e a
ordinare, attraverso una selezione attenta, alcune testimonianze e le
dichiarazioni ufficiali di alcuni dei gruppi portanti della Sud, fermo
restando che un'analisi critica, o un giudizio, sui medesimi fatti, non è
cosa che allo stato attuale ci interessi, né che, dato il loro recente
accadimento, ci sembra ancora possibile. La Curva Sud, si giudica da sola,
nei confronti di se stessa, e della sua ragion d'essere: la Roma.

la situazione prima del 26 febbraio

Prima del 26 febbraio, il ruolo guida del tifo in Sud era ricoperto, tra i
vari gruppi, dagli AS Roma Ultras, succeduti dal settembre del 1999 al CUCS,
dopo 22 anni di attività. Dal 1990, anno in cui, in seguito ai lavori di
ristrutturazione per i Mondiali, la conformazione dello stadio Olimpico è
cambiata e, di conseguenza, anche la geografia della Sud, questo ruolo guida
è rappresentato, simbolicamente, dall'occupazione dello spazio centrale del
vetro della curva in basso, a bordocampo, che ha sostituito, in questo, lo
storico muretto. Al gruppo guida, si affiancano generalmente, preferendo
mantenere un'identità separata, i gruppi storici (citiamo quelli più noti,
anche a chi non frequenta la Sud, come i Boys, i Fedayn, e il XXI Aprile), e
una serie di gruppi più giovani, nati spesso dalla scissione, la maggior
parte delle volte per ragioni ideologiche, di alcuni partecipanti
all'interno dei primi: solitamente si pongono tutti in un rapporto di
collaborazione col gruppo guida, collaborazione che consiste principalmente
nel sostegno realizzativo alle coreografie, nella partecipazione ai cori, e
nella condivisione di scelte comuni che riguardino la vita e gli accadimenti
in Sud.

26 febbraio, roma-barcellona

Accade dunque che il 26 febbraio, al vetro, scende il gruppo dei Boys,
mentre gli AS Roma Ultras si spostano in una posizione più defilata rispetto
al centro, verso la Monte Mario. Viene tuttavia realizzata la coreografia e
viene esposto lo striscione da essi realizzato per l'occasione. Ma a
lanciare i cori, e a "dirigere" la Curva, subentrano i Boys. Cosa è
successo? Abbiamo ascoltato varie testimonianze, ma ci siamo resi conto che
spesso esse sono contraddittorie tra loro, pertanto, proprio per non
contribuire a rinfocolare, con voci private, tensioni che certamente, adesso
non farebbero il bene della Sud, ci limitiamo dunque a riportare le
spiegazioni che ufficialmente sono state date dagli stessi gruppi e a citare
le possibili cause, documentati dalle fanzine o dai comunicati, di alcuni
dei quali (quelli che a nostro giudizio sono i più significativi e
sintetici) vi daremo conto, che hanno accompagnato fatti e preparazione dei
fatti.

