Da "Il Nuovo"
              Sono 61 gli agenti
                        feriti allo stadio Olimpico"
                 
                 Denuncia dei
                        sindacati di polizia dopo gli scontri di ieri
                        sera in occasione  
                 della partita tra
                        Roma e Aek. "Ci sono 200 persone che sembra
                        impossibile  
                 fermare". Appello
                        al Prefetto per un intervento. 
               di Simone
                      Navarra  
              ROMA - "Siamo sotto assedio. Ieri sera
                        61 agenti sono rimasti feriti negli scontri con
                        gli ultras romanisti. Noi non sappiamo che fare.
                        Davanti abbiamo l'esigenza di far rispettare
                        l'ordine, ma non siamo messi in condizione per
                        farlo. Mancano le leggi, le istituzioni.
                        Chiediamo al prefetto Emilio Del Mese di
                        intervenire". Le richieste per il responsabile
                        del comitato provinciale per l'ordine e la
                        sicurezza aono molte. Perché all'Olimpico
                        servirebbero pannelli divisori più alti tra un
                        settore e l'altro; non ci sono canalizzazioni
                        che fissano le transenne a terra; le recinzioni
                        sono groviere da cui spesso passano oggetti
                        contundenti, striscioni e persone.
                 
                 Ma è un coro
                        quello dei rappresentanti sindacali di polizia.
                        E denuncia di tutti quelli che ieri sera finito
                        il servizio hanno dovuto fare la fila fuori
                        dalle sale pronto soccorso o che hanno dovuto
                        girare vari ospedali della Capitale perché erano
                        stracolmi, "quasi come unità sul campo di
                        battaglia".  
                 "Il San Giacomo,
                        il Santo Spirito, il San Carlo di Nancy erano
                        pieni", testimonia  
                 un assistente del
                        Primo Reparto Mobile di stanza a Ponte Galeria
                        con lo scafoide fratturato e tutto il braccio
                        destro ingessato. Dei 61 poliziotti feriti, 15
                        hanno referti medici da uno a 5 cinque giorni, e
                        46 oltre i 10.  
                 "Della mia squadra
                        - continua il celerino - uno solo è rimasto
                        illeso. Siamo stati presi in mezzo. Dagli spalti
                        ci lanciavano bottiglie e biglie di ferro con le
                        fionde, dall'esterno ci arrivavano i pezzi di
                        marmo. Questo - dice mostrando il braccio
                        fasciato - me l'ha fatto un sasso". 
               
               
              Vincenzo Ancunzo, segretario
                        provinciale del Lisipo, attacca: "Non possiamo continuare così. Lottiamo contro i
                        mulini a vento. Quando servono 600 uomini ne vengono dati meno della metà. Di
                        fronte a degli animali che lanciano transenne e sanpietrini il personale
                        comandato dai commissariati è impreparato sia come equipaggiamento che come
                        addestramento specifico". L'atmosfera è tesa negli uffici di via San Vitale,
                        non c'è voglia di confermarlo, ma meno di 24 ore fa è stato rischiato il
                        "fattaccio", il ferimento che poteva portare al decesso. Filippo Bertolami,
                        dell'Associazione funzionari di polizia, spiega: "Ci sono circa 200 persone che
                        seppur colpite da Daspo (la diffida che dispone di star lontani dagli
                        stadi in occasione di eventi sportivi, ndr) continuano a fare il bello
                        e cattivo tempo (peccato
                        che quelle persone firmano ogni volta il
                        registro di P.S., e quindi evidentemente non
                        sono loro, n.d.L.).
                        Ci sono uffici legali specializzati che riescono
                        a inserirsi negli interstizi della legge e
                        permettono a questi delinquenti di fare quello
                        che vogliono" (gli
                        uffici legali specializzati non permettono a
                        nessuno di fare un bel niente, in quanto non
                        sono giudici. Se gli avvocati hanno torto i
                        giudici gli danno torto, se hanno ragione i
                        giudici gli danno ragione. Allora anche i
                        giudici che danno ragione agli avvocati "permettono
                          a questi delinquenti di fare quello che
                          vogliono": questo è il singolare concetto
                        di democrazia che alberga in questi signori,
                        giustamente infuriati per le gravissime carenze
                        che hanno concausato il ferimento di molti loro
                        colleghi ma completamente a digiuno dei concetti
                        di giustizia che dimorano nella nostra
                        Costituzione. D'altra parte sono gli stessi che
                        dopo il G8 di Genova difendevano a spada tratta
                        quelli che hanno confessato di aver costruito le
                        prove per incastrare i no-global.... Purtroppo
                        ormai pensano di essere uno Stato nello
                        Stato.   
                 Se la legge
                        adottata dallo stesso Stato da cui dipendono i
                        sindacati di polizia non viene da loro
                        rispettata, non può di certo essere data colpa
                        agli avvocati che non fanno altro che chiedere
                        il rispetto della legge. 
                 
