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               I VOSTRI RESOCONTI....
               
              ....E QUELLI DELLA STAMPA  
               
               
                
               
                
              
   
               
                
            
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          Corriere Della Sera 
                
            La Lazio in maschera beffa la
                    Roma
            Gol in acrobazia di Casiraghi e
                    raddoppio di Signori su rigore. Espulso Giannini
             
                   
            CATENACCIO E CONTROPIEDE HANNO
                      FRUTTATO ALLA SQUADRA DI ZEMAN UNA VITTORIA
                      INATTESA 
                     
            ROMA . Derby brutto, anzi
                      bellissimo solo per la curva laziale, una macchia
                      d' azzurro nello stadio addobbato in prevalenza
                      dai coreografi romanisti. Derby sottosopra, come
                      capita quando i presunti favoriti vengono storditi
                      dalle chiacchiere d' avvicinamento; come capito'
                      il 27 novembre scorso quando l' esagerata
                      presunzione "zemaniana" si sgonfio' sotto tre
                      bordate giallorosse. Stavolta, volendo restituire
                      quella mortificazione senza sciupare l' ultima
                      occasione stagionale di prestigio, da oltre due
                      miliardi e settecento milioni d' incasso, il
                      precettore boemo ha rinnegato se stesso fino a
                      raggrumare una Lazio vagamente catenacciara, tanto
                      collosa nel soffocamento centrocampistico quanto
                      acuminata nei rovesciamenti del secondo tempo,
                      cioe' dopo la prodezza apripista timbrata
                      Casiraghi, cosi' terapeutica, cosi' tossica dentro
                      l' organizzazione mazzoniana. D' altra parte,
                      arrivata sotto tono all' appuntamento
                      stracittadino di campionato n. 104, la Lazio si
                      presenta subito ingannevole con un sostanziale 4 5
                      1 attendistico, laddove le ambizioni residue
                      renderebbero forse plausibile quel tridente d'
                      attacco delle giornate si' , per prendere
                      coraggio, per ripristinare almeno una par condicio
                      Sensi Cragnotti 1994 95. Ma assenti lontani Winter
                      e Boksic, l' improvvisa revisione tattica fa
                      intanto galleggiare un Signori ancora
                      convalescente (a rischio?) quale supporto esterno
                      degli interditori Venturin Di Matteo Fuser, mentre
                      lo stesso Rambaudi scala volentieri ad aiutare
                      Negro, impendendo le avanzate di Carboni; o
                      rendendo pletoriche certe variazioni che prevedono
                      alternativamente Balbo, Totti e Statuto come
                      scattisti sul versante sinistro. E' l' unica
                      maniera per impedire alla Roma disorientata, senza
                      cuore, una lettura esatta delle sopraggiunte
                      difficolta' , che ne guasteranno gli automatismi
                      fra scontri da brividi, accenni di rissa, grevi
                      ritorsioni. E' un derby spezzettato: protagonisti
                      contratti, venticinque minuti iniziali di
                      "ciapano' ", poi Marchegiani disinnesca quell'
                      illusoria punizione Balbo (la propizia Totti,
                      salvo sparire nel caos susseguente facendo
                      rimpiangere parecchio Fonseca) che pare preludere
                      a una presa di coscienza sull' astronave
                      giallorossa secondo possibilita' creative. Invece
                      no. Invece Giannini annaspa accanto allo
                      sconclusionato Piacentini (e Cappioli sospira
                      relegato chissa' perche' in panchina...)