Possiamo affermare che gli avvenimenti del 26 febbraio sono il culmine di
una tensione, principalmente tra Boys e AS Roma Ultras, che si trascina da
diverso tempo, rintracciabile in una serie di provocazioni polemiche (per i
primi) dei secondi pubblicate sulle loro fanzine e delle successive risposte
dei primi. Ma anche da una serie di segnali evidenti, nel comportamento dei
gruppi, durante le partite. Di fondo, la tensione è originata principalmente
da una differente concezione del lucro, laddove gli ASRU escludono qualsiasi
forma economica legata alla Roma, e ritengono qualsiasi attività di guadagno
legata al tifo contraria alla ragione di fondo dell'essere ultras,
"sporcando" la gratuità del tifo, e pericolosamente vicina alla condivisione
del calcio moderno. Di contro, i Boys sostengono che qualora vi sia
un'attività che non approfitti del tifoso, ma gli fornisca un servizio o un
prodotto di cui ha esigenza, non si venga meno al senso essenziale
dell'ultras, e che certe forme di critica siano pretesti di tensione inutili
alla Sud, e un'invadenza che non rispetta modi di porsi rispetto alla vita
ultras diversi. Un'altra corrente di opinione sostiene che anche
l'apoliticità è segno essenziale dell'ultras, segno tradito, a parere di
molti, anche dalle mani alzate di parecchi degli ASRU, durante l'esecuzione
dell'inno italiano, adottato tra i cori, in modo particolare in quest'anno
da "campioni d'Italia". Evidente che questa terza posizione critica entrambi
i gruppi, senza favorire l'uno o l'altro. Ai fatti, questo scontro
ideologico si manifesta in scambi orali e scritti, riferimenti espliciti e
meno espliciti ai comportamenti reciproci come, ad esempio, la critica degli
AS Roma Ultras, mai definita direttamente sulle fanzine, ma suggerita in
modi diversi, per varie ragioni, all'iniziativa del treno per le trasferte
(organizzato principalmente dai cugini Zappavigna, uno dei quali, Paolo,
attivo responsabile dei Boys, e l'altro, Guido, figura storica del tifo
della Sud), servizio che desta parecchi entusiasmi dei tifosi usufruenti al
suo battesimo, in occasione della trasferta di Brescia. I primi segnali di
malcontento dei Boys, e non solo loro, sono ancora precedenti, con i
cosiddetti "controcori", ossia l'opposizione dalla loro posizione,
attraverso cori differenti e contemporanei a quelli lanciati dagli ASRU.
Atteggiamento che ovviamente provoca la dispersione di voci nella Curva. Già
da Roma-Brescia in campionato, (ma anche in Coppa Italia, dove, a onor del
vero, il controcoro parte più dai Fedayn) questa opposizione diventa decisa.
In occasione di Roma-Barcellona, dunque, i Boys si pronunciano in un
comunicato, distribuito in curva, in maniera esplicita contro la polemica
continua degli ASRU, trovandola improduttiva e viziata da ragioni personali.
La loro posizione è, a loro dire, condivisa anche da altri gruppi. Una
condivisione che sostanzialmente si basa sulla mancanza di accordo
nell'esecuzione coreografica, e sulla resa effettiva della Sud durante le
partite. Gli As Roma Ultras, formalmente il gruppo responsabile del tifo,
insomma, risponderebbero della "stanchezza" delle prestazioni della Curva
negli ultimi tempi, del silenzio in partite cruciali, come Roma-Inter e
Roma-Juve, che ha provocato anche lo scherno delle tifoserie avversarie
(bruciante, in tal proposito, il "coniglio alza la voce" con cui gli ospiti
juventini hanno apostrofato la Sud, durante l'ultimo incontro casalingo
dello scorso 10 febbraio). Le posizioni ufficiali degli altri gruppi,
tuttavia, prendono le distanze da questa lettura dei fatti. Ad oggi Fedayn,
XXI Aprile, Tradizione Distinzione, dichiarano in documenti di cui diamo
nota di seguito, di non preferire l'uno o l'altro gruppo, di essere
sinceramente dispiaciuti della situazione e si augurano la possibilità di
una rinnovata unione della Sud. Ma dopo i fatti del 26 febbraio, gli ASRU,
prendono la decisione di sciogliersi.

1 marzo

Appare un comunicato ufficiale.
"Gli AS Roma Ultras annunciano, con decisione irrevocabile, il loro
scioglimento. Abbiamo infatti constatato, nella stagione in corso, che il
progetto originario al quale abbiamo dedicato tutti i nostri sforzi non è
più raggiungibile. Le soluzioni proposte da altri gruppi della Curva Sud non
possono essere da noi accettate perché non in linea con il nostro pensiero.
Ringraziamo di cuore tutti i ragazzi che settimanalmente ci hanno seguito,
il nostro dispiacere è soprattutto per loro. Forza Roma". Roma, 1 marzo
2002 - AS Roma Ultras

