2004/05
LONDINIUMTOUR
Se hai un amico che ha deciso di staccare con lo stadio e la terrace culture, ma che  fortunatamente vive a Londra allora è facile redimerlo. Bastano poche parole: Upton Park, The Den. Due è meglio di uno ed il calendario presenta una ghiotta occassione per vedere due tra le più affascinanti firm d'oltremanica in azione in casa loro.Il gruppo è eterogeneo, con noi gli amici del Benfica (Diabos) ed una motivata ed incuriosita crew femminile.
10 dicembre 2004
WESTHAM UNITED / LEEDS UNITED
Venerdi sera, Central Line fermata Upton Park, nel cuore dell' Essex. Due ore prima della sfida tra West Ham e Leeds. Questa volta non c'è ghiaccio e freddo a rinviare il mio appuntamento con gli hammers come nel derby di tre anni fa con i Chelsea. Si scendono le scalette della stazione, la direzione è obbligatoria... sempre dritto per il catino del West Ham percorrendo Green Street. Eccolo il "The Queens" pub teatro di mille battaglie e vero e proprio incubo per le tifoserie rivali, appena metti il muso fuori della stazione è li che ti aspetta con tutto il suo armamentario umano. Entriamo per una pinta prepartita, il livello alcolico è già alto ed il pub è pieno di gente di livello, mi colpisce un personaggio con il corpo completamente tatuato, viso compreso. Dopo breve il pub verrà circondato da solerti Bobbies, ma fino a quel momento la zona è completamete libera e nella strada si vedono sfilare piccoli gruppetti di leeds. La zona è completamente cablata da videocamere che coprono tutto il percorso fino ad Upton Park ma non è solo questo ad impedire che nulla accada nonostante ce ne siano le possibilità, la repressione e gli "special act" hanno scalfito l'animo di molti quindi l'occasione deve essere speciale perchè i rischi, in casa soprattutto, sono enormi, quindi, nonostante la forte rivalità con i "dirty northen bastards", non succede nulla di rilevante. Intorno lo stadio alcune bancarelle di gente "autorizzata" vendono materiale dell'ICF, simbolo di come tutti i miti siano inclini al richiamo commerciale una volta diventati leggende. Mi colpisce un chiosco che vende quasi esclusivamente materiale edito e prodotto da Cass Pennant, personaggio che dopo una gloriosa militanza nell'ICF ha fatto della sua esperienza una fonte di vita e professione diventando massimo esperto di hooliganismo (se non ci sbrighiamo farà presto anche un libro sulla Sud di Roma....). Questo è il suo regno e sembra chiaro chi comanda qui.  Lo stadio ha subito il restyling da premier league, è infatti perfettamente accessoriato ed intonacato, con due torri simboliche che troneggiano all'ingresso con le vetrate degli shop, dei bar e dei privee.  Entro, ci posizioniamo nel Centenary Stand, nella curva opposta rispetto a quella di casa, vicino a tifosi del Leeds in gran bel numero (circa 2.000) considerato le vicissitudini ed i guai societari della squadra e la classifica scarsa.  Dietro di me ci sono tutti coloro che vivono lo stadio alla vecchia maniera, in piedi a cantare, gente tosta, le vecchie facce che  nonostante le possibilità di azione dentro lo stadio siano nulle, vuole essere li a fianco dei rivali, a cantare ed ad insultare i leeds. Grandi, massimo rispetto per loro, grazie al loro esempio, passione e tenacia, la terrace culture si può dire ancora in vita in un calcio inglese sempre più da febbre a 90 che da fedeli alla tribù. A livello di stile, le principali marche casual dimorano. Ipotizzando una classifica, qui Stone Island non la batte nessuno, seguita dall'intramontabile Lacoste;  rivedo con piacere brand come ellesse e fila ed alcune per me sconosciuti come Peak (??).  I cori sono in gran parte contro i leeds, seguiti spesso da un'altra firm posizionata nei pressi della tribuna che assiste anch'essa per gran parte della partita in piedi come le zone laterali della Bobby Moore stand di casa. L'ambiente è di un fascino incredibile, saranno i colori e la tradizione working class di questa maglia che sprigionano sensazioni incredibili. Quando lo stadio segue i cori è un boato ma come spesso succede oggi in Inghilterra manca la continuità dei vecchi tempi. I Leeds sono bravi, bello un coro tenuto per venti minuti, agitandosi a torso nudo e sventolando le loro magliette.  Calano un po' nel momento di svantaggio per poi esplodere al rigore del pareggio a tempo scaduto. Questo comporterà la reazione di alcuni ragazzi del west ham nel settore adiacente ai leeds, con un paio di invasioni di campo e di fermi operati dai bobbies "in perfetto stile inglese". La partita finisce, migliaia di persone si dividono tra la fila kilometrica per la metro di Upton Park  ed un corteo di 15 minuti per raggiungere l'altra linea di metropolitana, noi optiamo per la seconda soluzione, strafelici di aver visto un tempio della cultura da stadio, minacciato come sempre dal calcio business ma che conserva ancora oggi una sua identità forte ed unica. 

