MARCO
Eccomi a scrivere un nuovo resoconto.Parto
da solo da termini con l'eurostar diretto a
Venezia,viaggio tranquillo anche se arrivo a Bologna
con 45 minuti di ritardo. Mangio una cosa al volo e
per arrivare al dall'ara prendo un autobus di linea
che mi porta dritto dritto al quartiere A.Costa.Coffee
al bar stadio e breve tratto a piedi fino al settore a
noi riservato.Essendo ancora presto ne approfitto per
sbirciare i ciclisti partecipanti alla
manifestazione che ha fatto slittare di
un'ora il nostro match.Dopo un pò arrivano i miei
amici di Bologna (romanisti fino al midollo e
trasfertisti accaniti)e si va subito a trincare
insieme ad un baretto posto nelle
vicinanze eludendo la sorveglianza dei puffi
che già avevano sigillato la zona ospiti.Finita la
pacchia è ora di entrare allo stadio quest'oggi più
vuoto del solito.A riempirlo ci pensa la SUD formato
trasferta con una
sinfonia di torce,cori e bandiere.Della
partita inutile parlarne,non mi interessa,dico solo
che io e tanti altri siamo tornati nella Capitale
senza un filo di voce. Amareggiati per il risultato ma
non per la prova offerta
sugli spalti anche sotto di 3 reti,questo è
segno di una buona mentalità dimostrata.Ci fanno
uscire subito dallo stadio per fortuna,e,rimediando un
passaggio in macchina tocca a me guidare.Poco
male,imbocchiamo subito l'A1,ed io offro al volante
una prova degna del miglior Schumi e a 12:15 già
scorrazziamo per le vie della Città Eterna.Saluto ai
compagni di viaggio e
già si pensa alla prossima in terra
toscana.Saluti a tutti.Con l'orgoglio di essere Romano
MARCO CURVA SUD
XXX
Non sò se sei a conoscenza del fatto che al
ritorno sotto il sottopassaggio della stazione di
boglogna, città di vili e di spie, le divise blu
come ogni anno, hanno voluto dare prova della loro
forza,come al solito tutto è scaturito dalla ressa che
si crea per mostrare il biglietto del treno,che tutti
avevano, io credo sia ovvio che tanta gente tutta
accalcata spinga,ma non è ovvio per la polizia che ha
caricato.
In un primo momento sembrava,secondo la mia
esperienza calcistica, una carica "leggera" nel senso,
fatta per far indietreggiare la gente, ma come spesso
succede qualcuno ha "aggitato" troppo il suo
manganello e un ragazzo ci ha rimesso.Queste sono le
forze del disordine!
se dovessi rendere publica questa email ti
pregherei di non dire il mio nome(di questi tempi non
si sà mai)
"ER PRINCE"
Sono Romano e Romanista ma per motivi
di lavoro non vivo a Roma. Parto da una nebbiosa e
grigia città del nord alle ore 12 per seguire la ROMA.
Sul treno mostro orgoglioso la sciarpa con il ROSSO e
il GIALLO, i colori di ROMA E DELLA ROMA (e non il
nero e il verde!!).
Arrivo a Bologna ed incontro dei simpatici
ragazzi che devono andare allo stadio. Paso il
pomeriggio con loro e all'aperutra dei cancelli sono
tra i primi ad entrare. Che impatto lo stadio vuoto!
E' sempre un'emozione forte!
Sorvolo sulla prestazione e sul risultato.
Soddisfatto di aver incitato la ROMA per 90 minuti,
anche sul 3-0, sempre e comunque! Al ritorno chiedo
delucidazioni ai celerini sull'orario di uscita del
settore ospiti, dato che ho l'ultimo treno alle 22:15.
Mi viene detto che usciremo dopo 15 minuti dalla fine
della partita, ed effettivamente è così.
Gli autobus diretti alla stazione sono anche
comodi, non siamo pigiati, non ci sono grate, tutto
fila liscio. Consueto giro panoramico (mi sa che siamo
passati anche per Parma e Piacenza, considerato quanto
ci abbiamo impiegato!!) e tutto tranquillo. Si arriva
alla stazione. Ci stipano nel sottopassaggio, cerco di
far capire alla polizia che io non devo tornare a Roma
(magari!!) ma devo rpendere un altro treno. Non c'è
modo di faglielo capire. Parte una carica di
alleggerimento. Io sono proprio lì davanti.
