SETTEMBRE 2000
CONTESTAZIONE A TRIGORIA



Giocatori e tecnico contestati a Trigoria
Totti contro Capello "Colpa anche sua"

 di MASSIMO BARCHIESI

ROMA - Tutto come temuto. Dopo l'elimininazione dalla Coppa Italia, Trigoria è stata presa d' assalto ieri pomeriggio da mille tifosi della Roma che hanno pesantemente contestato la squadra e il tecnico Capello. Il tutto è iniziato intorno alle 15 in concomitanza con l'arrivo dei primi giocatori. Distrutta la Jaguar di Vincenzo Montella che ha cercato anche di reagire agli insulti.
Gravi danni hanno riportato le vetture di Cafu, Poggi, Gurenko e Assunçao. Alcuni ultrà si sono letteralmente avventati sulla Bmw del brasiliano e hanno divelto gli specchietti retrovisori, poi lanciati verso la stessa vettura insieme ad un casco. Anche Assunçao ha tentato di reagire nei confronti di tre tifosi che sono riusciti a penetrare all'interno del "Bernardini", ma è stato fortunatamente trattenuto da Zago. Nei confronti del centrocampista si sono elevati cori razzisti come i "buuu" da stadio e poi saluti romani. Con il trascorrere dei minuti i contestatori aumentavano sempre di più. Trigoria diventava blindata. Pattuglie di polizia e carabinieri si posizionavano in ogni angolo. Unici ad essere applauditi sono stati Batistuta, Guigou, Balbo e Totti.
Il capitano ha cercato di sedare gli animi, andando fino al cancello di ingresso. "Avete ragione, ma vi chiediamo di lasciarci tranquilli perché solo così si può uscire da questa situazione". Totti ha chiesto alla società di aprire i cancelli al pubblico, invito che è stato accolto. La squadra è scesa in campo alle 17 per l'inizio dell' allenamento e venti minuti dopo i tifosi sono stati fatti entrare nella tribunetta lontano dal campo dove i giocatori hanno svolto la seduta di lavoro. Non sono mancati gli striscioni: "Noi l'amore, voi il disonore" e "Senza palle, senza core, di Roma il disonore!". I cori dei tifosi sono proseguiti senza soluzione di continuità. "Andate a lavorare", il più continuo. Tra i giocatori il più contestato, oltre ad Assunçao, è stato Montella beccato per le sue origini napoletane. Duri anche i cori contro Fabio Capello: "Capello torna a Milano" e "Capello servo di Berlusconi". Nemmeno il presidente Sensi si è salvato dalla contestazione. "Sensi vattene" e "Sensi bla-bla-bla" echeggiava Trigoria.
In tutto questo marasma non va trascurata una frase di Totti su Capello. Il tecnico dopo la partita di Bergamo aveva scaricato sulla squadra la responsabilità della sconfitta. "La colpa è di tutti, di Capello e della squadra e non solo nostra - ha sottolineato il capitano giallorosso -, non è serio, né bello per rispetto verso la squadra dare la colpa solo ai giocatori anche se siamo noi quelli che alla fine vanno in campo. Le responsabilità vanno ripartite al 50 per cento tra noi e l'allenatore. L'unico incolpevole è Sensi".
A fine allenamento Capello, Totti e Batistuta hanno cercato di parlare ai contestatori, ma senza risultato. E il club, in un comunicato, ha denunciato il grave clima di intimidazione e i cori razzisti. Accusando anche le radio private romane di soffiare sul fuoco.

La Repubblica
25/9/2000


Tensione dopo l’eliminazione
Juventus in ritiro punitivo Roma assediata dai tifosi
Per bianconeri e giallorossi clima pesante
e contestazioni dopo il «flop» in Coppa Italia