                 E' veramente incredibile: quando
                        difendo un assassino posso utilizzare tutti i
                        cavilli giuridici che voglio ed anzi, se li uso,
                        sono un buon avvocato e se non li uso sono un
                        avvocaticchio impreparato. Per i tifosi invece,
                        secondo il sindacato di polizia, sarebbe
                        ingiusto difendere gli accusati! Eliminate
                        l'avvocatura allora, fatevi i processi da soli
                        come avviene in Cina o come accadeva in Cile e
                        chiudiamo il discorso n.d.L.). L'area politica di estrema
                        destra e il legame con movimenti politici
                        abbastanza riconosciuti sono il sostrato da cui
                        proviene il tutto.  
               
              Ma anche la norma che prevede e
                        dovrebbe aiutare, non viene in soccorso delle autorità di pubblica sicurezza.
                        Il decreto 336 del 2001 prevedeva la possibilità di effettuare arresti
                        in flagranza entro le 48 ore, servendosi della testimonianza video, ma al
                        momento di diventare legge, giustizia da applicare, questo effetto è
                        stato tolto (e
                        vorrei vedere: non è previsto in nessun altro
                        caso dell'ordinamento giuridico italiano, ed
                        infatti il Parlamento lo ha eliminato in quanto
                        visto che grazie a Dio ancora c'è una
                        Costituzione, questa andrebbe rispettata anche
                        per i tifosi, n.d.L.). "La 337 non presenta questo
                        tipo di possibilità", specifica Bertolami.
                        C'è da dire che in Inghilterra, proprio questa procedura ha permesso di
                        ridurre il fenomeno degli hooligan. "A questo punto - chiedono insieme i sindacati -
                        vorremmo che tutto il sistema si
                 
                 accorgesse di
                        quanto sta succedendo. Dalle società sportive
                        alle amministrazioni comunali. Perché un conto è una
                        manifestazione in mezzo alla strada e un conto è il controllo di una partita di
                        calcio". Al rendiconto dei feriti mancano carabinieri e finanzieri. "Più
                        di uno è stato ferito, ma è difficile fare un'ipotesi". Quasi quanto, meno
                        di 24 ore fa, si poteva fare per quel che riguardava i poliziotti. "Non
                        possiamo più stare in silenzio, ne vale della nostra vita".
                 
                 (Nessuno
                        continua  a chiedersi il perché, ed allora
                        li rimando al mio editoriale
                        n.d.L.) 
             | 
          
          
            
              I
                    sindacati di polizia: scontri all'Olimpico, nascosti
                    i dati veri Un "cartello" di sigle ricostruisce i
                    disordini tra romanisti e tifosi greci. "Dall'inizio
                    dell'anno 400 colleghi in ospedale" 
                 
                "Ultrà,
                    sono 61 gli agenti feriti" 
              MASSIMO LUGLI 
               
               
              «Contro gli ultras del calcio (già iniziamo male, era
                        preferibile usare il terine hooligans, n.d.L.) ci mandano allo sbaraglio. E
                        nascondono i dati: negli scontri tra romanisti e
                        tifosi greci ci sono stati sessantuno poliziotti
                        feriti, con prognosi fino ai 25 giorni.
                        Dall'inizio dell'anno sono finiti in ospedale
                        ben quattrocento agenti e stiamo parlando solo
                        del reparto mobile di Roma».
                 
                 E' una levata di
                        scudi generale che accomuna gran parte dei
                        sindacati di polizia. Una denuncia durissima contro
                        il ministero dell'Interno. «C'è una direttiva non scritta ma ribadita
                        spesso: lasciare gli scudi a bordo dei mezzi per non ostentare un aspetto
                        troppo aggressivo - accusa Filippo Bertolami, dell'Associazione nazionale funzionari
                        di polizia - e il risultato è che quando ci tirano addosso sassi,
                        sampietrini, biglie e monete non sappiamo come ripararci». «Non basta: gli
                        automezzi vengono parcheggiati ad almeno duecento metri di distanza per evitare
                        che vengano danneggiati - incalzano Vincenzo Acunzo (Lisipo) e Massimo
                        Nisita (Sodipo) - e in effetti un centinaio tra auto e blindati sono stati quasi
                        distrutti nel 2002. Ma lontani dai mezzi, gli uomini sono molto più
                        vulnerabili. Il ministero starebbe studiando nuove attrezzature per l'ordine
                        pubblico ma siamo ancora ai vecchi scudi che si spezzano, col rischio di
                        ferirsi con le schegge e ai lacrimogeni da sparare col "tromboncino" che
                        possono essere facilmente rispediti al mittente e tra l'altro hanno un
                        effetto indiscriminato». Dello stesso tenore le denunce che vengono dal Sap, dal
                        Siulp e dal Consap: per una volta tutto il fronte sindacale poliziesco si
                        ritrova veramente compatto. I "cattivi", secondo Bertolami, sono
                        sempre gli stessi: circa 200 persone, organizzate, inquadrate e che si
                        muovono sui pullman delle società sportive. «Hanno una tecnica ormai collaudata
                        che comincia con un tiro al bersaglio da dietro le spalle dei tifosi, per
                        impedirci di reagire. Poi, all'esterno dello stadio, ci caricano in massa.
                        Mentre cerchiamo di fronteggiarli centinaia di persone scavalcano le reti di
                        recinzione e fanno passare di tutto: striscioni
                 