                      scivolando nell' anonimato propositivo, che
                      significa squadra lunga, intasata, priva di
                      sbocchi per Balbo, ridotto spettatore non pagante
                      nei paraggi dei centrali Bergodi Chamot. Maturano
                      quindi i presupposti dello scorno paventato da
                      Mazzone, pure se i laziali stentano a prendere
                      velocita' e arrivano al gol senza azioni d'
                      avvertimento, senza l' intesita' predicata negli
                      estenuanti allenamenti di Tor di Quinto. Basta
                      ottenere il secondo corner, propiziatore Signori,
                      esecutore Fuser, peccatore Cervone. Che imbattuto
                      da 470 minuti, rovina tutto con l' uscita balorda,
                      i pugni di carta straccia sulla traiettoria
                      invitante. Ne profitta Bergodi squadernato in
                      mezzo all' area per consentire a Casiraghi la
                      sforbiciata di destrezza, imparabile, proprio dove
                      ribolle il tifo nemico. L' Olimpico per trequarti
                      ammutolisce. Vuoi vedere che la benedizione
                      mattutina del pontefice miracolera' giusto gli
                      estenuati biancazzurri? Si' , la Roma molle
                      consente l' arruffamento successivo, incapace d'
                      allestire una reazione ragionata con
                      verticalizzazioni devastanti. Prende quota allora
                      il gruppo laziale, ne' funziona inserire troppo
                      tardi Cappioli al posto di Piacentini. Prende
                      quota Signori, avvalendosi d' oppositori
                      sbilanciati che non garantiscono piu' raddoppi di
                      marcatura quando salta Aldair. Il vantaggio
                      favorisce la caccia di spazi contropiedistici e
                      vanno in picchiata Venturin e Fuser per innestare
                      Beppegol, ripristinato attaccante esterno.
                      Diagonale spettacolare accanto al palo. Ora la
                      Lazio s' e' sbloccata. E va in confusione perfino
                      Moriero: soffre Nesta, arretra, cerca appoggi,
                      sbaglia il retropassaggio verso Aldair, ...scatena
                      Signori. Cambio di passo, dribbling su Petruzzi,
                      poi vai solo Casiraghi. Cervone balza fuori, lo
                      butta giu' . Al rigore andrebbe aggiunta l'
                      espulsione del portiere. L' arbitro non
                      infierisce, il bomber chiude la pratica dagli
                      undici metri. Seguono scene da corrida. Aldair
                      scazzotta per aria Casiraghi. Moriero viene
                      acciaccato da Nesta, volano schiaffi e pugni.
                      Ancora Giannini, che scalciato da Fuser reagisce e
                      si becca l' espulsione. Ancora Bergodi provoca il
                      pubblico giallorosso, mentre il subentrato
                      Gascoigne attiva invano Casiraghi per la
                      tripletta. Cervone si riscatta un po' , ma la
                      festa laziale esplode egualmente. ROMA 0 2 LAZIO
                      MARCATORI: Casiraghi 30' p.t., Signori (rigore)
                      25' s.t. Cervone 5 Aldair 5,5 Lanna 6 Statuto 6
                      Petruzzi 5 Carboni 5 Moriero 6 Piacentini 5
                      Cappioli nel s.t. 5 Balbo 5 Giannini 5 Totti 4,5
                      Maini dal 35' s.t. s.v. Marchegiani 6,5 Negro 6,5
                      Nesta 6 Di Matteo 6,5 Bergodi 6 Chamot 6,5
                      Rambaudi 6 Di Vaio dal 44' s.t. s.v. Fuser 6,5
                      Casiraghi 7 Venturin 6 Signori 6 Gascoigne dal 31'
                      s.t. s.v. ARBITRO: Amendolia 6 SPETTATORI: Paganti
                      34.806 incasso 1.796.986.000 abbonati 39.087 quota
                      935.031.000 NOTE: Espulso Giannini al 28' s.t.;
                      ammoniti Di Matteo, Signori, Fuser, Cappioli
                      Allenatore: Mazzone Allenatore: Zeman  
                     
