MARCO

L'Inter giunge a Roma e porta con sé novità, dal punto di vista calcistico e di tifoseria. La
curiosità è naturale nel venire a contatto con una squadra che - allenata da Cristian Chivu - lotta per il primo posto in classifica e per una tifoseria che - nel pieno di mille vicissitudini - cerca di
portare avanti un discorso ultras.
La tribuna tevere lampeggia di led rossi, braccialetti analoghi a quelli che vengono distribuiti ai concerti sono presenti su ogni seggiolino, il cerchio di centrocampo è occupato da un disco
grigio, aumenta la mia curiosità.
Nel settore ospiti viene srotolato uno striscione: "Milano", il tentativo di intestarsi la
rappresentanza di una città quando non se ne porta il nome, una storia già vista...
Echeggiano "forza roma forza lupi" e "mai sola" di rito, l'inno della lega serie A contestato
(anch'esso come da rito) e poi, novità, calano le luci e parte una canzone "coinvolgente".
I braccialetti distribuiti dalla società si illuminano colorando la tribuna di giallo e di rosso. Le
sfumature cambiano tonalità, la musica incalza, fino al tragico finale, la tribuna diventa
completamente rosa, il maxischermo ed il centrocampo anch'essi rosa e con sopra scritto a
caratteri monumentali: Enel. Ottima pubblicità e pessima coreografia, mi auguro che la prossima volta che i tifosi troveranno i braccialetti li appoggeranno a terra.
La Roma va sul calcio d'inizio, le rose si mescolano ed ha inizio un confronto macchinoso e
grossolano come lo sarà fino alla fine. È solo il quinto minuto quando Barella lancia in profondità Bonny che raccoglie, finta, tira e segna. Dagli spalti sembra fuorigioco, ma vediamo i nostri non protestare, il che lascia presagire che non ci siano irregolarità. È così, il gol viene confermato.
Gli spalti sono in silenzio, e lo saranno fino al quindicesimo minuto in solidarietà ai 13 (per
fortuna ora diventati 6) romanisti detenuti in Francia. Un abuso di potere considerando che le
autorità contestano reati gravissimi per incidenti che non sono avvenuti. Gli Ultras - per un
presunto possesso di armi - attendono un processo in cella, mentre l'ex presidente francese
Nicolas Sarkozy è stato libero per tutto il tempo del suo processo prima di venire condannato,
qualche settimana fa', a 5 anni di carcere per "associazione criminale". Il confronto rende chiaro l'abominio giuridico ma questo è. Il mondo ultras è una spina nel fianco del potere e viene duramente represso. Lo stesso avviene in Italia, lo stesso avviene a Milano, dove dopo un'operazione presentata come volta a rimuovere chi sulle curve faceva business, si è passati a rimuovere tutti
coloro che non erano allineati alle autorità. Quel che è successo nel capoluogo lombardo
insegna anche a noi tanto su come agiscono le forze dell'ordine. Quando, diversi mesi fa, alcuni
interisti hanno cercato di mettere insieme i pezzi e ricostruire un discorso ultras genuino sono
stati trattati anche loro da criminali. Anche chi non ha mai lucrato, si è visto ritirare
l'abbonamento attraverso lo strumento del "codice di gradimento". Gli striscioni sono stati vietati, i tifosi sanzionati per qualsiasi cosa. Se qualcuno ha provato a voltare pagina, pensando a un
prima, ma soprattutto a un dopo, sicuramente in questi termini non ha ragionato la polizia che ha represso allo stesso modo chi c'era prima e chi c'è stato dopo. Quando le forze dell'ordine si
trovano nella possibilità di schiacciare, fomentate dalla stampa e dalla politica, lo fanno, senza
andare a fare grandi distinguo. Per loro, probabilmente, si tratta solo di occasioni per estendere
il loro potere all'interno degli stadi. E si tratta anche di dare sfogo a dinamiche puramente
interne alle forze dell'ordine, l'encomio, il grado più alto, la promozione. Per ottenere tutto
questo c'è bisogno di un nemico da combattere, e se non c'è, c'è bisogno di inventarselo.
Gabrielli docet: da prefetto di Roma a capo della polizia a - infine - sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi Segreti.
Ritornando agli ultras, quando iniziamo a tifare, non c'è l'esplosività che ha contraddistinto le
scorse partite, anche se comunque si fa buon tifo.
Gli interisti tifano dall'inizio, cantano più volte "libertà per gli ultras" non so se per i nostri o in
generale e continuano a fare gran tifo per tutto il match, sostenuti dal risultato.
I nostri tentativi sul campo di andare a pareggio sono stati inconcludenti. I tentativi della polizia di uccidere gli ultras sono stati inconcludenti. A volte è così, una storia di tentativi.