                 razzisti, armi
                        improprie, fumogeni e perfino bombe molotov».
                        «Della mia squadra di cinque persone solo uno è
                        rimasto illeso - racconta un assistente del reparto mobile con la mano
                        fratturata (un sampietrino "piovuto" dall'alto)
                      - un
                        collega è stato centrato alla schiena, un altro
                        aveva la spalla rotta. Ma come si fa a parlare di sei feriti
                        quando tutti gli ospedali erano pieni di poliziotti malconci? Io ho girato
                        tre pronto soccorso prima di trovare un medico libero...».
                 
                 Anche la legge,
                        secondo il sindacato di polizia, è un'arma
                        spuntata: i circa 200 "Daspo" (il divieto di assistere
                        alle manifestazioni sportive) non serve a niente senza l'obbligo di
                        firma al commissariato (ed infatti la Questura di Roma
                        mette sempre l'obbligo di firma, si informi il
                        sindacato, n.d.L.). 
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              Scontri con gli ultrà: 67 gli agenti
                      feriti  
                La denuncia dei sindacati di ps:
                        «Basta minimizzare, 
                 
                agenti bersaglio di teppisti
                        politicizzati»
              Sessantasette feriti. Compreso un
                      carabiniere ausiliario che è stato ricoverato
                      prima al San Giacomo e poi al Celio e che per il
                      pestaggio subìto in faccia e per le numerose
                      microfratture dovrà essere operato. È il pesante
                      bilancio di martedì sera all’Olimpico. A
                      denunciarlo sono stati ieri, in Questura,
                      rappresentanti di sindacati di polizia come
                      Sodipo, Silipo e Anfp (l’associazione dei
                      funzionari). A loro si sono uniti, con note
                      stampa, anche Siulp, Sap e Ugl. Più il Consap che
                      ha annunciato uno «sciopero bianco» per la
                      categoria. «L’altra sera, dicendo che c’erano solo
                      8 feriti, si è voluto minimizzare - dicono i
                      sindacalisti - All’Olimpico si è invece svolto
                      secondo un rito consueto un vero e proprio tiro al
                      bersaglio contro le forze dell’ordine. Un agguato
                      secondo canoni già visti. Abbiamo a che fare con
                      due, trecento teppisti organizzati e
                      politicizzati, gli stessi che ritroviamo anche in
                      altre situazioni di piazza. E a subire questi
                      agguati sono spesso agenti mal equipaggiati». Il
                      bilancio: 15 agenti di polizia con prognosi da 1 a
                      5 giorni e altri 47 che hanno invece avuto
                      prognosi da 10 a 25 giorni. «Molti agenti hanno
                      riportato fratture multiple delle ossa dei piedi e
                      delle mani», ha ricordato Paolo Varesi segretario
                      dell’Ugl. Aggiungendo: «L’assurdità sta nel fatto
                      che mentre gli scontri avvenivano sul piazzale
                      della Farnesina, i mezzi che contenevano tutto
                      l’armamento dei poliziotti (scudi protettivi,
                      sfollagente e lacrimogeni) erano parcheggiati in
                      curva sud, nella zona a detta dei nostri dirigenti
                      più a rischio». Un assistente del reparto mobile,
                      con la mano ingessata per la frattura dell’osso
                      scafoide, ha descritto così la sua squadra: «Su 5
                      solo uno di noi è restato indenne. A parte i 15
                      giorni dati a me per lo scafoide, gli altri tre
                      hanno avuto 10 giorni ciascuno: uno per un
                      sampietrino che gli è arrivato sulla schiena, gli
                      altri due per traumi alle gambe». Filippo
                      Bertolami dell’Anfp e Vincenzo Acunzo del Lisipo
                      hanno denunciato ieri anche il balletto di
                      responsabilità che riguarda le misure da
                      introdurre allo stadio per evitare queste
                      violenze. «Abbiamo chiesto i pre-varchi, ma
                      nessuno decide. A questo punto deve essere il
                      Prefetto a sciogliere questo nodo». Al
                      Dipartimento di Ps chiedono equipaggiamenti
                      adeguati alle circostanze. E alle forze politiche,
                      che hanno eliminato l’arresto dei facinorosi fuori
                      fragranza come era inizialmente previsto da un
                      decreto legge del 2001 ma non dalla sua
                      conversione in legge (a causa di emendamenti
                      pro-tifoserie), chiedono di ripensarci: «Non
                      possiamo continuare a fare da bersaglio a 200
                      teppisti».  
              Paolo Brogi  
             | 
          