Schivo miracolosamente le manganellate ma
nella calca prendo qualche colpo involontario. Riesco
a "comunicare" con la polizia che finalmente capisce
che non devo andare a Roma. Vedo un ragazzo
che sanguina copiosamente dalla testa. Anche io ho
qualche doloretto, doloretto che più tardi si scoprirà
essere una costola incrinata che ancora oggi
mi crea fastidi!
ERA ANDATO TUTTO BENE, TUTTO TRANQUILLO, MA
PERCHE' I PUFFI HANNO DOVUTO
CARICARE??
DAJE ROMA DAJE
er Prince |
I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
(questi
ultimi solo se meritano)
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GAZZETTA.IT
ROMA, 25 settembre 2004 - Le dimissioni dopo
25 giorni da non augurare neanche al peggior nemico.
Rudi Voeller lascia la panchina della Roma dopo una
brutta sconfitta, ma soprattutto dopo aver toccato con
mano il caos che regna attualmente nel pianeta
giallorosso. Dall'espulsione di Cassano alla prima
giornata, al rosso di Mexes in Champions, seguito dal
fattaccio Frisk e dalla squalifica europea. Senz
contare i problemi tattici per dare un'identità a una
squadra presa in corsa, dopo che Cesare Prandelli era
stato costretto a farsi da parte per assistere la
moglie malata.
"Io credo che la decisione di Voeller sia
del tutto autonoma - ha spiegato il direttore sportivo
Franco Baldini da Bologna -, lui è una persona molto
forte, molto sana, pulita dentro. Credo che le
decisioni che eventualmente maturerà saranno
indipendenti da quello che la società o i tifosi
potranno dirgli. Se penserà che quanto accaduto sia
dipeso solo dal poco tempo che ha avuto a disposizione
allora potrà recedere dalla sua decisione, altrimenti
non credo lo farà". Martedì c'è già il Real Madrid.
Potrebbe essere un incentivo perché Voeller cambi
idea? "Se un allenatore decide che non ha la
possibilità di fare il bene per la sua squadra, Madrid
o non Madrid, non recede dalla sua posizione. Io credo
che questa decisione possa prenderla a mente più
serena". Baldini non si dice deluso per la presa di
posizione del tecnico tedesco: "Anzi, come valenza
dell'uomo sono rimasto confortato da questo suo gesto.
Ripeto, sono deluso solo perché mi ha anticipato,
avrei voluto farlo io. Qui si gioca a trovare sempre
prima i colpevoli, lui è meno responsabile,
sicuramente lo sono più io".
E dire che la Roma per Voeller era ben di
più che un datore di lavoro. Tanto che sua moglie è
proprio romana. Nella capitale arriva nel 1987,
fortemente voluto dal presidente Dino Viola: diventa
il «tedesco volante» che innamora i tifosi
giallorossi, malgrado un infortunio che lo penalizza
nella sua prima stagione. Da romanista cinque
stagioni, 45 gol in campionato, la vittoria della
coppa Italia nel 1990-91, anno in cui vince la
classifica cannonieri della coppa Uefa persa in finale
dalla Roma contro l'Inter. L'addio a Roma nel 1992 con
l'arrivo del presidente Ciarrapico, quindi il
passaggio al Marsiglia.
In Francia conquista un campionato
(revocato) e una coppa dei Campioni battendo 1-0 il
Milan in finale. Chiude la carriera a Leverkusen con
il Bayer di cui diviene dirigente. Con la maglia della
nazionale tedesca ha giocato 90 partite e segnato 47
gol, diventando campione del Mondo proprio a Roma, nei
Mondiali italiani del 1990, sconfiggendo 1-0
l'Argentina nel suo Olimpico. Assume la guida della
Germania dopo l'umiliante Europeo tedesco del 2000,
conquista un'insperata finale ai Mondiali di Corea e
Giappone arrendendosi soltanto al Brasile in finale.
Da ct della nazionale si dimette quest'estate dopo
l'eliminazione degli Europei di Portogallo. Dal 31
agosto ha accettato l'incarico come nuovo allenatore
della Roma. Dopo 25 giorni d'inferno, le dimissioni di
oggi. |