            Gestaccio di Bergodi, furiosi i
                      giallorossi CARICO DI VELENI IL DOPO PARTITA  
                      Mazzone: "I vecchi a nervi scoperti. Assurdo" 
                     
            ROMA . Non ci potevi trovare
                      una logica. Ha vinto la Lazio, era favorita la
                      Roma. Un derby e niente altro. Di logico c' e'
                      solo la polemica. Bergodi da una parte, Giannini e
                      Cervone dall' altra. Per un manico d' ombrello del
                      difensore laziale al pubblico romanista appena
                      finita la partita. E per altri brutti gesti di
                      Rambaudi verso la tribuna Tevere a partita ancora
                      in corso. "Non ce l' avevo coi giornalisti . tenta
                      di spiegare Bergodi . ma con alcune persone", come
                      se questo possa giustificarlo. "Eravamo carichi e
                      ci siamo scaricati sul campo e dopo la partita. Io
                      sono cosi' , il derby lo sento in modo diverso, io
                      sono un tifoso che scende dalla curva e lo va a
                      giocare". Potrebbe giocarlo meglio. Come gli
                      ricorda Cervone. "Ma non dovremmo nemmeno parlare
                      di certa gente. Bergodi non e' un calciatore, non
                      scherziamo . attacca il portiere della Roma .. Tra
                      lui e Rambaudi hanno fatto cose disgustose. Anche
                      noi all' andata abbiamo festeggiato, ma senza
                      offendere nessuno". Giannini invece sfida il
                      difensore biancazzurro. "Giustificazioni assurde,
                      di persone non normali. Se Bergodi avesse avuto un
                      po' di coraggio, il gesto non lo avrebbe fatto
                      dentro lo stadio, con i poliziotti e i carabinieri
                      a proteggerlo. Ma fuori dell' Olimpico, davanti a
                      tutti. La verita' e' che noi giocatori parliamo
                      tanto e poi ecco gli esempi che diamo. E stata un
                      cosa bruttissima. Davvero. E proprio difficile
                      pure saper vincere". Bergodi allude. Fa
                      riferimenti all' andata, ironizza. "Abbiamo vinto
                      col cuore, cosa che, di solito, come dite voi,
                      riesce solo alla Roma. C' e' stato anche il tempo
                      di fare un po' di torello, una ventina di minuti.
                      Alla fine la Roma mi e' sembrata preoccupata di
                      non prendere pure il terzo gol. Strano, visto che
                      tutti ci avevano dato per morti". Giannini, nell'
                      altra sala, mette le cose a posto. A modo suo.
                      "Vorrei solo far presente che siamo sempre un
                      punto avanti e un gol avanti. Percio' stessero
                      calmi". Cervone e' piu' freddo. "Sembrava che di
                      fronte avessimo la Cremonese o il Padova. Loro
                      hanno fatto catenaccio, ma noi lo sapevamo.
                      Comunque sono stati piu' bravi. Dopo il primo gol
                      abbiamo perso la testa, e il segno della fine e'
                      stato il rigore". Quando Cervone e Signori hanno
                      incrociato gli sguardi. E Cervone e' andato da una
                      parte e Signori dall' altra. ROMA . Il segreto e'
                      che non ci sono stati segreti. "La Lazio si e'
                      chiusa, si e' raccolta, e poi ci ha colpito in
                      contropiede. Ha rivisto la sua impostazione,
                      stavolta il derby l' ha giocato in un altro modo.
                      Non ha perso la testa, nemmeno quando la partita
                      l' abbiamo fatta noi, com' e' successo nel primo
                      tempo. E sull' episodio del primo gol ha costruito
                      la sua gara. E la sua vittoria". Mazzone non fa
                      torto a se stesso. Ha perso, non ha ottenuto
                      quello che voleva, ma dimostra di saper perdere.
                      "Troppa tensione, ancora una volta. E non la
                      capisco. Specialmente i giocatori piu' anziani
                      soffrono questa partita, non riescono a restare
                      lucidi. Io sono romano, signori, e' vero: ma io il
                      derby so come prepararlo, non mi lascio
                      condizionare da fattori esterni. Ecco perche' non
                      capisco certe situazioni prima della gara, certi
                      stati d' animo. Il derby e' bello, e'
                      spettacolare. Possibile che non si possa giocare
                      con uno spirito diverso? Non ce l' ho con qualcuno
                      in particolare, non c' entra solo Giannini. E un
                      discorso generale, che vale per tutti". Quanta
                      gente stravolge la realta' . Cosi' Mazzone ha
                      scoperto ieri che Zeman ha giocato come dicevano
                      giocasse Mazzone: tutti dietro e contropiede. "Io
                      insegno il calcio, non do i numeri . continua il
                      tecnico .. Continuo a leggere e a sentire tante
                      cose, poi la domenica mi accorgo del contrario, o
                      che comunque le cose non stanno proprio cosi' .
                      Premesso che non e' stato un bel derby sul piano
                      dello spettacolo, resta il fatto che nel primo
                      tempo abbiamo giocato solo noi. Ora che succede?
                      Che dovremo stare all' erta. Perche' questa
                      sconfitta ce la porteremo dietro fino a giugno".
                      Zeman, il vincitore, non parla. Manda a dire che
                      il silenzio continua. Lo vedono andarsene per
                      conto suo, il completo grigio, le mani in tasca e
                      la sigaretta in bocca. Lontano da tutti. g. t. 
            
              
             
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