          
                      
              ASSOCIAZIONE NAZIONALE
               
                 FUNZIONARI DI POLIZIA
                                                                                                                         
Roma,
                      24 gennaio 2003  
                Prot. 00715/2003/S.N.
                 
                   
              Egr. Avv.  
                Lorenzo CONTUCCI  
                Via Costantino Morin, 45
                 
                00195  ROMA  
              e, p.c.  
              AL RESPONSABILE DELLA SOTTOSEZIONE
                 
                Dott. Filippo BERTOLAMI
                 
                Comm.to P.S. Vescovio
                 
                00199 ROMA  
                All. 1  
              Spett.le Consiglio Ordine degli Avvocati
                 
                Piazza Cavour 
                 
                00193 ROMA  
                   
                   
              Egregio Avvocato,  
                in relazione a quanto da Lei
                      cortesemente rappresentato con la Sua del
                      15.11.2002, qui pervenuta solo in data odierna
                      nella forma cartacea - che, per pronto
                      riferimento, trasmetto in copia al dott. Bertolami
                      che legge per conoscenza -, rappresento che, ai
                      sensi dell’art. 33 comma 6 dello Statuto
                      dell’Associazione (da Lei consultabile liberamente
                      presso il sito www.anfp.it), il dott. Bertolami, rivestendo la
                      carica  di “responsabile di sottosezione”,
                      non ha alcun ordinario potere di rappresentanza
                      esterna dell’Associazione Nazionale Funzionari di
                      Polizia. 
                 
                La riportata dichiarazione a “Il Nuovo”,
                      nei termini da Lei censurati e non risultando in
                      questi atti deleghe o autorizzazioni generali o
                      speciali ai rapporti esterni con la stampa a
                      favore del predetto Responsabile di Sottosezione,
                      non è, dunque, in alcuna misura imputabile a
                      questa Associazione.  
                E’ evidente che, anche ove si
                      ritenga una legge inadeguata alle condizioni
                      dell’ordine e della sicurezza pubblica, il
                      rispetto per i principi fondamentali riconosciuti
                      dal nostro Paese e dalla comunità internazionale,
                      dei quali ci onoriamo di essere tra i primi
                      garanti, non
                      consente di sposare affermazioni del rozzo tenore
                      di quella che Lei ha stigmatizzato e che, nella
                      sostanza, disconoscono il valore della legalità e
                      l’inviolabile diritto alla difesa.
                 
                Resta, comunque, nostro impegno
                      garantire a tutti il diritto ad assistere, in
                      sicurezza e tranquillità, alle manifestazioni
                      sportive e, in vista di tale obiettivo, spenderemo
                      ogni energia per modificare una legislazione
                      eccessivamente lassista, che favorisce l’impunità
                      dei violenti e che lascia le Forze di polizia
                      sprovviste di adeguati strumenti per un efficace
                      contrasto dei più pericolosi “teppisti da stadio”.
                 
                Tanto premesso, non essendo in grado di
                      valutare se l’affermazione riportata sul sito de
                      “Il Nuovo” del 14.11.2002, e che Lei cita, possa
                      essere effettivamente riferibile al dott.
                      Bertolami o, come pure è possibile, sia l’effetto
                      di un’involontaria svista del cronista, La prego
                      di voler rivolgersi, in merito alla questione da
                      Lei sollevata e per ogni ulteriore chiarimento,
                      direttamente al dott. Bertolami.
                 
                Mi scuso per l’increscioso equivoco che,
                      pur non toccando in ogni caso la responsabilità
                      della nostra Associazione, ci ha visto nostro
                      malgrado coinvolti.  
                Mi è gradito porgerLe, anche a nome di
                      tutti gli iscritti, i miei più cordiali saluti.
                 
                   
                     
Il
                      Segretario Nazionale  
                       
Dott.
                      Giovanni Aliquò  
              Via Olindo Malagodi, 35 - 00157 Roma -
                      Tel. 06/4386636 - 06/4393676 - Fax 06/4395083
                 
                E-mail: anfp@uni.net  URL:
                      http:/www. uni. net/anfp 
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