La scelta dell'ormai ex gruppo leader crea un senso di effettivo dispiacere
a tutti, compresi i Boys, i quali, intervenendo a Rete Sport, ribadiscono la
sostanziale contrarietà agli atteggiamenti di critica e polemica, perché
ritenuti forme di veleno gratuito e forzato che dividono la Sud, ma
esprimono in questa occasione il loro rammarico per la scissione del gruppo,
il cui impegno e la cui buona fede, in termini generali, non si sentono di
negare. Nella stessa occasione si augurano anche che il gruppo torni sui
suoi passi, e che possa unirsi agli altri nell'organizzare un tifo unito e
compatto. Le polemiche, nell'ambiente, si fanno però più aspre, e se ne
possono leggere alcune tracce anche sui Guestbook dei siti ufficiali dei
gruppi, i cui testi, alcuni anche significativi, non pubblichiamo per una
sola ragione: godono dell'anonimato garantito da Internet, e non riteniamo
giusto dar loro valenza di dichiarazione senza potere appurare l'identità di
chi li ha espressi. Tuttavia, per chi voglia approfondire la questione,
possono essere un buon indice (parziale, lo ripetiamo, ma significativo)
dell'atmosfera attuale. Molti dunque rimproverano ai Boys l'imposizione agli
AS Roma Ultras di abbandonare il vetro, e temono che il loro gesto sia la
definitiva presa di potere di un gruppo singolo, che data la sua dichiarata
e coerente identità politica dal 1972, non può però, ovviamente,
rappresentare la curva interamente.
 


5 marzo

Ecco dunque il comunicato a firma di Paolo Zappavigna, che spiega le ragioni
del suo gesto, ma specifica anche che non c'è da parte dei Boys alcuna
intenzione di monopolizzare il vetro e di dirigere da soli la Sud.
"La curva sud è dei tifosi non dei gruppi". "Sono il responsabile dei Boys
Roma: noi non abbiamo nessuna intenzione di gestire la curva, se ora siamo
in questa situazione ringraziate gli ASRU che versavano veleno in curva
giudicando come se fossero giudici. Si è deciso di intervenire perché la
curva sud è di tutti i tifosi (coatti o precisi), a noi non interessa.
L'importante è che in curva si venga a cantare e non a fare le sfilate di
moda... se è vero che amate la ROMA allora tifate tutti insieme e basta co'
le chiacchiere da serve, il gruppo che farà parte della vetrata centrale non
farà nessun tipo di materiale! Parteciperanno a tutto questo i gruppi: Boys,
Fedayn, XXI Aprile, S.Lorenzo, Tradizione Distinzione, Orgoglio capitolino,
Ultras lidensi. Grazie a tutti x l'aiuto".
Il comunicato viene sconfessato da alcuni, soprattutto nell'accusa
generalizzante verso gli ASRU, e sottoscritto da altri. Ma resta
teoricamente il progetto di un'unione comune dei gruppi maggiori della Sud
per gestire la Curva sotto un unico striscione, che secondo indiscrezioni
dovrebbe intitolarsi "Curva Sud", affiancato dagli striscioni distinti di
Tradizione Distinzione e degli Ultras Lidensi. In realtà, al derby, questo
striscione non è mai apparso e, inizialmente, si pensa sia stato sostituito
da FIGLI DELLA LUPA, striscione che, in realtà, appare sempre defilato
rispetto al centro, è nato inizialmente come stendardo da Opposta Fazione e
poi usato a lungo dagli ASRU per riempire la balaustra, in basso. Dunque
formalmente, ad oggi, il progetto dell'unione non è stato realizzato. Il che
è confermato anche da voci ufficiali che non abbracciano il proposito.
Lascia infatti perplessi la risposta secca dei Fedayn al comunicato dei
Boys:
FEDAYN ROMA 1972, 06/03/2002
"In riferimento al comunicato apparso sul vostro sito, I FEDAYN ROMA
comunicano: anche non essendo contrari alla decisione presa da altri gruppi
della Curva, di non prendere parte a questa nuova unione della Sud.
Intendiamo proseguire per la nostra strada come da sempre avviene. Invitiamo
perciò chiunque a non usare il nostro nome IMPROPRIAMENTE, per qualsiasi
tipo di comunicato, se non dietro nostra autorizzazione".
DIRETTIVO FEDAYN ROMA 1972