 La Juventus sotto chiave, in ritiro anticipato al Lingotto. La Roma con l’elmetto, stretta d’assedio a Trigoria da un migliaio dei suoi ultrà inferociti. Ad una settimana dal via del campionato, sembrano già lontani anni-luce gli entusiasmi di poche settimane fa, quando a Torino erano certi di riprendersi presto lo scudetto e a Roma sognavano trionfi aggrappati a Batistuta, Emerson e Samuél. Tutto svanito al primo impatto con i furori di due neopromosse, Brescia e Atalanta. Ora Ancelotti è inseguito dall’ombra di Vialli, dal fantasma di Del Piero («Escludo che Moggi possa aver detto che giocherà per un mese e poi si trarranno le somme: è troppo intelligente») e dal sorriso beffardo di Mazzone. Capello soffre la rabbia di chi lo credeva «vincente» a prescindere, le schegge di uno spogliatoio stizzito, la freschezza dei micidiali ragazzini di Vavassori. Uniti in tutto, gli ex centrocampisti (guarda caso anche di Roma e Juve), inciampati in una coppa Italia evidentemente più scomoda che importante. Per entrambi, l’appoggio almeno apparente di società che non la pensano come buona parte dei tifosi (la Juve non pensa a Vialli, Sensi non da ascolto a chi gli suggerisce di agganciare al più presto Tardelli), ma anche l’obbligo di ricostruire in fretta squadre ed entusiasmi. Per la Juve, domani sera c’è già il Deportivo La Coruna in Champions League e, sabato, per la gioia di Del Piero, il Napoli di Zeman. Ancelotti promette il ritorno alla concretezza smarrita: «Non ci siamo ancora con la testa, né con le gambe. Stando un giorno di più insieme, in ritiro, proveremo a capire cosa non va, a riscoprire l’importanza di questa maglia. Quanto alla preparazione, l’ho programmata io: se ci sono errori è colpa mia. Ma non mi pare sia stato fatto niente di troppo sbagliato».
Ancelotti insomma si prende le sue responsabilità. Capello tende invece a inquadrare quelle dei giocatori («Troppi errori puerili, in difesa e in attacco») e questo gli crea più di un problema. A parte i contestatori che stavolta hanno preso di mira anche lui (a rimetterci di più però ieri a Trigoria sono stati i giocatori, specie i brasiliani, oggetto di pesanti cori razzisti: gravi danni alle auto di Assunçao, Cafu, Zago), chiaro il messaggio di Totti: «Se siamo già fuori da un torneo, la colpa è al 50% dei giocatori e al 50% di Capello. Non è vero che ci sono spaccature tra noi. È vero che adesso serve carattere: chi non ce l’ha non può giocare nella Roma». Il capitano s’era fatto sentire anche a Bergamo, dopo la batosta con l’Atalanta: spietata la sua critica alla squadra, negli spogliatoi. Quanto a Sensi, in un comunicato contesta l’aggressione di ieri e il clima creato dalla «comunicazione romana»: Capello, che pure da marzo a oggi ha vinto solo 11 volte in 29 gare ufficiali, è più vittima delle radio private che delle sue incertezze?
 Stefano Petrucci

Il Corriere della Sera
25/9/2000


Ma i tifosi inviperiti alla ripresa a Trigoria
non rispamiano nessuno
 ROMA – Cori di scherno, insulti e qualche calcio alle macchine. Sono ripresi ieri in un clima di contestazione gli allenamenti della Roma. Al centro sportivo Fulvio Bernardini si sono presentati circa 200 tifosi, che hanno voluto manifestare il disappunto, già dal primo pomeriggio fuori dai cancelli di Trigoria, per l'eliminazione della squadra di Capello dalla Coppa Italia. L'allenamento era fissato per le 17 ma già alle 14,30 diversi tifosi si sono radunati ai cancelli e hanno preso di mira i giocatori che entravano. Attaccati con insulti anche razzisti soprattutto i brasiliani, ma i tifosi non hanno risparmiato Capello e Sensi. Gli unici a salvarsi Totti, Batistuta e Guigou. Tra le auto prese a calci, molto danneggiate quelle di Assuncao e Montella. Francesco Totti è uscito dagli spogliatoi per andare a parlare ai tifosi. I tifosi hanno fatto il paragone con i cugini laziali. L'allenamento è stato aperto ai tifosi, come aveva promesso Francesco Totti. La squadra è scesa in campo alle 17. I tifosi non hanno però smesso di inveire, esponendo uno striscione con la frase «senza palle.., senza core di Roma il disonore».

La Gazzetta del Sud
25/9/2000


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