11 dicembre 2004
MILLWALL / BRIGHTON & HOVE ALBION
Neanche il tempo di riprendersi dalle emozioni del giorno prima che siamo già a London Bridge direzione The Den. Se Upton Park mi aveva regalato emozioni di "traditional social football", la tana del Millwall è il calcio inglese che ho sempre sognato di vedere. Il tragitto fino allo stadio mi riporta alle scene di Football Factory, questo imbuto blu che conduce fino alla strada dalla stazione, il voltare e trovarsi dopo il cavalcavia ferroviario le tribune dello stadio di fronte. Ho di fronte uno stadio anni 70, il New Den è spartano, di cemento a vista, funzionalista, essenziale. Lo shop è a misura d'uomo, una lunga coda per entrare e pagare, così come tutto qui mi fa capire quanto sia diverso questo ambiente dal resto del calcio inglese patinato. Splendido. 

Presenza della MP in forze nonostante la partita sia con il Brighton e la rivalità non sia per nulla sentita. Facciamo la fugace conoscenza con il "Nonno" uno dei più anziani e rispettati tifosi del Millwall vera e propria icona della tifoseria. Entriamo dentro nell'East Upper Block, nel settore caratterizzato per questa occasione dalla presenza delle giovani leve del Millwall. La fama dei più grandi e l'essere stati protagonisti in un film fa sì che a livello di stile questi ragazzi siano completamente schiavi della moda; è imbarazzante ed impressionante contare i capellini aquascutum, le sciarpe burberry ed i giacconi stone island che indossano. I personaggi più anziani, quelli che per intenderci si sono permessi il lusso di far scappare i tifosi del Ferencvaros in casa loro picchiandoli ad ogni fermata della metro, sono dispersi in queste partite nelle varie tribune dello stadio, lontano da occhi indiscretti e da visibilità inopportuna. Mi dicono che le trasferte con la loro presenza sono tutte un'altra cosa e non faccio fatica a crederlo. Nell'intervallo mi faccio un giro nell'antistadio e qui ho le conferme di quello che potrebbe essere quando decidono di muoversi tutti insieme. Il settore dove ci trovavamo era adiacente al settore ospiti (i tifosi del brighton erano 1.500 posizionati in alto) ed i ragazzi hanno sostenuto per tutta la partita il Millwall facendomi provare veri brividi nell'ascoltare forte la loro canzone più nota "No one like us we don't care, we are millwall, super millwall, we are millwall from the DEN" (Un breve ma importante inciso: la mia è una preghiera a tutta la SUD affinchè si ritorni a fare il coro "dai rioni dai quartieri" ripreso su quello del millwall senza l'uso delle mani, poichè la bellezza e la potenza che un coro solo voce può dare viene sporcata dalla confusione napoletana che il battitto delle mani produce) oltre al loro prolungato fino all'ossesso canto di guerra "MMMMMMMIIIIIIIIIIIIII...........". 

Esco dallo stadio nell'attesa del treno nell'imbuto blu, i tifosi del millwall formano un lungo serpentone che da entrambe le direzioni prende vita facendo echeggiare il loro canto di guerra che contraddistingue il The DEN "MMMMIIIIIIIIIIII...........NOONELIKEUS". Spettacolare!! 

E’ finita, ci rimane dentro tanto, in alcune cose le aspettative sono state confermate in altre sono venute meno; l'unico timore è che questa realtà venga snaturata dalla moda e dal fascino che produce il fatto di essere un'isola felice, un esempio abbastanza raro e proprio per questo messo sotto i riflettori per la sua particolarità. Sono tanti gli ultras italiani, oltre all'italian crew del Millwall, che hanno visitato il Den negli ultimi anni, credo che tutti siano tornati a casa con la consapevolezza che quel tassello di calcio inglese “vecchie maniere” da sempre sognato fosse stato finalmente visto e conosciuto. 

Sta ai ragazzi dei Docks e dell'Essex preservare questo tesoro dalla minaccia che tutto scompaia.

 

WEST HAM UNITED
LEEDS UNITED
West Ham
                          United / Leeds United biglietto
Fanzine
                          indipendente West Ham F.C.
Programma
                          West Ham
I Leeds
WHFC - Bobby
                          Moore Stand
I West Ham al mio fianco
Dietro di noi tutti in piedi
Ambiente
   
MILLWALL
BRIGHTON
The New Den
The New Den
Incrocio
                          presidiato
Il biglietto di
                          Millwall/Brighton
Chiosco vicino allo stadio
No one like us
                          - no one like us - no one like us - WE DON'T
                          CARE!
I
                          tifosi del Brighton
Gli spioni
Curva di casa
Fanzine Bush
                          Whacker (Millwall fans)
Programma
                          Millwall
 



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