A prescindere dai dubbi sull'accordo tra le varie parti in causa, dunque,
nel progetto proposto non sfugge l'assonanza, nel particolare, dell'idea
dell'unione dietro un'unica denominazione col CUCS, al quale parecchi in
questo momento tornano ad appellarsi, ma che in un comunicato ufficiale (il
primo dopo due anni di silenzio) prende una posizione chiarissima e
piuttosto dura, espressa in queste parole.
"Considerati gli ultimi avvenimenti accaduti in Curva Sud, ed i numerosi
messaggi a riguardo, apparsi su Internet, talvolta a firma CUCS, e dei quali
non siamo in grado di verificare la provenienza, teniamo a precisare quanto
segue: quanto accaduto in Curva in occasione di Roma-Barcellona, non ci
appartiene in alcun modo, né ci autorizza a sentirci vinti o vincitori. Da
oltre due anni non facciamo più parte dell'organizzazione attiva della Curva
Sud, limitando semplicemente la nostra partecipazione nel seguire i cori
che, di volta in volta, vengono alzati, con la passione e la grinta di
sempre. Pertanto, non essendo a diretta e completa conoscenza dei fatti,
crediamo giusto e coerente, da parte nostra, non entrare nel merito di
quanto accaduto. Pur comprendendo lo stato d'animo di chi ha ancora aperta
la ferita del 12/9/99, ribadiamo che i recenti fatti, non possono e non
devono rappresentare per noi una falsa rivincita né tantomeno un'assurda
vendetta, poiché tale ipocrisia striderebbe assolutamente con lo stile CUCS.
Invitiamo pertanto fortemente tutti coloro che hanno rispetto per il nome
del Gruppo a "VOLARE ALTO", evitando lontane ipotesi di sciacallaggio nonché
sterili chiacchiere "da cortile", il cui unico risultato sarebbe uno
svilimento dell'immagine del CUCS stesso. Un'ultima precisazione riguardo le
voci che circolano, secondo le quali saremmo stati interpellati per un
eventuale ritorno alla guida del tifo... niente di più falso!!! Cogliamo
l'occasione per ribadire quanto già ufficialmente comunicato tempo fa. Lo
striscione del Commando tornerà in Curva, solo, se, e quando, la Sud stessa,
gruppi compresi, ne farà esplicita e pubblica richiesta (cosa che allo stato
attuale consideriamo assai improbabile). Diversamente, continueremo ad
occupare la postazione attuale (sett. M19), comunque fieri di dare il nostro
apporto dal 1° al 90°. Concludendo: se avete rispetto per il CUCS e ciò che
il suo nome rappresenta, il modo migliore per dimostrarlo è tifare senza
sosta. Abbiamo sempre sostenuto che prima c'è la ROMA, poi la SUD, a seguire
(nell'ordine che più vi aggrada) tutto il resto, CUCS compreso. Domenica c'è
il Derby... dobbiamo ricordarvi di tifare con tutta l'anima?".
4 marzo 2002
COMMANDO ULTRA' CURVA SUD
 


10 marzo, il derby

La naturale tensione prederby viene aggravata dall'incertezza delle voci
contrastanti riguardo alle decisioni comuni della Curva. Prevalgono in
questo momento, nell'ambiente, naturale scetticismo, contraddittorietà,
dubbio e timore di un tifo scadente alla vigilia di una ricorrenza delicata
a Roma quale il derby che, data la sua natura particolare, non può,
ovviamente, neanche fornire la possibilità di una verifica di questo nuovo
assetto organizzativo della Sud: l'esaltazione della spettacolare
prestazione della squadra rossogialla, infatti, contribuisce effettivamente
alla resa della Curva, che canta incessantemente e, esattamente come per
Roma-Barcellona, dà una delle migliori prove di sé degli ultimi tempi. Ma ci
sentiamo di dire che la bellezza straordinaria della Sud del derby è
costituita dalla sua scelta coreografica che, effettivamente, una volta
tanto mette d'accordo e tocca nell'intimo tutti noi e che, evidentemente,
vuole avere il valore di un messaggio cosciente. I Romanisti oppongono alla
roboante coreografia biancoazzurra sconcertante nei prestiti rossogialli
(dal riferimento al gladiatore, fino alle striscioline calanti in Tevere,
che ci paiono tanto una copia incolore e smorzata dell'indimenticabile
coreografia del Roma-Juve del 1986) la dignità di un saluto ai suoi
scomparsi: tutti. Senza distinzione di gruppo, ma solo seguendo un unico
criterio, che lo striscione disteso sul vetro spiega: "A chi ci ha lasciato
con la Roma nel cuore". Si aprono poi, su centinaia di sventolanti
bandierine tricolori, come decine di brividi, i nomi che hanno fatto la
storia del tifo romanista: Geppo, Tzigano, Pucci, Dante, Fedayno, Roberto
Rulli, Rino Bellecca e tanti altri, di nuovo, tutti insieme, tornano ad
alzare la sciarpa con noi, abbracciati dall'alto, da un AGODINO, che chiama
Viola e Di Bartolomei quasi a custodire il senso profondo di una storia, di
un "passato" come dice uno dei cori, che "non si dimentica".
Ci dice una voce ufficiale del XXI Aprile che parla a titolo del gruppo e
spiega contemporaneamente la posizione del medesimo all'interno dei fatti
recenti: "Noi non siamo stati contenti dello scioglimento degli ASRU,
pensiamo che per il bene della Roma, tutte le tensioni potessero e possano
stemperarsi. Il senso di quella che non chiameremmo neanche una coreografia,
era un messaggio, chiaro a tutti. Se non altro per il rispetto, profondo,
verso quei nomi, la Curva deve trovare un accordo e impegnarsi tutta
insieme. Ognuno deve scuotersi e guardare la sua coscienza. Dal singolo ai
gruppi ufficiali: qui ci vuole l'impegno di tutti".
A questa dichiarazione rilasciataci in prima persona da un responsabile del
XXI Aprile, fa eco questo comunicato di Tradizione Distinzione, apparso sul
sito di Lorenzo, Curva Sud.
Comunicato del 12 marzo 2002
"Il "direttivo" di Tradizione Distinzione ci tiene a far sapere che per
amore della Roma ha messo da parte tutti i rancori, i veleni di quei giorni
e quindi ti inviamo l'articolo della T.D.R. di domenica 10/03/02 uscita
sulla fanzine dei Boys. Questo affinché tutti capiscano la nostra posizione
e la nostra buona fede e ci stiano vicino a fare una grande curva. Parlare
della storia del gruppo, dei principi dei valori di cui è portatore dopo
quanto è accaduto negli ultimi giorni non è affatto facile, poche righe non
sono sufficienti e in tutta franchezza non crediamo sia questo il momento
adatto. In pochi giorni abbiamo visto sgretolarsi il lavoro svolto dal
gruppo principale della sud, ascoltato voci infondate e crudeli, visto negli
occhi di molti ragazzi la tristezza di chi coinvolto ingiustamente si è
ritrovato spiazzato e isolato. Tutto questo a noi di T.D.R. ci dispiace e ci
fa male. Con la coerenza che ci contraddistingue tuttavia non lasciamo, né
lo abbiamo mai fatto, in asso le nostre azioni, ci prendiamo come sempre le
nostre responsabilità. Quindi sia chiaro che noi andremo avanti anke da
soli. Il nostro interesse principale è l'amore per l'A.S. Roma e per la
nostra città, che amiamo profondamente per la sua storia e la sua
tradizione, che è eroica e solare, punto di riferimento per ki come noi è
convinto ke questa è un'epoca di dissoluzione dove è impossibile uscire a
realizzarsi secondo le proprie capacità. Noi abbiamo scelto lo stadio come
punto di aggregazione, nostra sede, punto vendita del nostro materiale, e
anke come punto d'incontro, di confronto e di crescita. Ki ha dentro di sé
certe convinzioni, certi principi ed eterni valori della Tradizione
Occidentale che la "Civiltà dei Moderni" ha invertito, riconoscerà
guardandoci negli occhi il nostro modo di essere, la nostra mentalità
ultras, che va oltre le chiacchiere o il tornaconto personale. Siete tutti
invitati a conoscerci ad aiutarci e a far crescere insieme la sud, lottando
insieme per un unico scopo: la supremazia cittadina, l'onore, la nostra
amicizia. In mezzo alle rovine di questa civiltà l'essenziale per noi è
mantenersi retti e non lasciarsi corrompere dai modelli che il sistema ci
propone. Essere ultras oggi è molto difficile, ma a noi le sfide non
spaventano, siamo certi di fare grandi cose. Siete avvertiti, sentirete
parlare di noi... e non dite che siamo pochi, dite soltanto che siamo!!".
Il Direttivo Tradizione Distinzione
In sintesi l'unità sembra essere la strada verso la quale tutti i gruppi,
seppellendo rancori, si avviano. Roma-Galatasaray sarà una delusione.

13 marzo, roma-galatasaray

Strana atmosfera in Sud: è determinata dal fatto che, per la prima volta, al
solito vetro, sembrano apparire personaggi slegati, senza coordinazione.
Nessuna coreografia sottolinea la prestazione. Appare dal basso qualche
megafono, ma non ci sono casse amplificanti e, in sintesi, la dispersione
dei cori lascia tutti spaesati. Il tifo di Roma-Galatasaray è desolante. E
ad esso non fa seguito alcuna dichiarazione ufficiale. La misera conclusione
della partita, la rissa coi turchi aggrava l'anima. E, per la prima volta,
sembra quasi che nessuno si senta di assumersi da solo la responsabilità
della gestione di una Sud, forse troppo cambiata. Almeno per l'immediato.

16 marzo, roma-atalanta

Dall'apertura dei cancelli, la Sud è tutta un: "Ma possibile che neanche
oggi va nessuno? Ma i Boys che fanno? Restano su? Oggi è il trentennale dei
Fedayn, scendono loro?". Non scende nessuno. Appaiono due megafoni, ma senza
casse. È una notte umida, la Roma, Campione d'Italia, si sta giocando, in
una settimana, la speranza di scudetto e la prosecuzione in Champions
League. La gente è tesa, ha voglia di sfogare l'entusiasmo per una Roma
determinata, che sembra nuovamente tornata alle prestazioni spettacolari
dello scorso anno ed è imbattuta da 24 turni. Forse la sensazione di
abbandono che si respira in Sud, genera il "miracolo" come scherzosamente si
commenta, poi l'esplodere inatteso di impegno da parte di tutti. Infatti,
anche senza direzione compatta dal basso, ogni gruppo e soprattutto i
singoli, tifosi, dai cani sciolti alle piccole brigate, o ai gruppetti
spontanei, danno un contributo. I Fedayn festeggiano il loro trentennale,
con cori da brividi e una coreografia toccante. La parte bassa della Sud si
accende di luci danzanti dopo il primo gol. I Boys cantano incessantemente.
Dal settore M19, esce uno striscione toccante che onora Pluto Aldair. Ma
soprattutto è la gente, i singoli romanisti, a dare il massimo. Cori
spontanei, come la samba ad Assunçao, balletti improvvisati alla Lima
(mimando l'animosità del giocatore ribelle agli insulti del mercoledì
precedenti) sostegno a tutti i giocatori, olè provocatori all'Atalanta e
formulette di sfottò ai laziali. La spontaneità, purtroppo, è limitata
all'esterno, per chi guarda da altri settori, dalla dispersione, soprattutto
nel secondo tempo. Ma dall'interno, nel complesso, forse scatta in tutti un
senso di responsabilità e si sente un'atmosfera di grande desiderio di
collaborazione, che lascia ben sperare.

Questi, insomma, i fatti. Allo stato attuale non esiste ancora un disegno di
gestione definitivo. Ci risulta che il dialogo tra i gruppi sia avviato
verso una meta comune. Noi abbiamo provato a darvene conto in maniera
obiettiva e fondandoci solo e soltanto su quanto appurabile e confermabile
anche da documenti ufficiali, approfonditi in via personale. Per onore della
verità, specifichiamo che gli ASRU, per libera scelta, preferiscono affidare
solo al comunicato e ai loro documenti il commento dei fatti. Ne rispettiamo
la scelta. Ci auguriamo che la Sud trovi la strada che la porti ad essere
ancora e sempre di più, uno dei segni della grandezza della nostra maglia e
ringraziamo, dal profondo del cuore, tutti coloro che danno il loro impegno
e la loro dedizione a questo grande amore chiamato Roma. Daje Roma. DAJE
SUD.

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